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ASSESSORE ZANOTELLI RISPONDE A COPPOLA (FUTURA) * CATTURA ORSO M49: « LA QUESTIONE NON SI AFFRONTA CON L’EMOTIVITÀ, MA DEVE ESSERE GESTITA IN MODO PIÙ TECNICO »

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14.14 - martedì 9 febbraio 2021

Interrogazione a risposta scritta n. 1760. NESSUNA ETICA, NESSUNA LOGICA SCIENTIFICA E POLITICA GIUSTIFICANO LA NUOVA CATTURA DI UN ORSO NATO PER ESSERE LIBERO.

M 49, l’orso diventato celebre nel mondo quale simbolo di libertà e della biodiversità, è stato catturato ieri per la terza volta da chi ha deciso di non investire in una costruttiva convivenza tra orso e uomo ma ha scelto la via più facile e fruttuosa dal punto di vista del consenso elettorale, cioè la prigionia (non potendo perseguire la strada dell’abbattimento).

Apprendiamo dai giornali che ora M49 si trova in un “ambiente protetto”, cioè nell’area tane, una zona più ristretta del recinto, dove verrà monitorato e poi rilasciato nell’area di ambientamento. So come è l’ area di ambientamento, avendola visitata personalmente. Una vera e propria gabbia dove M49 ha già vissuto per tre mesi prima dell’ultima fuga. Un luogo inadatto ad ospitare qualsiasi specie animale figuriamoci un orso che per la sua salute ha bisogno di spazi ampi.

Un luogo che ha il triste scopo di ammansire l’orso ed abituarlo gradualmente alla perdita della libertà, inserendolo quindi in una prigione nella prigione e privandolo della sua dignità. E tutto ciò perché? Perché ha fatto l’orso, predando animali da pascolo che, se opportunamente protetti, potevano essere messi in salvo. Pare inspiegabile inoltre come un orso catturato per la sua voracità di fatto sia dimagrito ben 40 chili rispetto all’ultima rilevazione.

Ciò premesso interrogo il Presidente della provincia di Trento per sapere:

• come gli esperti della Provincia valutano il vistoso calo di peso di M49 rispetto all’ultima rilevazione;

• se non ritenga che ripetute sedazioni somministrate ad un orso ancora di giovanissima età possano nuocere alla sua salute;

• se sia nelle intenzioni somministrare sedativi a M49, considerata la sua vivacità;

• se non ritenga che chiudere un orso in una gabbia come quella da me vista al Casteler, in attesa di un futuro addomesticamento e rilascio in un luogo comunque di dimensioni estremamente ridotte, sia da considerarsi un atto di violenza inaudita;

• la ragione per la quale si ritiene più utile imprigionare un orso creandogli una inutile sofferenza fisica e psicologica anziché investire in politiche di gestione della fauna selvatica e perseguendo la possibile pacifica convivenza tra la specie animale e l’uomo;

• la motivazione per la quale, considerato che M49 recentemente era stanziale e meno vorace, non si è ritenuto di lasciarlo in libertà, visto che si avvicina l’inverno e gli orsi si preparano al letargo. M49 infatti era tornato nel luogo dove lo scorso anno era andato in letargo. Un gesto di clemenza e rispetto che sarebbe stato enormemente apprezzato da tutti coloro che amano questo spirito libero. Un essere senziente che ha lottato strenuamente per la sua libertà.

Trento, 8 settembre 2020

*
Cons. Lucia Coppola

 

 

*

Oggetto: Interrogazione n. 1760 di data 8 settembre 2020 concernente la convivenza tra uomo e orso.

Per quanto concerne il merito dell’interrogazione in oggetto si comunica quanto segue, riferendosi ai singoli quesiti presentati. Nelle premesse sono però presenti due passaggi che è necessario, per l’ennesima volta, confutare:

– non è possibile sostenere che in provincia di Trento “non si è investito in una costruttiva convivenza tra orso e uomo”. E’ vero il contrario; quanto si è investito in termini di risorse umane e finanziarie si evince facilmente dai puntuali Rapporti annuali, accessibili e consultabili da tutti. Le attività a 360 gradi messe in campo da 20 anni a questa parte sono considerate un esempio a livello nazionale ed europeo;

– M49 non è stato catturato “perchè ha fatto l’orso predando animali al pascolo”; questa asserzione è grave, sbagliata e continuare a propugnarla confonde la gente, diffonde informazioni assolutamente scorrette, contribuisce a rendere ulteriormente difficile il rapporto uomo-orso. M49 è stato catturato perché per una cinquantina di volte è entrato in abitazioni, baite, malghe, rifugi, sfondando porte e finestre per riuscirvi; questo comportamento è pericoloso per l’uomo, come attestato anche da ISPRA, massimo organo scientifico in materia. Non è possibile continuare a fingere di ignorare tutto ciò.

Venendo ai punti dell’interrogazione:

1. La perdita di peso che M49 ha avuto dopo diverse settimane in libertà e di grandi spostamenti è assolutamente normale, come attestato dal veterinario competente.

2. e 3. E’ già stato comunicato, e si ribadisce, che è stato necessario procedere alla somministrazione di tranquillanti solo per i primi 5 giorni di presenza dell’animale al Casteller, in relazione anche alla presenza degli altri esemplari; da allora non è stato più necessario e ciò non ha nuociuto alla salute dell’animale.

4. La captivazione di un animale selvatico, comunque la si voglia vedere, non costituisce la soluzione ideale per lo stesso, ciò è fuori dubbio. Ma in casi come questo dove la rimozione è strettamente necessaria (lo dice la norma europea e quella nazionale, il Piano, ISPRA, gli esperti internazionali e persino il semplice buon senso) l’unica alternativa alla captivazione è l’abbattimento; quest’ultima opzione è, sotto diversi aspetti, preferibile alla prima e viene quindi tenuta in considerazione da questa Amministrazione.

5. e 6. Sugli ultimi due punti si rimanda a quanto rimarcato nelle premesse: non corrisponde al vero che manchino “politiche di gestione della fauna che perseguano la convivenza tra specie animale ed uomo”; esse esistono, sono articolate, documentate e programmate per durare nel tempo. Senza le stesse il Trentino non avrebbe oggi un patrimonio faunistico di prim’ordine a livello nazionale ed europeo. Infine non ha senso ricordare la “voracità” di M49 quale sua presunta principale colpa, né evocare incomprensibili “atti di clemenza per chi lotta per la libertà”, che si sarebbero dovuti concedere. La questione non si affronta con l’emotività; essa è assai più seria (in ballo è la sicurezza delle persone), più tecnica e come tale deve essere gestita.

Cordiali saluti.

Trento, 8 febbraio 2021

 

Giulia Zanotelli

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