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LANCIO D'AGENZIA

ASIF CHIMELLI – APERTURA SCUOLE INFANZIA / LUGLIO: « È OPPORTUNA LA REVISIONE DEGLI ATTUALI RAPPORTI NUMERICI INSEGNANTE/BAMBINO E DEI TEMPI DI COMPRESENZA ALL’INTERNO DELLA GIORNATA EDUCATIVA »

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16.20 - martedì 30 marzo 2021

Con la presente, desideriamo offrire il nostro contribuito al dibattito che in questi giorni ci vede tutte coinvolte circa il possibile prolungamento del calendario delle nostre scuole dell’infanzia anche nel mese di luglio.

Il dibattito acceso che sta animando i mezzi di comunicazione locali sta portando all’attenzione il ruolo della scuola dell’infanzia, anche alla luce della situazione emergenziale che stiamo vivendo.

A partire dall’esperienza maturata in questi anni, grazie all’impegno, alla cura e alla disponibilità a mettersi in gioco dimostrata da parte di tutto il personale che opera nei nostri servizi, ci sembra di poter oggi confermare l’idea di scuola dell’infanzia che, come ASIF Chimelli, stiamo costruendo e che insieme vogliamo continuare a perseguire. Una scuola che mette al centro i bambini, le bambine e i loro diritti; una scuola che guarda a loro come gli adulti che domani abiteranno le nostre città, ma al tempo stesso li considera cittadini di oggi, portatori di punti di vista, bisogni e interessi peculiari che quotidianamente devono essere ascoltati. Una scuola che investe sulla cura che, lontana da interpretazioni assistenzialistiche, è per noi valore fondante dell’azione educativa, espressione di una relazione improntata all’attenzione e al benessere dell’altro, al prendersi a cuore i suoi bisogni e lo sviluppo delle sue potenzialità. Una scuola che è luogo di apprendimento, che valorizza e sostiene l’approccio olistico che un bambino assume nel mettersi in dialogo con il mondo, e che vede come condizioni peculiari il piacere e la motivazione a conoscere, il bisogno di socialità tra pari e la vicinanza di adulti colti, riflessivi e appassionati. Una scuola che valorizza il “mettersi in ricerca” a partire da esperienze autentiche e dagli interessi, dalla curiosità, dalle domande che i bambini si pongono. Una scuola che non uniforma e non procede secondo logiche lineari e programmatorie, ma che valorizza la contemporaneità delle esperienze attraverso progettazioni reticolari che partono dall’azione e dal gioco, nella varietà e ricchezza delle sue forme, valorizzandoli con metodo e arricchendoli attraverso l’offerta di contesti coerenti a ciò che i bambini restituiscono. Una scuola “che non stanca” e affatica i bambini, ma che li coinvolge in esperienze piacevoli, dove la sfida è componente dell’apprendimento e la “fatica” è allenamento alla resilienza.

Una scuola che, anche in questo tempo di grande complessità e incertezza, non rinuncia “a far entrare le famiglie” e a considerare i genitori interlocutori irrinunciabili della propria azione educativa.
Una scuola che necessariamente richiede professioniste preparate, appassionate e motivate, che sappiano offrire ai bambini e alle famiglie contesti educativi intelligenti e pensati e che siano in grado di affrontare le sfide della complessità.

Se questo è, seppure sinteticamente, il modello di scuola dell’infanzia che in questi anni stiamo cercando di costruire insieme, siamo convinte che esso non possa essere “sgretolato” con scelte unilaterali né svilito da parte di un’opinione pubblica talvolta miope e pregiudizievole che in questi giorni ha preso di mira l’istituzione scolastica per la quale tutti lavoriamo. L’eventuale revisione del calendario scolastico con l’estensione delle attività nel mese di luglio non può scadere, come è stato prospettato, nell’offerta di un “servizio a 50 euro, tutto incluso”, espressione che impoverisce l’identità della scuola come sopra descritta, ma deve semmai essere collocata all’interno di un dibattito più complesso. Per la direzione e il coordinamento pedagogico di ASIF Chimelli, infatti, un’eventuale apertura temporanea a luglio non dovrebbe essere decisione che genera litigiosità e conflitto, ma essere il risultato di un’azione partecipata per riuscire a costruire in maniera condivisa, con il coinvolgimento attivo di tutte le parti interessate, i significati e le motivazioni che stanno alla base dei cambiamenti.

Pensiamo altresì che non sia affatto opportuno ricondurre all’interno di questo dibattito, per come è stato posto, i bambini strumentalizzandoli in un campo di confronto che, dobbiamo ammetterlo, in questa partita riguarda solo ed esclusivamente gli adulti a diversi livelli: politico, istituzionale, sindacale, contrattuale.

Ciò di cui siamo convinte è che in questo momento i bambini hanno bisogno di “luoghi buoni”, che garantiscano loro continuità di relazioni e al tempo stesso discontinuità rispetto all’esperienze. In questo senso l’ipotesi di apertura a luglio andrebbe concepita come risposta a questo tempo di emergenza che vede tante famiglie in seria difficoltà. In questi termini il nostro contribuito andrebbe nella direzione di un’azione solidale e responsabile che ognuno di noi potrebbe prestare alla comunità in cui vive.

Detto ciò pensiamo, che il tema del prolungamento del calendario a luglio non debba automaticamente essere posto in contrasto con il ruolo educativo e istruttivo della scuola dell’infanzia e con l’idea di scuola che ci connota: sarebbe come dire che la qualità dei nostri servizi può essere garantita solo per un determinato numero di mesi all’anno.

Se, invece, si vuole trattare il tema dell’apertura a luglio come ad una possibile revisione di ampio respiro del calendario della scuola dell’infanzia trentina, allora riteniamo che la questione debba essere ricondotta in una cornice più ampia, che necessita di una riflessione condivisa e partecipata circa il ruolo e il futuro della scuola dell’infanzia, anche in un’ottica di innovazione e incremento di qualità. A partire dalla ricchezza di esperienze, progettualità, idee, competenze che la scuola dell’infanzia, sia provinciale che equiparata, ha maturato in tanti anni di servizio, riteniamo sia giunto il tempo sia di affrontare e risolvere alcuni importanti nodi che oggi pesano sul sistema, sia di guardare al futuro e leggere i cambiamenti in atto.

Senza la pretesa di essere esaustivi, proponiamo qui alcune questioni che potrebbero essere messe al centro del dibattito:

-)  l’organizzazione del lavoro all’interno delle scuole. E’ opportuna, in particolare, la revisione degli attuali rapporti numerici insegnante/bambino e dei tempi di compresenza all’interno della giornata educativa.

-)  Le modalità di copertura del personale assente, preso atto che negli ultimi anni abbiamo assistito ad una generale e crescente difficoltà a reperire supplenti. A questo proposito riteniamo urgente valutare la fattibilità di attivare a livello locale un percorso di laurea sperimentale in grado di formare adeguatamente figure professionali da immettere nel sistema trentino dei servizi all’infanzia, nidi e scuole dell’infanzia.

-)  Qualora venisse deciso di prolungare il calendario scolastico oltre i dieci mesi all’anno, sarebbe utile garantire al personale la possibilità che parte delle ferie spettanti siano fruibili anche in corso d’anno.

-)  L’investimento in figure di coordinamento pedagogico e di profili professionali che possano supportare e accompagnare i gruppi di lavoro nell’affrontare la complessità delle sfide e dei bisogni che oggi caratterizzano anche il settore 3-6. Fra essi: lo psicologo scolastico; il referente per i bisogni educativi speciali, ma anche figure di coordinamento interno alle singole strutture alla stregua di ciò che già avviene nei nidi d’infanzia.

-)  Avviare, fra tutti gli attori del sistema – Provincia, Enti gestori, organizzazioni sindacali, insegnanti, genitori – una riflessione partecipata e condivisa circa le sfide che i servizi per l’infanzia sono chiamati oggi ad affrontare e sui “nuovi bisogni”, che oggi interpellano questo settore e che richiedono risposte puntuali anche nell’ottica di un ripensamento dei modelli organizzativi consolidati.

-)  Procedere all’aggiornamento dei documenti programmatici attualmente in vigore – pensiamo in particolare alla legge n. 13 del 1977 e ai relativi Orientamenti del ’95, e alla legge n. 4 del 2002 che regolamenta il sistema dei servizi socio educativi per la prima infanzia – tenendo conto della recente normativa nazionale (legge n.107 del 13 luglio 2015 e i relativi decreti attuativi) che ha stabilito l’istituzione del sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita ai sei anni, un passo normativo importante che impone di guardare alla scuola dell’infanzia come un segmento strategico, elemento di snodo tra il servizio educativo del nido d’infanzia e la scuola dell’obbligo.

Nella speranza che questi spunti possano iniziare ad alimentare in modo costruttivo il dibattito, la direzione e il coordinamento pedagogico di ASIF Chimelli rinnovano la propria disponibilità a partecipare in modo attivo a questo confronto promuovendolo al proprio interno, attraverso i Comitati di Gestione e il Collegio Docenti, e offrendo il proprio contributo nelle sedi deputate.

 

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La Direttrice e le Coordinatrici Pedagogiche

dott.ssa Francesca Parolari
dott.ssa Angela Dallago
dott.ssa Annarita Cappelletti

 

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