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LANCIO D'AGENZIA

AVV. MARCO CIANCI – AVV. VANNI CEOLA * CIRCONVALLAZIONE FERROVIARIA AC/AV – TRENTO: « L’ESPOSTO- DENUNCIA PER IL TRANSITO SULLE AREE INQUINATE DI TRENTO NORD » (PDF INTEGRALE)

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12.49 - sabato 9 aprile 2022

Le integrazioni al progetto tecnico economico di RFI, presentate su richiesta della Commissione VIA sull’opera non solo non diminuiscono le preoccupazioni dei cittadin*, ma le aumentano, tanto che verrà presentata un’integrazione al precedente esposto presso la procura di Trento.

Le principali questioni presenti nell’integrazione all’esposto sono le seguenti:

1) Trincea 04: RFI sostiene che il terreno sottostante la ferrovia non è inquinato. 76Mila metri cubi di materiale che invece lo sono (dato che sia a est che a ovest della ferrovia è stato rilevato il piombo tetraetile). RFI prevede di depositare questo materiale all’aperto anziché in siti confinati

2) Lo scavo richiamerebbe le acque della falda inquinata in quantità significative (che richiederebbero un aumento significativo dei costi) per cui non è previsto dal progetto di RFI alcun piano di smaltimento in sicurezza

3) Lo scavo prevede paratie profonde 20 metri che intaccherebbero la lente d’argilla che la momento separa la falda superiore inquinata da quella profonda

Il rischio di inquinamento della falda profonda secondo le integrazioni non solo no diminuisce, ma aumenta

4) Prima di depositare il materiale RFI prevede di procedere ad uno scortico di 30 cm di terreno e materiale vegetale inquinati di cui si nega la contaminazione

5) Il capping di 30 cm di protezione dell’area per il deposito materiali ritenuto già insufficiente non solo non viene aumentato, ma coperto da uno strato di asfalto, che non risolve il problema e aumenta la quantità di materiale da conferire in discariche speciali

Inoltre queste ed altre importanti osservazioni verranno inviatenei prossimi giorni alla commissione VIA su temi diversi affrontati dalle osservazioni integrative, che riguardano le questioni idrogeologiche, le vibrazioni e le questioni paesaggistiche (rendering di Villa Bortolazzi da guardare perché scandaloso!)

PER ULTERIORI INFO, si veda documento allegato

 

PROCURA DELLA REPUBBLICA presso il TRIBUNALE DI TRENTO P.M. dott. Alessandra Liverani

I sottoscritti avv. Marco Cianci e Vanni Ceola, ad integrazione dell’esposto denuncia depositato, producono la seguente Memoria integrativa all’ESPOSTO/DENUNCIA relativo al transito nelle aree inquinate di Trento nord della Circonvallazione Ferroviaria AC/AV di Trento

Una premessa indispensabile
In data 12/10/2021 RFI ha presentato alla Commissione Nazionale Dibattito pubblico, alla Commissione Nazionale VIA, al fine del suo inoltro alla Commissione Tecnica PNRR/PNIEC ed alla Conferenza Nazionale dei Servizi il Piano di Fattibilità Tecnico Economica (PFTE) della Circonvallazione ferroviaria AC/AV di Trento.

In detta documentazione (più di mille pagine di relazioni e centinaia di tavole) è contenuta anche la Valutazione (studio) di Impatto ambientale dell’opera nonché l’analisi di rischio della stessa. Su questa documentazione si è tenuto il Dibattito Pubblico che ha visto la convocazione a Trento di cinque assemblee territoriali e la realizzazione, in contemporanea ed a valle, di numerosi tavoli tematici.

Il dibattito pubblico ha dato vita ad una relazione del Coordinatore che fra i suoi allegati comprende un documento “a cura del Proponente” nel quale RFI “risponde” a duecento domande dei cittadini rimaste inevase nel corso delle Assemblee Territoriali e dei tavoli tematici. Con proprio decreto il Ministro alla Transizione Ecologica in data 18 gennaio 2022 ha nominato, in attuazione dei disposti del D.L. 77/2021, la Commissione Tecnica PNRR/PNIEC alla quale spetta la Valutazione di Impatto Ambientale dell’opera in parola. In data 25 gennaio 2022 la Commissione medesima ha aperto i termini per la presentazione da parte degli aventi interesse delle osservazioni circa il PFTE presentato da RFI per la realizzazione della Circonvallazione ferroviaria AC/AV di Trento. Osservazioni sono state inviate oltreché dagli scriventi (attraverso l’avvocato Marco Cianci) anche dal Comune di Trento (che ha espresso parere favorevole con prescrizioni) e dalla Provincia Autonoma di Trento che ha scritto di aver rilevato mancanze e criticità tali da non poter esprimere parere positivo.

In data 2 e 9 marzo 2022 la Commissione Tecnica ha chiesto a RFI delucidazioni e documentazione aggiuntiva al PFTE, anche e soprattutto in merito alle problematiche di tipo ambientale connesse al transito attraverso il SIN di Trento Nord della circonvallazione ferroviaria e circa la scelta di realizzare sulle aree ex SLOI ed ex Carbochimica il cantiere di deposito temporaneo delle terre e delle rocce che saranno prodotte dallo scavo della parte nord della galleria a due canne, che perforerà Vigolana e Marzola.

Alla fine di marzo 2022 RFI ha risposto alla richiesta di integrazione. Sul sito della Commissione Tecnica PNRR – PNIEC sono comparsi 15 nuovi documenti di integrazione del Progetto di Fattibilità Tecnico Economica che ineriscono al modo come RFI vorrebbe dare risposta alle criticità sollevate sia dalle Osservazioni inviate dai cittadini e dalle 1

Associazioni, che dal Dibattito Pubblico. Conseguentemente si sono riaperti i termini perché cittadini ed Associazioni, ma anche gli Enti Locali valutino e contro deducano, sulla nuova proposta di PFTE predisposta da RFI.

I tempi per le osservazioni scadono il 13 aprile 2022.

Ai fini di questa memoria è importante notare che l’APPA (l’Azienda Provinciale per la Protezione Ambientale, che ha redatto un’apposita relazione sulla vicenda) e la Provincia di Trento, nella Delibera della Giunta Provinciale n.272/2022, parlano espressamente di “pericoli per i lavoratori e le persone” se le modalità previste da RFI per la realizzazione del transito della circonvallazione nel SIN dovessero trovare attuazione, confermando in questo modo quanto da noi già messo in luce nell’esposto/denuncia.

In data 28 marzo 2022 si è tenuta, in modalità on line, la Conferenza di informazione del Consiglio Provinciale di Trento, avente per titolo “Il SIN di Trento nord e le opere di bonifica previste”. Ai lavori della conferenza hanno partecipato oltre ai Consiglieri Provinciali, il Dirigente del Dipartimento Ambientale della PAT, Roberto Andreatta, l’ing. Rampanelli sostituto dirigente del Settore autorizzazioni e controlli di APPA, Mauro Groff, Dirigente del Servizio Opere pubbliche ed Ambientali dell’Agenzia Provinciale per le Opere Pubbliche (Servizio incaricato della bonifica delle rogge demaniali di Trento Nord), l’Assessore all’ Urbanistica del Comune di Trento, avv. Monica Baggia, la ing. Chiara Locicero, sostituto direttore d’ufficio Unità Organizzativa rifiuti e bonifica dei siti inquinati dell’ APPA. Per la parte RFI erano invece presenti l’ing. Giuseppe Romeo, Responsabile Direzione Investimenti Area Nord/Est, l’ing. Flavia Polli, Progettista Bonifiche Ambientali Italferr, l’ing. Rosanna Del Maschio Project Manager di Italferr e l’ing Sara Padulosi di Italferr. Da Essa si è appreso che nonostante non ci sia ancora alcun pronunciamento della Commissione tecnica PNRR/PNIEC sul Piano di Fattibilità Tecnico Economica della Circonvallazione di Trento e relativamente alle integrazioni inviate, RFI ha in animo di svolgere sulle aree di Trento Nord sondaggi di carattere vario (in particolare l’esame del soil gas per determinare la quantità e i livelli di inquinamento delle aree) e si comporta come se fosse già in possesso delle autorizzazioni necessarie alla realizzazione della circonvallazione ferroviaria AC/AV. Detto comportamento, oltreché alcune delle scelte che per RFI sembrano essere ormai assodate, ci portano in primis a reiterare la richiesta che d’ora in avanti un soggetto terzo, nominato dalla Procura, sia presente e messo a conoscenza di ogni movimentazione del terreno in quell’area e che questo partecipi sia alle attività di accertamento sullo stato dell’inquinamento che alla definizione delle scelte e delle metodologie di intervento in quell’area.

Il parere dell’APPA
L’ing.ra Chiara Lo Cicero, responsabile per l’APPA dei siti inquinati e redattrice del parere dato da APPA stessa alla Provincia Autonoma di Trento in ordine alla Valutazione di Impatto ambientale della Circonvallazione AC/AV di Trento, ha presentato alla conferenza di informazione venti slide (allegato 1) che sintetizzano il parere di APPA anche relativamente alle integrazioni fatte da RFI.
E’ bene che le slide siano adeguatamente commentate in modo da cogliere l’esatto significato sia delle criticità rilevate che la reale consistenza dell’inquinamento dell’area, su cui RFI, come vedremo, continua a cercare di minimizzare per realizzare il suo intervento.
Slide 3 (le slide 1 e 2 sono rispettivamente il titolo della comunicazione della ing. Lo Cicero e la descrizione della incidenza su SIN di Trento nord del progetto di circonvallazione ferroviaria AC/AV)

 

La slide in oggetto sintetizza alcuni degli interventi proposti da APPA nella conferenza dei Servizi Provinciali del 15 febbraio scorso e messi in evidenza anche nell’esposto da noi presentato alla Procura. In particolare ricorda:

a. che il progetto non affronta il problema dell’intercettamento della falda e quindi non affronta la questione delle “acque aggottate” che dovranno essere considerate come “acque contaminate”. Si tratta di una criticità di particolare rilievo visto che a fenomeni di questo tipo sono andati incontro tutte le realizzazioni nella zona a nord dello scalo Filzi, dentro l’esposto abbiamo citato a titolo esplicativo quanto sta accadendo nella realizzazione del nuovo Poli, poco più a nord del SIN. A questa criticità RFI non risponde neppure nelle integrazioni inviate alla Commissione PNRR/PNIEC, nonostante la circonvallazione scorra in quel tratto ad una media di meno 10 metri dal piano di campagna e che sia localizzata esattamente fra le aree inquinate della SLOI e della Carbochimica.

b. manca nella analisi di RFI un approfondimento sull’impatto dell’opera sulle acque superficiali e su quelle sotterranee in fase di cantiere (ovvero, non è chiara la tecnica che RFI intende adottare, visto che attualmente ad essere inquinata è la falda superficiale ma il cantiere pone a rischio anche quella profonda, prevedendo l’infissione di parancole e la realizzazione di muri interrati della dimensione superiore ai 20 metri, opera che rischia di lacerare il diaframma argilloso che garantisce la separazione della falda acquifera profonda dai veleni della falda superiore). Su questo nelle integrazioni inviate RFI sostiene, sulla base di trivellazioni avvenute non in sito ma a circa 1000 metri (sic!) di distanza in linea d’aria che la falda profonda inizia solo sotto la profondità di 50 metri dal piano di campagna e che quindi la realizzazione di muri profondi tra 20 ed i 25 metri non produrrà fenomeni di trasmigrazione dell’ inquinamento dalla falda superficiale a quella profonda

c. il progetto considera la Fossa degli Armanelli, luogo dove per anni la SLOI ha sversato i residui delle sue lavorazioni (in altre parole il piombo tetraetile ed il mercurio) già bonificata. In realtà non è così non solo perché il cantiere della bonifica delle rogge è ancora fermo e non è avanzato di un solo metro a causa di problemi riscontrati con l’altezza della falda, ma anche perché la Fossa degli Armanelli è privata e quindi è esclusa dalla bonifica delle rogge demaniali. La questione è importante anche perché la dice lunga sulle volontà di bonifica di RFI. Infatti, la Fossa degli Armanelli è di proprietà di RFI e a RFI il Comune di Trento, ancora prima della creazione del SIN (allegato b) ha più volte intimato il disinquinamento, senza che questa abbia dato corso in nessun modo alla bonifica. Nella Valutazione di Impatto Ambientale, allegata al PFTE, RFI fa finta di non sapere queste cose (pur dichiarando di aver chiesto ed ottenuto l’accesso agli atti!) e i suoi progettisti fanno finta di cadere dalle nuvole quando parlano di questa circostanza che peraltro significa un consistente aumento del materiale da trasportare in discarica speciale. Nelle recenti integrazioni l’atteggiamento cambia e RFI ammette che la fossa degli Armanelli va totalmente bonificata, senza peraltro quantificare la quantità di materiale da asportare

d. l’APPA propone una modifica progettuale circa lo spostamento previsto del Rio Lavisotto, visto che la proposta progettuale rischia di creare un’area fra il nuovo corso del rio e la linea ferroviaria di difficilissima utilizzazione e ricadente peraltro per intero in fascia di rispetto (ferroviaria e fluviale). Su questo le integrazioni di RFI non intervengono.

e. APPA rileva come il progetto di RFI produca dei rischi per la popolazione visto che produrrà emissioni contaminanti volatili e disturbo olfattivo e chiede che l’intervento avvenga con le stesse caratteristiche della bonifica delle rogge, ovvero in ambiente confinato (depressurizzato – dentro una sorta di igloo – dove i lavoratori operino dotati di maschere antigas e tute protettive, e l’aria sia adeguatamente aspirata, filtrata e depurata prima di essere riammessa all’esterno).

 

Slide 4
La Slide 4 necessita di una particolare attenzione in quanto costituisce il punto di maggior fraintendimento circa il disinquinamento dell’area.
La slide in parola non è altro che una sezione del progetto di RFI (contenuta nelle integrazioni inviate a fine marzo 2022 alla Commissione Tecnica PNRR/PNIEC) della quale si evince che i proponenti intendono spostare la fossa degli Armanelli ed intubarla, demolire e spostare la linea ferroviaria storica all’interno dell’area SLOI, realizzare due nuovi binari della Circonvallazione. Lo sbanco per lo spostamento della linea storica sarà profondo circa 3,5 metri ed in questo modo sarà possibile intubare anche la Fossa degli Armanelli. Il disinquinamento insomma consisterebbe nel portare in discarica circa 10.000 metri cubi di terreno inquinato.

Detto in altre parole lo sbanco per la realizzazione della TR04, la trincea dove scorrerà la nuova circonvallazione, secondo questa interpretazione non riguarderebbe aree inquinate, perché avverrebbe sotto il sedime della attuale linea storica! Si vuole far passare l’idea che l’inquinamento segua i confini catastali dei lotti o quelli delle proprietà e trasmigri, attraverso un salto, dall’area ex SLOI a quella ex Carbochimica e viceversa. Che l’idea sia quantomeno “originale”, oltreché interessata, è dimostrato dalla caratterizzazione delle rogge su cui sta per iniziare la bonifica (e che in sintesi abbiamo trasmesso alla Procura mediante l’Esposto/Denuncia). Il Rio Lavisotto che, dal punto di vista delle proprietà scorre interamente sull’area Carbochimica, ad est della linea ferroviaria storica, risulta infatti inquinato sia sul suo lato destro, che sul suo lato sinistro da piombo tetraetile e da idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Accettare l’idea che sotto la linea ferroviaria storica (dove transiterà la Circonvallazione) non c’è inquinamento significa mettere in pericolo l’intera città, ovvero svolgere lavori di sbanco e di movimentazione di una enorme massa di terreno (circa 80.000 metri cubi) senza alcun accorgimento per la protezione dei lavoratori e della popolazione circostante. Sostenere che l’inquinamento c’è a destra ed a sinistra della linea ferroviaria ma non sotto la stessa è avere una visione totalmente burocratica della situazione e non capire che i confini del SIN sono stati tracciati a lato della linea storica proprio per non causare il blocco della stessa e visto che da anni (la chiusura della SLOI è del 1978, mentre quelle aree sono diventare SIN nel 2003) si era costituita su quell’area una situazione di equilibrio ambientale che consentiva la continuazione del transito dei treni. Il continuo rifiuto a fare prelievi su quei terreni si spiega infatti solo in questo modo: si vuole che l’opera inizi e che la gravità dell’inquinamento emerga solo quando si tratterà di caratterizzare quelle terre, per capire se potranno essere utilizzate come materiale per bonifiche ambientali o ad uso edilizio o dovranno essere trasferite in discarica speciale. Risulta significativo al riguardo notare come fra le opere anticipate il progetto di RFI includa tutte le trincee meno la TR04, proprio perché, se diviene lampante che quella dell’inquinamento sotto i binari della linea storica è un segreto di Pulcinella, a rischio è tutta l’opera vista la incongruenza fra i costi previsti per realizzare la circonvallazione e quelli necessari per un disinquinamento che porti i materiali inquinate fuori dal sito (oggi l’uso di questa tecnica costa più di 5.000 euro a metro cubo. Questo costa portare i Germania il materiale inquinato che proviene dalla bonifica delle rogge). E quindi è meglio che “la bomba” scoppi ad opera già iniziata e cantierata, così in un modo o nell’altro sarà necessario finirla!

Lasciare in sito, depositati per la caratterizzazione questa imponente massa di terreno produrrà la volatilizzazione del piombo e di molte altre sostanza, creando problemi alla salute dei lavoratori e della popolazione. Si noti al riguardo che, nelle integrazioni inviate alla Commissione Tecnica PNRR/PNIEC, RFI pensa di realizzare allo Scalo Filzi, in prossimità delle abitazioni e del quartiere di San Martino, a pochi metri dalla strada di maggiore transito veicolare della città (via Brennero) le quattro vasche previste per la caratterizzazione dei terreni provenienti sia dallo scavo in galleria che dalla realizzazione delle trincee.
Infine se si osserva attentamente la slide in parola emerge chiaro come a lato del tratto ferroviario sono previsti grossi muri che saranno conficcati nel terreno ad una profondità fra i 20 ed i 25 metri. La stessa insomma mostra in maniera inconfutabile il rischio della trasmigrazione dell’inquinamento dalla falda superficiale a quella profonda, ma anche la enorme quantità di acqua che questa opera richiamerà e che dovrà essere trattata come acqua inquinata.

 

Slide n. 5 e n. 6

Queste slide esaminano l’interferenza del Progetto di Circonvallazione con l’area ex Sloi in riferimento all’inquinamento da piombo e da mercurio relativamente allo spostamento della linea storica e, giustamente prevedono che almeno i poligoni di Thiessen (che suddividono il terreno a seguito della caratterizzazione effettuata nel 2003) vengano totalmente rimossi. Slide n. 7

Questa slide, invece, ci permette di mettere in evidenza quanto dicevamo poc’anzi, ovvero che il terreno sotto i binari della linea storica (che verrà spostata dentro l’area SLOI) è necessariamente inquinato e che l’inquinamento è in quel punto particolarmente alto visto che la loro collocazione attuale confina esattamente con i poligoni di Thiessen che risultano maggiormente inquinati come evidenzia la caratterizzazione del 2003. Altro problema è rappresentato dall’altezza della falda. Secondo RFI (le slide sono di sua produzione, anche se non risultano consegnate alla Commissione Tecnica PNRR/PNIEC, mentre APPA le commenta) la falda superficiale scorrerebbe circa 2 metri sotto il livello del rio Lavisotto. Una tesi francamente audace visto che il rio Lavisotto non è in secca, cosa che accadrebbe sicuramente se la falda fosse così bassa, e contraddetta dalla realtà. La bonifica delle Rogge è ferma proprio perché la falda superficiale è per almeno 10 mesi all’anno a livello del Rio Lavisotto. La slide invece prevede che lo spostamento della linea storica non interferisca con la falda e la disegna ad una profondità errata nell’intento di minimizzare l’interferenza e di ridurre il volume delle terre inquinate da trasportare in discarica speciale.

 

Slide n. 8 e n. 9

Le slide propongono anche per l’area ex Carbochimica i poligoni di Thiessen dove risulta il più alto inquinamento. Anche in questo caso però la slide disegna la profondità della falda sotto il livello del rio Lavisotto provando a dimostrare che non ci sarà interferenza con la falda acquifera per quel che riguarda il suo spostamento. Nella ipotesi “pre” e “post opera” proposta la cosa è mostrata e chiarita in tutta la sua evidenza, dimostrando che anche in fase di aggiustamento del PFTE RFI continua a sostenere l’insostenibile, pur di minimizzare il suo intervento sulle aree del SIN.

 

Slide n. 10
Chiarisce un altro aspetto delle osservazioni di APPA ovvero l’indicazione di valutare lo stato attuale di inquinamento dell’area attraverso gli esiti del campionamento soil gas mentre RFI vorrebbe considerare la parte rimanete del SIN già bonificata e quindi non operare per mettere in sicurezza i lavoratori e la popolazione circostante.

 

Slide n. 11
La slide è di particolare interesse. In essa compare un altro degli elementi assolutamente sottovalutati da RFI circa il transito nelle aree di Trento Nord: la barriera idraulica.
Alla fine degli anni ‘90 a valle dell’area Carbochimica è stata posta una barriera idraulica per impedire che l’inquinamento, trasportato dalla falda acquifera superficiale, procedesse verso sud. RFI prevede di spostare detta barriera idraulica senza però localizzare dove verrà posizionata, né le caratteristiche che a questa si intende dare. E su questo le integrazioni mandate alla Commissione PNRR/PNIEC non dicono nulla!
Diverso invece è il problema della contaminazione della falda acquifera superficiale relativo agli inquinanti dell’area ex SLOI. A valle di questa infatti non è stata posta alcuna barriera e fino ad ora nessuna analisi seria è stata effettuata per capire quanto l’inquinamento sia scivolato verso sud, se si esclude, evidentemente, la questione delle Rogge, che risultano contaminate in tutto il loro corso.
Al riguardo non basta prevedere un controllo in fase di realizzazione dell’opera, ma l’area oggi di Proprietà Sequenza, che verrà interessata dal deposito temporaneo delle terre estratte dallo scavo della galleria a due canne sotto la Marzola e la Vigolana, va interessata almeno dai prelievi di soil gas previsti al fine di capire la sua reale contaminazione.
Slide n. 12
Mette in evidenza la contraddittorietà fra l’intervento proposto da RFI per quel che riguarda l’inquinamento delle rogge e quanto verrà realizzato con la bonifica delle rogge, interferenza in aperto contrasto con quanto proposto nella modifica dell’art. 242 ter contenuta nel D.L. 77/2021, che prevede espressamente che le opere del PNRR non interferiscano con le bonifiche in corso.

 

Slide n. 13

La slide mette in evidenza il sottodimensionamento che RFI opera circa il materiale di scavo ed in particolare l’assenza dal calcolo della fossa degli Armanelli (di cui abbiamo detto e che è stata parzialmente corretta dalle integrazioni mandate alla Commissione PNRR – PNIEC), ma anche del materiale di scotico delle aree di stoccaggio. RFI infatti prevede, per la parte di area SLOI che nell’ipotesi progettuale sarà utilizzata come deposito temporaneo delle terre scavate dalla Marzola, che si provveda, prima della realizzazione di un capping (sulle cui caratteristiche diremo poi) allo scortico del terreno ed al suo deposito in sito, per poi riutilizzarle in fase di ripristino post opera. Si tratterebbe di uno “scavo” profondo 30 centimetri circa, mentre il deposito riguarderebbe una superficie di 5 ettari fra area SLOI ed area proprietà Sequenza (a sud della area SLOI): una massa di almeno 15.000 metri cubi anche essa ( alla quale va aggiunto lo scotico dell’ area ex Carbochimica, circa 10.000 metri cubi) da conferire (come prescrive APPA) in discarica speciale e comunque da trattare con particolare cautela essendo sicuramente inquinata. Si ricorda al riguardo che la movimentazione di quei terreni può dare vita alle volatilizzazioni delle componenti inquinanti e che il piombo tetraetile si volatilizza a 20 gradi centigradi.

 

Slide n. 14
Individua cartograficamente le aree di stoccaggio provvisorio e quella di deposito delle terre e della rocce da scavo.

 

Slide n. 15
La slide mette in luce altre criticità indicate da APPA nelle sue osservazioni ed in particolare chiede che “il progetto deve prevedere tutti gli aggiornamenti necessari al fine di non ostacolare o ritardare le futura operazioni di bonifica e approfondimenti di indagine”. Si tratta di un’osservazione stroncante per RFI alla quale le integrazioni inviate alla Commissione Tecnica a fine marzo non rispondono. E’ evidente infatti che nel periodo di realizzazione della circonvallazione (ovvero, nella migliore delle ipotesi fino al giugno 2026, ma con tutta probabilità fino al 2030) dal momento che i terreni saranno occupati parzialmente dai lavori di realizzazione dall’opera e per la parte restante dal deposito di materiale, ovvero saranno al centro del cantiere per la nuova circonvallazione, sarà impossibile fare qualsiasi bonifica. Un’osservazione che da sola indica quella che pare una temporizzazione fra le due opere e mette al primo posto la bonifica, non la circonvallazione, come invece fa RFI.
APPA inoltre chiarisce che non è accettabile, relativamente al deposito di terreni in sito la copertura dei terreni che provengono dallo scavo della galleria con teli (come RFI propone nelle integrazioni mandate alla Commissione Tecnica) e propone invece la necessità di presidiare le aree per la raccolta delle acque meteoriche. Infine esclude la possibilità di depositare in sito lo scortico del terreno, che va considerato inquinato, e chiede che il capping sia incrementato. Su questo, dentro la Conferenza, come nelle integrazioni inviate alla Commissione Tecnica, RFI ha dato prova di ulteriore sottovalutazione del problema dell’inquinamento di quelle aree ed ha proposto che oltre ai 30 centimetri fra sabbia e terreno stabilizzato, che verranno posti sopra il terreno decorticato (copertura che potrà essere incrementata a discrezione della azienda che vincerà l’appalto per la realizzazione della circonvallazione, scrive RFI nelle integrazioni inviate a fine marzo), sia realizzata un’asfaltatura. In altre parole a fare da capping metteremo comunque uno strato di terreno molto esiguo e poi un materiale (l’asfalto) che andrebbe a sua volta poi trattato come rifiuto speciale da portare ulteriormente in discarica! Una soluzione questa che non garantisce che le operazioni che su quell’area saranno svolte da grandi macchinari di cantiere e lo stesso deposito di rocce e granulati in pochissimo tempo cancellino o comunque non impediscano che il terreno da caratterizzare venga in contatto con il terreno inquinato.

Slide n. 17 e n. 18
Queste slide mostrano dove RFI ha proposto di effettuare le indagini soil gas rispettivamente nelle aree ex Carbochimica ed ex SLOI e le osservazioni effettuate da APPA. È necessario a questo proposito richiamare le osservazioni che abbiamo fatto in testa a questa memoria integrativa e richiamare la necessità che prima di operare RFI debba attendere l’esito del vaglio della Proposta di Valutazione di Impatto Ambientale del Progetto di Fattibilità Tecnico 13

Economica e le integrazioni fatte da RFI allo stesso, su cui deve pronunciarsi la Commissione Tecnica PNRR/PNIEC .
Si noti inoltre come RFI (ed in questo caso anche APPA) non preveda alcun sondaggio sotto i binari della linea storica, assecondando l’interpretazione di RFI circa il non inquinamento della stessa solo perché il SIN è stato perimetrato tenendo conto delle proprietà catastali delle due attività che su quei terreni alloggiavano e che hanno originato l’inquinamento. Per l’esattezza APPA chiede che i campionamenti relativi al Rio Lavisotto siano coerenti con la profondità dello scavo, fin qui non possiamo che condividere, ma questo dovrebbe riguardare anche la TR04 che scorrerà dove oggi scorre la linea storica, ovvero esattamente al confine sia con il rio Lavisotto che con la Fossa degli Armanelli, una delle aree più inquinate del SIN, come risulta dalla caratterizzazione del 2003, a firma dell’ing. Gabriele Rampanelli, anch’egli partecipante alla Conferenza di informazione di cui stiamo parlando.

 

Slide n. 19 e n. 20

Queste slide infine riguardano le integrazioni mandate a marzo da RFI relative al piano di monitoraggio del SIN sulle quali, pur rinnovando la richiesta di sospensione di ogni attività in attesa delle deliberazioni della Commissione Tecnica PNRR/PNIEC, condividiamo le osservazioni di APPA.
Alcune considerazioni conclusive
Mai come in questa occasione la fretta è nemica del bene. Disinquinare le aree di Trento Nord è una partita complessa, che coinvolge questioni sia di tutela e protezione ambientale che di natura urbanistica. Il come procedere necessita non solo di un piano di bonifica totale, tutto da predisporre, ma anche una rivisitazione della destinazione urbanistica di quelle aree, alla luce del fatto che i proprietari (pur fortemente premiati in termini di aumento della volumetria realizzabile su quelle aree) non hanno mai provveduto al disinquinamento e neppure ad una nuova caratterizzazione dei siti, contrapponendosi continuamente ad APPA nelle stessa determinazione delle metodologie di indagine del disinquinamento.
Credere che sia la circonvallazione a creare i presupposti per la bonifica integrale di quella aree è alla luce dei fatti (la minimizzazione da parte di RFI dell’inquinamento e la volontà di procedere con la circonvallazione considerando il problema del SIN come un fastidio da togliere di mezzo al più presto) sbagliato e pericoloso.

Il primario interesse della città è la bonifica totale di quelle aree, che l’intervento di RFI non prevede, ma che anzi rende impossibile per i prossimi dieci anni, in aperto contrasto con quel “purché non pregiudichino la bonifica” che è presupposto D.L. 77/2022 che costituisce l’inquadramento delle opere previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

E’ per questo motivo che a tutela dei cittadini e della terzietà nelle scelte la presenza della Magistratura, con un proprio esperto, alla determinazione ed al controllo di quanto avverrà d’ora in poi su quelle aree a noi pare di grande importanza.
I proprietari delle aree sulle quali RFI intende realizzare la nuova circonvallazione ferroviaria (in parte la stessa RFI è proprietaria delle aree inquinate) da decenni non hanno provveduto – come previsto dalla legge e dalle ingiunzioni del Comune di

Trento – al disinquinamento delle stesse. L’inerzia dei proprietari sta aggravando il disastro ambientale e sta contribuendo a realizzare un ulteriore disastro ambientale. E’ anche sotto questo profilo che i denuncianti hanno chiesto il sequestro delle aree.

Si allegano:
a. Slide presentate dalla ing. Lo Cicero alla Conferenza di Informazione del Consiglio Provinciale
b. ingiunzioni alla bonifica inviate dal Comune a RFI relativamente alla Fossa degli Armanelli

 

Trento, 8 aprile 2022
avv. Marco Cianci avv. Vanni Ceola

 

 

 

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