Nel mese di giugno il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 11,2 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.766,4 miliardi. L’aumento è dovuto all’incremento delle disponibilità liquide del Tesoro (4,9 miliardi, a 86,2), al fabbisogno (4,2 miliardi) e all’effetto complessivo di scarti e premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (2,2 miliardi).
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 12,5 miliardi mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 1,3 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato.
Alla fine di giugno sia la quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia sia la vita media residua del debito sono rimaste stabili, rispettivamente al 25,8 per cento e a 7,7 anni.
A giugno le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 36,0 miliardi, in aumento del 10,4 per cento (3,4 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2021. Nel primo semestre dell’anno le entrate tributarie sono state pari a 218,1 miliardi, in aumento dell’11,9 per cento (23,2 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.