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CARABINIERI CLES (TN) * 25ENNE MALMENA RIPETUTAMENTE I FRATELLI: ARRESTATO IN FLAGRANZA

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12.36 - mercoledì 25 luglio 2018

Un 25enne serbo è stato tratto in arresto dai Carabinieri di Cles con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.  Vittime della sua violenza i più giovani fratelli, i quali, nel più recente passato, già altre volte avevano denunciato al numero unico di emergenza 112 le intemperanze del congiunto e così determinato “interventi” da parte dei militari dell’Arma.

L’ultimo episodio, quello che ha portato all’esecuzione della misura restrittiva a carico del ragazzo, si è verificato alla prime ore di domenica. Predetto, rincasato a tarda ora da una serata passata in compagnia di amici, ha preteso che la sorella spiegasse perché alcuni oggetti non si trovassero più dove lui li aveva lasciati, in realtà l’ennesimo banale pretesto per dare vita ad una discussione e passare presto, come già accaduto in passato, dalle parole ai fatti.

La giovane, proditoriamente colpita al volto da un pugno che le ha procurato lesioni successivamente diagnosticate dai medici dell’ospedale di Cles, e ancora più volte colpita agli arti e spintonata, è stata soccorsa dal fratello più piccolo, il quale ad un certo punto non ha potuto far altro che chiedere aiuto alle forze dell’ordine. Una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile ha con risolutezza riportato alla calma il 25enne, il quale in passato si era peraltro reso responsabile, anche in contesti diversi da quello familiare, di condotte delinquenziali contraddistinte da violenza.

La correlazione dell’episodio con altri analoghi verificatosi nel tempo e, soprattutto, la vicinanza con un altro del tutto analogo (nell’occasione le vittime non erano ricorse alle cure dei sanitari) accaduto soltanto pochi giorni prima, in ordine al quale si era reso necessario l’intervento di personale dell’Arma, ha posto in evidenza la pericolosità del reo e determinato il suo arresto in flagranza del reato di maltrattamenti in famiglia.

Il provvedimento è stato convalidato dal Giudice, che ha imposto al giovane il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle vittime.

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