(Fonte: Claudio Civettini) – Presidente del Cda cantina sociale di Mori con suggeritore; un passo indietro del Cda per il bene delle cantina nell’interesse dei soci e del territorio! A prescindere dall’atteggiamento assunto da parte del Presidente della Cantina di Mori il quale, con il suo Cda, ha deciso di adottare scelte intransigenti sull’ammissione dei soci, facendo uscire dall’aula, in modo pittoresco, oltre al sottoscritto anche altri soci per la sola mancanza di un timbro, ciò che risulta evidentemente paradossale e, insieme, comico, è il fatto che – a fronte delle domande del pubblico, che sono documentabili e testimoniabili – il Presidente abbia risposto con, al suo fianco, un suggeritore su cosa dire e non dire.
Questa è una dimostrazione dell’evidente inadeguatezza, dal punto di vista del ruolo, del Presidente poiché, nel rispetto della sua stessa professionalità, la trasparenza non necessita di essere filtrata dal dosaggio delle parole nel momento in cui, al diritto di essere informati sulla situazione della Cantina di Mori, sono i soci.
Diversamente, infatti, nel momento in cui il Presidente necessita di avere un suggeritore, sarebbe stato altrettanto corretto che i soci fossero messi nelle condizioni di essere egualmente tutelati e preventivamente informati, poiché è chiaro come, oltre ad essere impari l’accesso alle informazioni, diventano altresì impari il confronto e le argomentazioni parzialmente illustrate, senza così peraltro risultare esaustive.
Uno dei principi fondanti del sistema cooperativo è infatti, insieme alla giusta necessità di avere delle guide, il diritto dei soci di essere parimenti, senza filtri, su quanto sta succedendo all’interno della cooperativa.
Venendo a mancare simili principi – avendo il Presidente la necessità di filtrare le proprie risposte attraverso non un parere, bensì una vera e propria “consulenza in diretta” platealmente visibile – credo che l’unico bene fattibile ora allo sviluppo del territorio e dei soci con cui opera la Cantina sociale di Mori Colli Zugna sia un passo indietro dell’attuale Cda.
Un passo indietro doveroso perché è inaccettabile che a legittime domande e richieste di chiarimento seguano, come pare accada ora, atteggiamenti vessatori a danno di chi ha profuso il massimo impegno e ottimi risultati, penalizzando così, insieme, soci e territorio.
