Dal 6 al 9 settembre il 101° pellegrinaggio della Diocesi di Trento al santuario mariano di Lourdes. Lo guida l’arcivescovo Lauro. Domenica 8 collegamento in diretta con il santuario di Montagnaga
Sono 252 i partecipanti al 101° Pellegrinaggio a Lourdes, in programma dal 6 al 9 settembre, guidato dall’arcivescovo Lauro Tisi che vi torna per la terza volta. Il gruppo è così composto: 138 pellegrini, 38 malati, 30 barellieri, 30 dame, 2 medici, 4 infermieri, 9 preti. Tra i volontari coinvolti anche una ventina di giovani.
Il santuario francese sarà raggiunto con due distinti voli, rispettivamente da Malpensa e Bergamo dopo il viaggio in pulmann da Trento, con partenza (il gruppo con don Lauro) verso mezzogiorno di venerdì 6 settembre da Lungadige Monte Grappa (all’altezza della funivia di Sardagna).
“Non siamo noi ad accompagnare gli ammalati – sottolinea in un videomessaggio l’arcivescovo Lauro –, ma sono loro ad accompagnare noi con la loro forza d’animo, la loro capacità di abitare il dolore, suscitare domande e renderci migliori. Quest’anno lo facciamo in collegamento con Montagnaga di Piné, perché vogliamo che Maria sia la grande discepola che orienta il futuro della nostra Chiesa e ci insegna che non c’è alternativa per diventare umani all’incontro con l’umanità di Gesù”.
Domenica 8 settembre, festa della Natività di Maria, la Diocesi di Trento è invitata infatti a unirsi in preghiera ai partecipanti al pellegrinaggio a Lourdes. Il “ponte” spirituale si realizzerà in particolare nel corso di una celebrazione pomeridiana a Montagnaga di Piné nel 290° Anniversario della 3^ apparizione della Madonna a Domenica Targa. Il programma prevede il raduno alla Comparsa alle ore 15.00 per una preghiera introduttiva, prima del Messaggio del vescovo Lauro in collegamento diretto da Lourdes. A seguire la processione verso il santuario e la s. Messa solenne presieduta dal rettore don Piero Rattin.
Tra i partenti per Lourdes spicca – tra le testimonianze raccolte – la serenità di una ammalata di trentadue anni, al settimo pellegrinaggio, che così racconta la sua prima al santuario mariano transalpino: “Quando ho visto tutta quella umanità nei volontari, quando ho respirato quella pace e ho pregato davanti alla grotta mi sono sentita travolta.
Nessuna guarigione fisica improvvisa, ma l’effetto è stato quello. Mi sono sentita riposata e consolata, Come se dopo un lungo viaggio avessi potuto sedermi all’ombra di un albero, togliere lo zaino pesante e bere un po’ di acqua fresca. La mia malattia è passata in secondo piano, perché in quel momento guarire non era più così importante”.