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ASSOCIAZIONE TRANSDOLOMITES – PRESIDENTE GIRARDI * RETI FERROVIARIE: ” PER LE VALLI AVISIO E NOCE, GARDA E LA VALSUGANA NEMMENO UN PROGETTO PORTATO A TERMINE IN QUESTI DIECI ANNI “

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18.38 - domenica 14 ottobre 2018

L’idea di una rete ferroviaria di collegamento intervallivo che si sviluppasse parallelamente all’affinamento del progetto della nuova ferrovia del Brennero prese corpo nel 2008.

La redazione del Piano urbanistico provinciale doveva consolidarsi proprio sullo scenario di una rete ferroviaria provinciale in grado di connettere tra loro le principali realtà del territorio e di migliorare l’accessibilità al corridoio del Brennero.

Ciò che stava alla base del pensiero di quei anni non era l’obiettivo di realizzare un’opera ferroviaria, bensì un’infrastruttura con l’ottica di uno sviluppo bilanciato tra le valli ed una riqualificazione e valorizzazione di ambiti territoriali a valenza strategica , soprattutto turistica.

Lo slogan di vari soggetti politici di allora era di intervenire per salvare la montagna . Una strategia di mobilità pensata perché in seno al Governo provinciale di quella legislatura si resero conto che i territori montani rischiavano la marginalità.

Senza connessioni con il contesto nazionale, europeo, mondiale, le potenzialità delle comunità in futuro non avrebbero avuto modo di esprimersi con la probabilità di uno spopolamento delle valli da parte dei giovani.

Un investimento di 3,5 miliardi di euro ( che in realtà sarebbero stati non meno di dieci miliardi di Euro a seguito della stima che in parallelo e segretamente venne condotta in Svizzera utilizzando i parametri del costruendo tunnel ferroviario del San Gottardo).

Fatto sta che tale investimento venne ritenuto in sede di Giunta provinciale di Trento del tutto sostenibile per il bilancio provinciale. Il paragone che in quei anni si fece con le spese sostenute in opere stradali ; 2 miliardi di euro in dieci anni ( senza che nessuno obiettasse sulla loro sostenibilità economica o si chiedesse giustificazione).

Questo ordine si spesa si prevedeva venisse orientato sull’opzione ferroviaria senza perciò prevedere variazioni di spesa sul bilancio provinciale.

La “ cura del ferro” dunque venne ritenuta strategica per il Trentino per il trasporto delle merci e delle persone e coerentemente il 3 dicembre 2013 sugli organi d’informazione l’Assessore Mauro Gilmozzi annunciò il bando per l’approfondimento per la proposta della ferrovia delle valli dell’Avisio e lo stanziamento di un milione di euro al fine di dotare la Pat di uno studio sufficientemente articolato per muoversi poi nella ricerca di finanziamenti e nell’ottica della sempre maggiore visibilità delle Dolomiti, patrimonio mondiale dell’umanità.

Sotto il profilo politico questo percorso venne “ rafforzato “ in sede di Consiglio Provinciale di Trento il 12 giugno 2014 con la mozione 38 votata all’unanimità, la quale impegnava la Giunta provinciale “ad avviare nel più breve tempo possibile lo studio di fattibilità di una ferrovia che colleghi Trento con le valli dell’Avisio, approfondendone , tra l’altro gli aspetti finanziari”.

Sulla stessa lunghezza d’onda con una mozione del 2016 elaborata da Transdolomites sullo stesso quesito si sono espresse favorevolmente le Comunità di valle di Cembra, Fiemme, Comun General de Fascia, e d i comuni di Pozza, Soraga, Moena, Predazzo, Ziano, Cavalese, Castello-Molina, Capriana, Altavalle, Cembra-Lisignago, Giovo, Segonzano, Trento.

Se poi alle citate mozioni affianchiamo quelle degli altopiani cimbri con i comuni di Luserna, Lavarone, Levico, Caldonazzo, Tenna, e Magnifica Comunità deli Altipiani Cimbri per il progetto di mobilità alternativa tra la Valsugana e i citati altipiani, risulta che un bacino di 175 mila cittadini per mezzo della voce democratica delle istituzioni sul territorio si è espresso con la richiesta al Governo provinciale di elaborare i progetto di mobilità e di procedere con il confronto con la società civile.

A distanza di anni la risposta a Trento è stata la totale indifferenza. Una assoluta mancanza di rispetto nei confronti della sovranità di Consiglio Provinciale, Comunità di valle, e Comuni, sedi ove si esprime la volontà dei cittadini che con il proprio voto hanno scelto coloro che in tali sedi avrebbero dovuto rappresentarli.

È stato uno schiaffo nei riguardi degli stessi cittadini e della loro richiesta di partecipare attivamente alle decisioni per il loro futuro.

Per quanto riguarda le valli dell’Avisio, il Garda, Valsugana, valli del Noce, nemmeno uno straccio di progetto è stato portato a termine in questi dieci anni. Una cosa semmai vale la pena denunciare; la volontà di dare maggiore visibilità delle bellezze del Trentino si sta traducendo passo dopo passo con i progetto di interramento di parziali tratti della ferrovia Trento-Mezzana.

Interrare un’eccellenza che invece meriterebbe di essere di essere resa il più possibile visibile e avvicinabile dai viaggiatori. Interrare una ferrovia per trasporto persone; una cosa che in Svizzera non si sognerebbero certo di approvare. In una provincia che della bellezza e del paesaggio dovrebbe farne un cavallo di battaglia trovando nella ferrovia un elemento di eccellenza in questo senso , c’è una cosa da nascondere sono semmai le infrastrutture stradali.

Fatto sta che le continue retromarce da parte del Governo provinciale attuale hanno cercato nei costi un alibi.

Un alibi che pare facile raccontare ai trentini, perché a molto facile raccontare che costruire una ferrovia è un investimento impegnativo, nascondendo allo stesso tempo alla società civile quanto c costano le strade.

Ma non tutti la pensano così. Basta guardare alla riunione di Eusalp del settembre 2018 che ha avuto luogo a Genova.

In vista della prossima Presidenza italiana, l’Assessore regionale al Turismo e Trasporti Claudio Restano ha sottolineato che le reti ferroviarie secondarie necessitano di interventi al fine di garantire una migliore accessibilità da parte dei territori alpini alla rete di trasporto principale.

Alla riunione erano presenti esponenti tecnici e politici di Liguria, Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Valle D’Aosta. E il Trentino dov’era?

Con forza allora chiediamo a tutti i candidati in lizza per le elezioni provinciali del 21 ottobre 2018 di non lasciare andare in prescrizione la mozione provinciale 38/2014 per la ferrovia delle valli dell’Avisio. Anzi: allargare lo spirito di questa a tutto il conteso del Trentino nel quale si attendono risposte concrete ai problemi della mobilità. Mobilità e non nuove strade.

I candidati parlino meno alla pancia della gente ed invece diano un concreto segnale di impegno per una vera politica dei trasporti coerente con quanto avviene nel conteso dell’Unione Europea.

I danni ambientali e sociali che i trasporti producono a livello mondiale non sono un problema di altri ,ma un problema anche del Trentino. Il nostro giudizio riguarda al momento chi ha governato e non ha saputo dare risposte concrete. Ma esso riguarderà anche il futuro Governo provinciale e dal 22 ottobre osserveremo le prossime decisioni in materia.

Dunque l’occasione per una severa diffida a tutti i candidati a non spendersi in facili promesse opportuniste ma a metterci magari concretamente la faccia aderendo alla piattaforma online , dibattito pubblico promossa da Transdolomites.

 

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Massimo Girardi
Presidente di Transdolomites

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