(Fonte: Claudio Civettini) – Interrogazione a risposta immediata. Ateneo Trentino e numero chiuso. Una politica da ripensare in favore della vera meritocrazia. In seguito alla presa di posizione, da parte dell’Assessore provinciale all’Università e alla ricerca, in difesa del numero chiuso – avversato da studenti e non solo, dopo che il Tar ha bocciato le limitazioni alla statale di Milano –, pare opportuno richiamare l’attenzione dell’Amministrazione provinciale su questo delicato tema.
Ragion per cui s’interroga la Giunta provinciale per sapere se si stia registrando, nell’ateneo trentino, una crescita delle selezioni a numero chiuso e in quali facoltà e termini; se non si sia convinti che tale sistema – più che essere meritocratico – sia espressione, da una lato, di una selezione basata sulla buona sorte dei candidati e, dall’altro, sulla qualità delle loro scuole superiori prima che dei loro personali talenti; se si condivida l’idea che non è attraverso il test che si fanno emergere i talenti ma che, anzi, in conseguenza di quanto detto che si rischia invece di perderli e, in caso affermativo, entro quali termini e secondo quali modalità si intenda rivedere l’anzidetto favore alle selezioni a numero chiuso in favore di un’università che sappia fare la selezione piuttosto nel primo anno accademico, facendo così emergere chi davvero merita di andare avanti a chi, invece, intende l’università come parcheggio tardoadolescenziale.