Non tornerò se non molto brevemente sulla situazione congiunturale, sulla quale mi sono soffermato un mese fa in questa stessa sede.
Le informazioni resesi disponibili nelle ultime settimane, pur fornendo alcuni segnali meno sfavorevoli, confermano che l’economia italiana rimane debole e continua a risentire del rallentamento globale ed europeo. Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel terzo trimestre il prodotto interno lordo è cresciuto in misura marginale (0,1 per cento rispetto al periodo precedente). A settembre la produzione industriale è diminuita dello 0,4 per cento. A ottobre l’indice composito dei responsabili degli acquisti delle imprese (PMI) è aumentato lievemente, grazie a un miglioramento nel settore dei servizi. Nelle nostre indagini più recenti le imprese hanno espresso giudizi meno sfavorevoli sulle prospettive di domanda e indicato un moderato rafforzamento dei piani di investimento rispetto all’inizio dell’anno.
Alla luce delle informazioni disponibili il quadro macroeconomico del Governo per il prossimo anno, che prevede una crescita del prodotto dello 0,6 per cento, si conferma condivisibile e in linea con le nostre valutazioni più recenti. Per il 2021 l’obiettivo di crescita (1,0 per cento) è un po’ superiore alla stima recentemente diffusa dalla Commissione europea (0,7); non è fuori portata, ma per raggiungerlo appare necessario che si mantengano condizioni finanziarie distese e che non si indebolisca ulteriormente il quadro internazionale.
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