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ARCIDIOCESI DI TRENTO * SOLENNITÀ DI SAN VIGILIO: TISI, ” LA NOSTRA VITA SPESSO UNA FAKE NEWS – ACCANTO A ELEMENTI POSITIVI VUOTI D’INCONSISTENZE E INCOERENZE CHE LA RENDONO POCO CREDIBILE “

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17.37 - martedì 26 giugno 2018

Il suggello alla mattinata di festa in onore San Vigilio arriva dai bronzi di piazza Duomo: al rintocco della Renga, la campana della Torre Civica restituita ufficialmente oggi alla città dopo l’incendio di tre anni fa, risponde la campana della cattedrale.

“Ѐ il segno – commenta fuori protocollo l’arcivescovo Lauro Tisi – che società civile e religiosa sono chiamate a dialogare tra loro”. Un’alleanza, “in nome dell’umano”, sulla quale monsignor Tisi si era soffermato con entusiasmo poco prima, in cattedrale, durante l’omelia della santa Messa (seguita alla processione cittadina da S. Maria con l’antica urna contenente le reliquie del patrono), presieduta accanto a ben tre vescovi trentini: l’emerito Luigi Bressan e i due vescovi missionari monsignor Guido Zendron (Diocesi di Paulo Afonso, Brasile) e monsignor Giuseppe Filippi (Kotido, Uganda). Zendron e Filippi proprio oggi ricordano il quarantesimo della loro ordinazione sacerdotale avvenuta in cattedrale il 26 giugno 1978.

Nell’era digitale delle fake news, la provocazione dell’arcivescovo di Trento è quella di considerare come “la nostra vita personale sia, spesso, una fake news: accanto a elementi positivi, tutta una serie di vuoti, d’inconsistenze, d’incoerenze che la rendono poco credibile.

Contro chi “si vanta di avere la verità in tasca”, contro le “semplificazioni imbarazzanti” che vedono solo “bianco o nero”, la grandezza delle persone si misura, per Tisi, nella capacità di dire, anzitutto a se stessi: ‘Non so, voglio capire, ho paura, ho sbagliato, mi assumo la responsabilità, rispondo in prima persona’”.

Questo – argomenta l’Arcivescovo di Trento – era lo stile di evangelizzazione di San Vigilio e dei Martiri: non proselitismo ma testimonianza. “Chiesa di Trento – si accalora don Lauro – hai una via bellissima per accreditare il tuo Signore: offrire spazi di gratuità, ritrovando la pace, guardando l’umanità con simpatia. Non – precisa Tisi – con la presunzione dei primi della classe, ma con la coscienza di chi ha bisogno, continuamente, che gli venga usata misericordia!”

Al tema della gratuità e del dono è dedicata anche la Lettera di Tisi alla comunità “Il dodicesimo cammello”, consegnata personalmente dall’Arcivescovo alle autorità civili e militari presenti in Duomo e distribuita anche a tutti i fedeli. “Un piccolo segno – la definisce l’autore – per dialogare anche con i non credenti alla ricerca di quell’umano che tutti ci unisce”.

In precedenza, il sindaco Andreatta ha rinnovato il dono dell’olio per la lampada che arde davanti all’urna di San Vigilio, prima di firmare, insieme all’Arcivescovo, sul palco in piazza, la pergamena con la formula di riconsegna alla città della Renga.

Per tutti, infine, la condivisione del pane di San Vigilio, benedetto dal vescovo e affidato dall’Associazione panificatori anche ai volontari di Trentino Solidale: un gesto, non scontato, sulla strada della gratuità. Prima di riaffidare il testimone al campanò di mezzogiorno.

 

 

 

 

Foto: Gianni Zotta

 

 

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