Strano, comico e inquietante come la destra si sia appropriata di uno dei più fortunati slogan del movimento Lgbt+ (“Some guys love other guys deal with It”) rovesciandone il significato.
Ma a “farsene una ragione” deve essere il consigliere Cia: l’orientamento sessuale o l’identità di genere non comporta un discrimine utile a valutare la capacità genitoriale di una persona (come ampiamente dimostrato da innumerevoli ricerche scientifiche). Su questo non accettiamo né lezioni, né ulteriori, inutili e offensivi dibattiti.
I consiglieri di maggioranza se ne facciano una ragione: amministrare una provincia è complesso e non basterà sparare settimanalmente sui migranti, sulla comunità Lgbt+ o su altre realtà marginalizzate per distrarre i trentini e le trentine.
Arcigay del Trentino è e resterà irremovibile nel garantire a tutti e tutte una piena e consapevole realizzazione affettiva, dentro o fuori i limiti che Cia vuole imporre. Perché gli unici criteri che definiscono una famiglia sono quelli del rispetto, dell’affetto e della consapevole scelta reciproca. Il resto è solo confusione, fumo negli occhi e violenta discriminazione.
Una proposta: torniamo a fare educazione sessuale e affettiva nelle scuole. Spieghiamo che i modelli di famiglia sono tanti e tutti legittimi. Eviteremo forse un giorno di ritrovarci con persone che ricoprono posizioni di responsabilità politica che ignorano la differenza fra capacità procreativa e genitoriale.
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Comitato territoriale Arcigay del Trentino