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LANCIO D'AGENZIA

CACCIATORE UCCISO – VAL RENDENA (TN): LAV, LA POLITICA ABOLISCA LA CACCIA

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15.21 - mercoledì 13 settembre 2017

(Fonte: Ufficio stampa Lav, Lega anti vivisezione) –  Trento – cacciatore ucciso in Val Rendena, chiarita la dinamica. Lav: la caccia e’ crudele e pericolosa non solo per gli animali. Ora attendiamo seri e urgenti provvedimenti da parte della politica.

Sulla dinamica dei fatti che avevano comportato l’uccisione di un cacciatore in Val Rendena, nei giorni scorsi si erano rincorse diverse voci. Chi lo descriveva ucciso da un colpo accidentale partito durante una cena fra cacciatori, chi da un colpo sparato dal fucile di un amico dentro un capanno da caccia, ora finalmente si è saputa la verità. Il cacciatore, durante una battuta di caccia al cervo, è stato ucciso da un compagno perché scambiato per l’animale da loro braccato.

Quando era oramai buio, in un’area in cui la visibilità era ulteriormente ridotta dalla nebbia e dalla pioggia, il cacciatore che ha esploso il colpo mortale non ha avuto un attimo di esitazione. Pur non rendendosi conto di chi fosse il destinatario della sua pallottola, ha premuto il grilletto e così si è macchiato di un delitto che poteva essere evitato semplicemente applicando un minimo di attenzione.

“Quello che è successo in val Rendena non può essere liquidato come un incidente di caccia– afferma Simone Stefani responsabile della Lav Trentino –è accaduta una tragedia legata al desiderio di uccidere dei cacciatori, un desiderio che non si è fermato neppure in condizioni di visibilità che avrebbero consigliato di scaricare e rinfoderare i fucili”.

“Alla luce di ciò che è successo e di come è successo – continua Stefani – richiediamo seri ed urgenti provvedimenti da parte della politica per garantire la sicurezza di tutti i cittadini. E’ chiaro che non ci si può sentire sicuri a passeggiare nei boschi nè al tramonto nè all’alba e ciò non certo per colpa degli animali selvatici”.

Nei giorni precedenti la tragedia i cacciatori trentini, pervasi dalla bramosia di uccidere, si sono addirittura detti pronti a sparare ai lupi, pur sapendoli protetti da importanti leggi nazionali e direttive comunitarie.

E’ da queste loro affermazioni e dagli atti conseguenti che si deve ripartire per rivedere la figura del cacciatore trentino, che fino a oggi si è spacciato per essere un tutore dell’ambiente e finanche degli animali selvatici.
Nella realtà i cacciatori trentini non differiscono affatto dai cacciatori del resto del nostro Paese, ciò che li muove è solo il desiderio di sopprimere crudelmente altri esseri viventi.

Un desiderio che porta a tragedie come quella di val Rendena, perché il piombo dei loro fucili non distingue tra uomini e animali, entrambi vittime innocenti.

“Anche per i motivi su esposti – conclude Stefani – nelle prossime settimane la Lav lancerà una grande mobilitazione nazionale per chiedere l’abolizione definitiva della caccia. Finalmente i cittadini avranno l’occasione per far sentire la loro voce e, assieme alla Lav, richiedere un provvedimento che metta definitivamente fuori legge un assurdo passatempo sanguinario, che provoca migliaia di vittime, esseri umani compresi ”.

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