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APSS TRENTINO * SISTEMA USCA – REPLICA DA DIRETTORE GENERALE BORDON A NICOLA PAOLI: « LO HO FORMALMENTE DIFFIDATO, USA ESPRESSIONI PESANTISSIME E SI RIVOLGE IN MODO INTIMIDATORIO AI GIOVANI MEDICI »

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18.59 - giovedì 9 aprile 2020

Il dottor Nicola Paoli, come sua consuetudine, in un comunicato del 7 aprile, mette in discussione un modello organizzativo, quello delle Unità di continuità assistenziale – Usca, e lo fa dandomi del bugiardo e accusando Azienda sanitaria e Provincia di suddividere la popolazione tra pazienti di serie A e serie B oltre ad accusare Apss di non tutelare i medici e non seguire le regole dell’assistenza ai propri cittadini come dettato dai decreti nazionali emergenziali attuali.

Il modello adottato da Apss per le Usca è stato strutturato sulla base di una previsione normativa contenuta nel decreto legge del 9 marzo scorso. Di conseguenza, avvalendosi delle prerogative organizzative della Regione, il 18 marzo scorso, il dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali ha adottato la determinazione n. 95 nella quale è specificato che, le Unità speciali di continuità assistenziale saranno assegnate al coordinamento delle Unità operative cure primarie territorialmente competenti e potranno operare con personale di supporto.

Appare quindi evidente che il modello adottato è finalizzato a costruire sistemi integrati in rete con la partecipazione di diverse professionalità quali infermieri, medici Usca, amministrativi e non ultimi servizi sociali, che vanno a costituire un pool assistenziale dove le Usca sono specificamente indirizzate alla gestione a domicilio dei pazienti affetti da Covid-19.

Il modello di Usca, definito da Apss, ha messo in campo undici giovani medici e prevede che il medico di medicina generale o pediatra di libera scelta possa chiedere l’intervento del medico dell’Usca chiamando, un numero di telefono delle Cure primarie per ogni ambito territoriale. Al contrario, il modello proposto dal dottor Paoli vorrebbe che più di quattrocento medici di famiglia chiedessero l’intervento per i propri pazienti di undici medici Usca.

Un vero disastro organizzativo.
Preme evidenziare, a riprova che quanto realizzato in Trentino non è “un arzigogolato sistema” ma un modello integrato di gestione domiciliare dei pazienti Covid-19, che anche altre Regioni italiane hanno adottato modelli di offerta del servizio in linea con il nostro.

Concludo dicendo che quello che è inaccettabile sono i toni e i metodi usati dal dottor Paoli. Questa mattina ho formalmente diffidato il dottor Nicola Paoli che, non solo usa espressioni pesantissime nei confronti dell’istituzione ma si rivolge, in modo per così dire intimidatorio, ai giovani medici che si sono messi in gioco su un’attività complessa come quella della gestione dei pazienti Covid-19 a domicilio.

Lascio al lettore il giudizio.

 

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Paolo Bordon
Direttore generale
Azienda provinciale per i servizi sanitari

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