Cedu: Italia condannata per non aver trascritto matrimoni same-sex. Schuster (Ecsol): Risultato importante per Stati senza unioni civili. In data odierna la Corte europea per i diritti umani ha condannato l’Italia per aver rifiutato a diverse coppie di cittadini di trascrivere i loro matrimoni contratti all’estero, così negando qualsiasi forma di riconoscimento e tutela per le loro relazioni.
Un risultato che con le unioni civili acquista poca rilevanza per l’attuale situazione italiana, ma che pone un principio di assoluto rilievo per quegli Stati europei che negano ogni forma di riconoscimento.
Ecsol, la Commissione europea per il diritto in materia di orientamento sessuale, un network di avvocati, accademici e magistrati, anche costituzionali, era intervenuta nel ricorso Orlandi e altri c. Italia, a favore delle coppie ricorrenti sostenendo che l’Italia aveva violato la Convenzione.
L’avv. Alexander Schuster, membro di Ecsol per l’Italia e avvocato dei ricorrenti in Oliari, la nota sentenza di condanna del luglio 2015, evidenzia come la Corte si rifaccia ampiamente all’esito a cui era pervenuta appunto in Oliari.
Per i giudici di Strasburgo non vi è un obbligo di riconoscere i matrimonio stranieri come matrimonio in Italia, ma deve essere concesso almeno un istituto specifico che tuteli queste coppie. «Una sentenza rilevante per fare chiarezza sulla libertà di movimento anche nell’Unione europea e che giunge quando la Corte di Lussemburgo deve proprio esprimersi su un caso riguardante la Romania. Si tratta di una decisione che la Corte di giustizia dell’Unione non potrà ignorare».
Link alla sentenza integrale: http://hudoc.echr.coe.int/fre?i=001-179547