La Commissione antimafia, nella relazione conclusiva fa riferimento per la prima volta anche alla nostra Regione, affermando che persone in relazione con le cosche, sono autori di reati economici- finanziari nei settori dell’edilizia e del porfido.
Non voglio entrare nel merito delle autorevoli affermazioni della Commissione che sicuramente saranno sostenute da documentazione oggettiva, voglio però fare un distinguo, per evitare che si faccia di tutta l’erba un fascio.
Posso condividere i timori e sono conscio del fatto che il Trentino, con le sue risorse economiche, possa essere attrattivo per attività criminali e pertanto la situazione va altamente monitorata, ma sono altrettanto convinto che le aziende territoriali non possono essere invischiate.
Le aziende locali che da anni lavorano nel comparto estrattivo del porfido non sono mafiose, questo settore, come quello dell’edilizia, è purtroppo stato sconvolto dalla crisi, numerose aziende sono state spazzate via assieme a un numero ingente di operai, rimasti senza lavoro.
Lungi da me fare demagogia su una tale situazione, ma è evidente che il Governo provinciale deve dare una risposta, è indispensabile agire in fretta, affrontando l’emergenza con delle misure sostanziali che siano di sostegno per una concreta ripresa.
Risposte certe e vedute lungimiranti, di questo ha bisogno il settore del porfido, quello che i governi provinciali di centro sinistra autonomista che si sono avvicendati in questi ultimi anni, non hanno saputo dare. Si sono seduti sugli allori e non sono stati avveduti, crogiolandosi, raccontandosi e raccontando che in Trentino tutto andava bene. Ora, però, tutto si sta lentamente sgretolando e la realtà delle cose sta venendo a galla.
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Giacomo Bezzi Forza Trentino