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CARABINIERI NOE – TRENTO * SOCIETÀ BIANCHI (ISERA): « CON APPA E CORPO FORESTALE PAT SEQUESTRATO L’IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI, DERIVANTI DA DEMOLIZIONI EDILI » (VIDEO)

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15.18 - martedì 13 ottobre 2020

Nei giorni scorsi i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Trento hanno sequestrato, su ordine del GIP di Trento, l’impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, derivanti essenzialmente da demolizioni edili, della ditta BIANCHI.

 

 

Nel marzo scorso, i Carabinieri del NOE, con l’ausilio del Nucleo Ispettivo dell’APPA e il supporto del Nucleo Operativo Specialistico del Corpo Forestale Trentino, avevano sottoposto a parziale sequestro l’impianto di Isera poiché l’azienda gestiva i rifiuti rendendo artificiosamente difficoltosa la loro tracciabilità e in molte occasioni, senza sottoporli alle analisi previste dall’autorizzazione ambientale, li miscelava abusivamente tra di loro per poi, direttamente o combinati con il cemento, utilizzarli per la realizzazione di sottofondi stradali, riempimenti di vario tipo, opere edilizie, copertura di discariche, ecc..

Nonostante il sequestro, con il quale -di fatto- si era consentito alla società di continuare ad operare salvaguardando il lavoro dei dipendenti, ulteriori indagini hanno permesso di dimostrare che l’azienda non solo non aveva messo in atto i provvedimenti prescrittivi disposti dall’APPA a seguito del sequestro, ma stava continuando a gestire i rifiuti in violazione alle norme di settore.

L’azione di monitoraggio promossa dalla DDA (Direzione Distrettuale Antimafia), coordinata dal Procuratore Sandro Raimondi e dai sostituti Alessandra Liverani e Davide Ognibene, ha consentito ai Carabinieri del NOE, con l’ausilio del Nucleo Ispettivo di APPA, di accertare come la ditta perseverasse nella propria azione.

Oltre a quanto accertato nelle prime fasi d’indagine, la società, attraverso il sistema cd “giro bolla”, allorché doveva smaltire dei rifiuti a matrice terrosa, anziché conferirli presso il proprio centro per sottoporli a regolari operazioni di recupero, li inviava direttamente in una cava a Mori.

Il GIP, dott. Enrico Borrelli, ha quindi disposto un doppio sequestro che ha visto, di fatto, l’apposizione dei sigilli all’impianto di recupero di rifiuti della società BIANCHI di Isera quale extrema ratio per impedire la prosecuzione e reiterazione della condotta, nonché il sequestro di un’ampia area di Mori (circa 22.000 mq), nella quale, proprio in ragione del conferimento ripetuto e sistematico di rifiuti di fatto mai recuperati, si è realizzata discarica abusiva.

L’attenzione della Procura della Repubblica di Trento per le tematiche ambientali ha di fatto interrotto un’azione criminosa che vedeva conferire a Isera rifiuti spesso provenienti da fuori regione i quali venivano poi riversati, senza essere stati realmente sottoposti ad operazioni di recupero, nell’ambito di opere edili in aree trentine spacciandoli per sedicenti materiali edili.

L’attività del Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale, specializzato nelle investigazioni di carattere ambientale, ha consentito di evidenziare un traffico di rifiuti così vasto e complesso tenuto conto inoltre che tali attività, oltre che a danneggiare l’ambiente con l’immissione di rifiuti anziché di materiali riciclati, di fatto pongono fuori mercato le imprese che operano correttamente nel settore dell’economia circolare.

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