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LANCIO D'AGENZIA

CAL – CONSIGLIO AUTONOMIE LOCALI * RIUNIONE 31 MAGGIO: « SOSTEGNO AL PAGAMENTO DEI CANONI DI LOCAZIONE NELLE ZONE PERIFERICHE E SVANTAGGIATE »

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20.24 - mercoledì 31 maggio 2023

Programma Fondo sociale europeo plus (FSE+) e programma Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) 2021-2027.
Oggi l’audizione in Commissione.

Il Cal oggi, in Quinta Commissione permanente, ha espresso la sua posizione in merito alla proposta di deliberazione della Giunta provinciale di approvazione del regolamento d’esecuzione dell’articolo 18 della legge provinciale sull’Europa 2015, per l’attuazione del programma Fondo sociale europeo plus (FSE+) e del programma Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) 2021-2027.

Il Presidente del Cal, Paride Gianmoena, intervenuto da remoto per un impegno istituzionale a Roma, ha illustrato all’aula, coordinata dal vicepresidente del Cal, Michele Cereghini, il documento predisposto per la Commissione.
I fondi strutturali europei – ha detto – movimenteranno, in provincia di Trento e nel periodo 2021-2027, risorse per 340 milioni di euro. Le linee di intervento previste, nello specifico, evidenziano spunti interessanti per i Comuni e Comunità. Nell’esprimere un giudizio positivo rispetto al contenuto della proposta di regolamento, di particolare rilievo risulta la previsione che consentirà l’attuazione degli interventi finanziati dai fondi in oggetto, attraverso convenzioni fra la Provincia ed altre pubbliche amministrazioni, tra cui potranno evidentemente rientrare anche Comuni e Comunità. In proposito, il sistema degli enti locali si è dichiarato pronto a collaborare con la Provincia, per la più efficace destinazione di tali importanti risorse.
I fondi strutturali europei

 

Il Fondo sociale europeo Plus (Fse+) è il principale strumento di investimento sulle persone, per costruire un’Europa più attenta al sociale e più inclusiva. Aiuta gli Stati membri ad affrontare la crisi pandemica, ad ottenere più alti livelli di occupazione, soprattutto per giovani e donne, una più equa protezione sociale e una forza lavoro pronta alle transizioni, in particolare quelle dell’economia verde e del digitale.
Il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) è uno dei principali strumenti finanziari della politica di coesione dell’UE. Si prefigge di contribuire ad appianare le disparità esistenti fra i diversi livelli di sviluppo delle regioni europee e di migliorare il tenore di vita nelle regioni meno favorite. Un’attenzione particolare è rivolta alle regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici, come le regioni più settentrionali, con densità di popolazione molto basse, e le regioni insulari, transfrontaliere e di montagna.
Tramite il programma FESR le operazioni finanziabili da parte della Provincia possono consistere nella realizzazione di opere pubbliche, nell’acquisizione di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione e nell’erogazione di finanziamenti, come definiti dal programma in riferimento alle singole azioni previste dalle pertinenti priorità e dai relativi obiettivi specifici.

 

Sostegno al pagamento dei canoni di locazione nelle zone periferiche e svantaggiate.

Parere favorevole con osservazioni.
Dopo il rinvio del 17 maggio scorso, deciso per ulteriori approfondimenti, il Cal ha preso in esame e dato parere favorevole, con osservazioni, alla proposta di deliberazione della Giunta provinciale in merito all’Approvazione delle disposizioni per l’attuazione del sostegno al pagamento dei canoni di locazione nelle zone periferiche e svantaggiate.
Come ha evidenziato l’Assessore competente del Cal, Stefano Bisoffi, l’aspetto di maggiore delicatezza affrontato dal Cal è stato il criterio di individuazione dei Comuni “periferici e svantaggiati”, interessati dalla misura.
Bisoffi ha specificato che, dopo le criticità evidenziate dal Cal, c’è stato un incontro di approfondimento con la Provincia, da cui sono scaturite alcune osservazioni migliorative, rispetto alla proposta della Provincia.
In particolare, è stato chiesto di ricomprendere nell’ambito di applicazione della misura i comuni capoluogo di comunità, qualora classificati come periferici o ultraperiferici, così come i territori già individuati come svantaggiati, ai sensi della legge provinciale n. 17/1998.

Bisoffi ha anche approfittato della presenza da remoto dell’Assessora provinciale alle politiche della casa, Giulia Zanotelli, per chiedere un incontro dove proseguire i ragionamenti già avviati in merito alle politiche di edilizia pubblica in provincia di Trento. In particolare, ha evidenziato la preoccupazione di molti Sindaci in relazione agli alti canoni di locazione nei Comuni turistici, che spingono i residenti ad abbandonare i territori, e mettono in difficoltà i lavoratori che operano in tali aree.
Il Sindaco di Andalo, Alberto Perli, ha sottolineato che, parlando di aree svantaggiate, si dovrebbero mettere in risalto politiche per dare la possibilità ai giovani di rimanere sul territorio. Ha aggiunto che il criterio nazionale di individuazione andrebbe rivisto, adottando un “parametro trentino” più consono alla realtà territoriale. Giudicando positivamente la delibera, che riporta gli accorgimenti segnalati dal Cal, ha auspicato l’impegno per un ragionamento ad ampio respiro con proposte innovative. Il Procurador, Giuseppe Detomas, è intervenuto in un ampio ragionamento sull’abbandono delle aree di montagna. Un problema che va affrontato in ma birra decisa considerando che i recenti dati ISTAT sul calo demografico sono stati una vera e propria doccia fredda. In merito alla delibera ha precisato che, essendo una sperimentazione, i dati raccolti dovranno aiutare a individuare e risolvete le criticità. Ha toccato anche il tasto della mobilità interna tra aree svantaggiate, così come fatto dal collega e Sindaco di Borgo Valsugana, Enrico Galvan.

La delibera
Nella individuazione dei Comuni “periferici e svantaggiati”, la proposta di delibera fa riferimento, innanzitutto, alla classificazione di cui alla Strategia nazionale delle aree interne (SNAI).
Sono 90 i Comuni interessati e in 34 di essi, connotati da un maggiore indice di spopolamento, sarà riconosciuta una maggiorazione di contributo a favore di chi vi si trasferisca.
Nel dettaglio la proposta di delibera dà attuazione all’art. 23 dell’ultima legge di stabilità provinciale che punta a favorire l’incremento della popolazione insediata nelle zone periferiche e svantaggiate del territorio provinciale. Prevede che, in via sperimentale, la Provincia può promuovere azioni volte a riconoscere ai nuclei familiari che si trasferiscono nel 2023 in queste zone un incentivo economico, maggiorato per i giovani e le coppie di giovani di età inferiore a trentacinque anni, per il pagamento del canone di locazione sul libero mercato. Il contributo è di 2.500 euro annui ed è riconosciuto per un periodo di tre anni. Viene maggiorato di 250 euro se ci si trasferisce in un comune dell’elenco di maggiore spopolamento; di 500 euro se il nucleo è composto da una coppia di giovani (under 35) e di 250 euro se tutti i componenti del nucleo destinatario dell’alloggio sono giovani. Le maggiorazioni si possono cumulare fino a 500 euro. L’incentivo economico può essere maggiore nelle zone in cui negli ultimi dieci anni si è registrato un maggior spopolamento.La delibera individua le zone interessate la definizione dei requisiti di accesso, dell’entità del contributo e delle modalità di sua erogazione, a cui si provvede mediante la formulazione di uno schema di bando. Viene fissata anche una soglia minima e massima della condizione economica patrimoniale familiare del nucleo richiedente. La soglia di Icef prevista è maggiore a 0,23 e non superiore a 0,41. L’importo stanziato per l’attivazione sperimentale dell’incentivo ammonta a 1 milione 500mila euro ripartito equamente sulle annualità 2023 – 2024 – 2025.

 

Approvazione dei criteri e delle modalità per la concessione ai Comuni di contributi destinarti a lavori di somma urgenza.

Parere favorevole con osservazioni.
Il Cal ha dato parere favorevole, con osservazioni, alla proposta di deliberazione della Giunta provinciale concernente l’aggiornamento dei criteri e delle modalità per la concessione ai Comuni di contributi relativamente ai lavori di somma urgenza, di cui all’articolo 37, comma 1, della legge provinciale 1° luglio 2011, n. 9 ‘Disciplina delle attività di protezione civile in provincia di Trento’.

A illustrare la tematica è stato l’Assessore competente del Cal, Daniele Biada. È intervenuto sottolineando le nuove esigenze dei Comuni, alla luce dei cambiamenti ambientali, del rapido progresso tecnologico, delle numerose modifiche normative e di un nuovo assetto organizzativo- istituzionale. In merito alla disciplina proposta, è stato richiesto di ridurre la soglia minima di valore degli interventi finanziabili a 7.500 Euro complessivi, ricomprendendo eventualmente nell’ambito di un unico intervento le sistemazioni resesi necessarie in conseguenza del medesimo evento. Ancora, sono state richieste precisazioni in ordine alla documentazione da allegare alla domanda di contributo, e la disponibilità della struttura provinciale competente a condividere, ove possibile, con il Comune la valutazione della scelta tecnica relativa all’intervento da effettuare, sin dalla fase del sopralluogo congiunto.

Il Sindaco di Roncegno, Mirko Montibeller, ha voluto introdurre un ragionamento sulla prevenzione da adottare anche nella gestione della fragilità del territorio. Un aspetto che necessiterebbe di maggiore attenzione con fondi specifici da rimpinguare e da utilizzare nella manutenzione del territorio, in particolare dei corsi d’acqua. Ha anche evidenziato come serva maggiore chiarezza sulle procedure per la copertura finanziaria degli interventi.
Su questi temi e sulla necessità di lavorare in somma urgenza, affidandosi a un iter burocratico certo e sicuro, è intervenuto anche il Sindaco di Mezzana, Giacomo Redolfi che ha parlato di una necessità trasversale a tutti i Comuni trentini. Di investire sulla prevenzione da parte della Provincia ha parlato anche il Sindaco di Lavis, Andrea Brugnara. Un ragionamento che dovrebbe vedere coinvolte le Comunità di valle nella predisposizione di un’agenda di lavori di tutela e prevenzione, e che il Cal ha voluto inserire con una nota specifica nel parere.
La delibera.
Tre sono gli aspetti principali oggetto di aggiornamento attraverso la proposta di delibera: la migliore definizione della tipologia degli interventi ammessi a contributo, l’introduzione in un unico testo delle disposizioni relative alla tempistica per l’esecuzione dei lavori, della disciplina dei superi di spesa e della rendicontazione, nonché l’aggiornamento degli importi.
Per ciò che concerne la tipologia degli interventi ammessi a contributo, l’obiettivo perseguito dal presente aggiornamento consiste nell’individuare con maggior dettaglio tali interventi al fine di circoscrivere con chiarezza l’ambito applicativo delle disposizioni attuative. In merito alla tipologia degli interventi ammessi a contributo è doverosa una precisazione che riguarda l’eccezionale scarsità di precipitazioni pluviometriche e nevose negli ultimi tempi ha determinato, in gran parte del territorio nazionale, una situazione di deficit idrico con potenziali gravi ripercussioni sulla vita sociale, economica e produttiva, nonché grave pregiudizio per la sanità e l’igiene pubblica. Di conseguenza negli interventi diretti al ripristino della funzionalità della rete e delle opere di acquedotto ad uso civile potabile, a cui si è voluto dare autonomo rilievo con l’aggiornamento dei presenti criteri, rientrano anche gli interventi finalizzati al recupero e all’integrazione di risorsa idrica, su opere di captazione, accumulo o di adduzione danneggiate o divenute non idonee a causa di un’emergenza idrica.

Per quanto riguarda gli importi minimi e massimi degli interventi ammissibili a contributo, la proposta della Provincia è quella di finanziare gli interventi compresi fra i 10.000 e gli 800.000 euro, comprensivi delle somme a disposizione, fermo restando che – per gli interventi di maggiore importo – è previsto l’intervento diretto della Provincia stessa.

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