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CCIAA BOLZANO * BAROMETRO DELL’ECONOMIA: « ESTATE 2020, CROLLANO FATTURATI E INVESTIMENTI E PREVISIONI “NERE” PER L’ANNO IN CORSO »

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10.53 - martedì 21 luglio 2020

Barometro dell’economia – Estate 2020: Crollano fatturati e investimenti. Nonostante il progressivo allentamento delle misure di lockdown, quasi la metà delle imprese altoatesine prevede per quest’anno una redditività insoddisfacente. Fatturati, investimenti e assunzioni previste sono in deciso calo. Ciò emerge dall’edizione estiva del Barometro dell’economia dell’IRE – Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano.

 

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Economia altoatesina – previsioni “nere” per l’anno 2020

Le previsioni delle imprenditrici e degli imprenditori altoatesini per l’anno in corso confermano la gravità della situazione: circa la metà di loro lamenta una redditività insoddisfacente. Il settore più in difficoltà rimane quello turistico, con oltre tre quarti degli operatori che giudicano negativamente la redditività, ma notevoli criticità si registrano anche nei trasporti e in varie branche del commercio all’ingrosso e al dettaglio.

Le imprese intervistate indicano una drammatica contrazione dei fatturati: dopo che a marzo l’economia altoatesina aveva perso circa un terzo del volume d’affari, in aprile la perdita ha raggiunto il 41 percento, per poi attestarsi al 29 percento a maggio, a seguito dell’allentamento delle misure di lockdown. Tuttavia, si osserva una situazione molto eterogenea tra i vari settori. Nel comparto turistico, la diminuzione del giro d’affari a maggio era di oltre il 70 percento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Gravemente penalizzata dalla crisi è anche la branca del trasporto persone, che ha registrato una perdita del 54 percento. Significative difficoltà si riscontrano anche tra le cantine sociali e in diversi comparti del commercio e della manifattura. Le uniche branche che evidenziano un aumento del giro d’affari sono le cooperative ortofrutticole e la grande distribuzione alimentare. Nel complesso, tre quarti delle imprese non credono di poter recuperare gli ingenti cali di fatturato entro la fine dell’anno, tanto più che anche a giugno oltre il 60 percento di esse osservava una domanda inferiore rispetto ai livelli precrisi. Sulla dinamica dei ricavi pesa anche l’andamento dei prezzi di vendita, il cui aumento quest’anno sarà estremamente contenuto.

Si segnala inoltre un incremento dei costi, in parte legato ai cambiamenti organizzativi e all’adozione delle misure di sicurezza volte a limitare la diffusione del virus, come l’adattamento dei locali aziendali, l’acquisto dei dispositivi di protezione individuali per clienti, collaboratori e collaboratrici, il maggiore utilizzo di imballaggi per i prodotti, le spese di sanificazione dei locali ecc.

A preoccupare le imprese è soprattutto la carenza di liquidità. Questa è dovuta al crollo dei fatturati, ma anche al forte peggioramento della puntualità dei clienti nei pagamenti. Oltre un quarto degli operatori intervistati segnala inoltre un aggravamento delle condizioni di accesso al credito, nonostante le misure di sostegno promosse a livello nazionale e provinciale e l’impegno degli istituti finanziari, che segnalano un forte aumento degli impieghi.

Infine, anche in Alto Adige l’elevata incertezza ha indotto una caduta degli investimenti, che sono stati ridotti dalla maggior parte delle imprese, e delle assunzioni programmate. A giugno gli occupati dipendenti in Alto Adige erano circa 16.000 in meno rispetto allo stesso mese del 2019, con un calo del 7,5 percento. Nel settore turistico la riduzione sfiora addirittura il 45 percento.

In base alle informazioni attualmente disponibili, l’IRE stima che nel 2020 il PIL provinciale farà registrare una contrazione compresa tra il 7 e l’11 percento.

 

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Il Covid-19 continua ad indebolire la congiuntura internazionale

La pandemia da Coronavirus sta causando in tutto il mondo una gravissima contrazione dell’economia. Le limitazioni alla mobilità e l’imposizione del distanziamento sociale hanno causato il crollo dei consumi e una lunga interruzione dell’attività di molte imprese. Ciò ha avuto forti ripercussioni sul fronte commerciale, determinando un repentino declino degli scambi internazionali (-11,3 percento già nel primo trimestre 2020). Anche gli investimenti sono sensibilmente calati, sia per l’indebolimento della domanda e il peggioramento della liquidità delle imprese, sia perché l’evoluzione della pandemia da Coronavirus costituisce una grande fonte di incertezza, con i contagi ancora in crescita in numerose parti del globo e i timori di una seconda ondata epidemica in Europa. La politica monetaria ha contribuito a limitare le tensioni finanziarie, garantendo la liquidità necessaria al sistema bancario, e le misure di sostegno economico varate nei vari Paesi hanno finora parzialmente attenuato gli effetti negativi della crisi, in particolare quelli sul mercato del lavoro. Tuttavia, il Fondo Monetario Internazionale prevede per quest’anno una contrazione del prodotto interno lordo del 4,9 percento a livello mondiale. Per l’Eurozona la Commissione europea stima addirittura un calo dell’8,7 percento. Nel 2021 la congiuntura internazionale dovrebbe parzialmente migliorare, ma con il protrarsi nel tempo dell’emergenza sanitaria le attese sull’entità della ripresa sono state progressivamente riviste al ribasso negli ultimi mesi.

 

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Economia italiana – le prospettive rimangono negative

Secondo le più recenti stime della Banca d’Italia, al calo del 5,3 percento del PIL italiano registrato nel primo trimestre seguirà una contrazione ancora maggiore nel secondo, dell’ordine del 10 percento. Per l’intero 2020, la Commissione europea prevede una diminuzione dell’11,2 percento, superiore alla media dell’Eurozona. Ciò a causa delle misure di contenimento particolarmente severe adottate per contrastare l’emergenza sanitaria, ma anche dall’elevata incidenza dell’export e del turismo sull’economia nazionale e dai limitati margini di intervento sul piano fiscale. Le misure di sostegno ai lavoratori hanno inizialmente attenuato gli effetti della crisi sul mercato del lavoro. Tuttavia, nei tre mesi da marzo a maggio, il numero degli occupati è calato dell’1,6 percento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre gli inattivi sono cresciuti del 6,6 percento. Sul piano fiscale, la grave recessione e la spesa per gli interventi di sostegno all’economia comporteranno un sensibile aumento del rapporto tra debito e PIL, che salirà al 158,9 percento. Tuttavia, nel breve periodo i continui e massicci acquisti di titoli pubblici da parte della Banca centrale europea contribuiranno significativamente a mantenere la stabilità finanziaria. Un ulteriore contributo al rilancio degli investimenti e riforme potrebbe arrivare dagli strumenti attualmente in discussione a livello europeo, tra i quali il fondo “Next Generation EU”, di cui l’Italia beneficerebbe per circa 150 miliardi. Le prospettive di ripresa per l’Italia rimangono comunque deboli: secondo la Commissione europea, il recupero nel 2021 si fermerà al 6,1 percento, con una perdita complessiva nel biennio 2020-21 pari a -5,8 percento.

Il Presidente della Camera di commercio Michl Ebner sottolinea la necessità di utilizzare gli strumenti di sostegno messi a disposizione a livello comunitario: “L’Unione europea ha già introdotto diverse misure a copertura di interventi mirati da parte degli Stati Membri nell’ambito dell’emergenza Coronavirus. Vista la difficile situazione finanziaria italiana, sarebbe opportuno cogliere ogni opportunità di aiuto, ivi compreso il MES, peraltro non più gravato da significative condizionalità.”

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