Continuano, nonostante gli appelli coloro che non ancora hanno percepito la gravità della situazione e la necessità di restare chiusi in casa.
Escono per i motivi più svariati ma nemmeno lontanamente accettabili, come:
– chi da Trento e da Povo va Cadine per far acquisti di alimenti;
– il camperista modenese che era fermo nei pressi del lago di Terlago;
-il sessantenne che all’autostazione di piazza Dante attendeva il pullman per Viote del Bondone poiché aveva bisogno di “farsi un giro”;
-il ciclista trovato sulla ciclabile di lungo Adige, perché aveva bisogno di “chiarirsi le idee” dopo un litigio con la madre;
– i due marocchini all’interno dei parchi di Santa Chiara e Santa Croce, in attesa di incontrare altri connazionali;
– il roveretano che ha autocertificato falsamente di essere stato presso l’Ospedale Santa Chiara per la nascita della figlia;
– l’uomo intento a lavare l’auto in un autolavaggio di Mezzocorona;
-i tanti a piedi o in bicicletta, che passeggiavano nei propri comuni o in quelli limitrofi senza alcun valido motivo.
Ancora, come chi a Canazei, uno dei comuni trentini colpito da numerosi contagi, il sabato pomeriggio era al bar, chiuso per tutti, ma non per gli amici. Questi sono stati tutti ovviamente denunciati e il gestore dell’esercizio è stato segnalato anche al Commissariato del Governo per la doverosa sospensione dell’attività.
L’azione di contrasto può sembrare forte e impegnativa, ma sarà sostenuta e continuata fino all’obiettivo che ci si è posti.