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BARATTER * ELEZIONI: ” AMICI DEL PD, DOPO AVERE PERSO IL MOLISE E TRA POCO IL FRIULI-VENEZIA GIULIA SIETE DISPOSTI A PERDERE IL TRENTINO PER RAGIONI PERSONALI?

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06.46 - venerdì 27 aprile 2018

Il 4 marzo è suonato l’allarme generale, dinnanzi al quale il centro sinistra autonomista – la nostra coalizione – anziché correre ai ripari ha scelto, ancora una volta, di prediligere l’italian style della politica.

Molti elettori delusi ci chiedono di serrare le fila, di concepire una visione concreta per l’autonomia (le persone vogliono tornare a sognare), di mettere da parte i distinguo, di fare tesoro delle molte cose fatte e di avviare una seria autocritica, dividendo equamente gli oneri e gli onori. E invece? Avviene l’esatto contrario.

In estrema sintesi questo è lo spettacolo deprimente cui assistiamo da oltre un mese e mezzo: si rompono le fila, si cerca l’agnello sacrificale, prevalgono le ambizioni personali (anche non dichiarate, magari sperando in una possibilità di rivincita in caso di elezioni nazionali anticipate), si aprono battaglie spietate interne ai partiti, si perpetuano tra i diversi protagonisti le diffidenze reciproche che presero il via all’indomani delle primarie del luglio 2013.

Tale logoramento rafforza di giorno in giorno l’ipotesi che il 21 ottobre vinca il centro destra: il quale in scioltezza, mantenendo un basso profilo, non deve fare altro che rimanere sulla riva del fiume ad aspettare.

Tutto questo in un’epoca in cui avremmo potuto giocare un ruolo guida su molti versanti (essere, ad esempio, protagonisti di un rilancio a livello nazionale del tema del regionalismo differenziato, insieme alle regioni ordinarie virtuose che stanno costruendo un percorso di autogoverno), ma avremmo anchepotuto e dovuto dimostrare con ancora maggior vigore che l’autonomia è quella marcia in più per essere una vera avanguardia del futuro.

Noi autonomisti siamo sempre stati leali in questi cinque anni – non di rado abbiamo sostenuto anche battaglie che non erano le nostre, per il bene della coalizione – pur sapendo che questa lealtà ci sarebbe costata cara (abbiamo, ad esempio, perso numerosicomponenti illustri del nostro Partito).

Dico quindi agli amici del Pd: dopo avere perso il Molise e tra pochi giorni anche il Friuli-Venezia Giulia, siete davvero disposti a perdere anche il Trentino solo per ragioni di carattere squisitamente personale?

In questi cinque anni abbiamo fatto molto (certo potevamo fare molto di più se non ci fossero stati continui distinguo), ma ora è così importante per voi far saltare la coalizione solo perché qualcuno vuole togliersi (per ragioni personali) un sassolino dalla scarpa?

Lungi da me dire quali scenari altrimenti si aprirebbero. È tuttavia evidente che se non si cogliessero gli spunti critici sopra elencati – serrando subito le fila, in tempi brevissimi – sarà inevitabile che qualcuno si senta a quel punto legittimato a pensare seriamente a un progetto politico strutturato, finalizzato a mettere accanto i partiti locali e territoriali, per corrispondere a quel sentimento moderato, autonomista e popolare che, in fondo, è la peculiarità caratteriale delle persone che vivono in questa terra.

 

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Lorenzo Baratter

Consigliere provinciale e regionale

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