PROPOSTA DI MOZIONE n. 482 – CONTRIBUTI STRAORDINARI PER IL SOSTEGNO DELL’EDITORIA LOCALE
La crisi che la pandemia da Covid-19 ha colpito duramente vastissimi settori dell’economia, tra cui anche quello dell’editoria, specie quella più piccola, libera e indipendente, quella che a buon titolo assicura compiutamente i valori elencati nella Costituzione, tra cui la pluralità delle voci e la libera informazione. In una realtà piccola come quella trentina, caratterizzata dalla presenza di un sostanziale monopolio editoriale, vista anche la chiusura di una delle due storiche testate giornalistiche quotidiane, l’editoria indipendente ha una difficoltà in più da superare: la reperibilità sul mercato di adeguate risorse economiche da vendite e da entrate pubblicitarie. Le prime sono sempre più scarse e, specie per l’editoria elettronica sempre più diffusa, quasi sempre impossibili da praticare. Quanto alle entrare pubblicitarie, in un contesto di investimenti privati e pubblici in fortissimo calo, in presenza anche qui di un soggetto forte afferente al monopolista editoriale, rimangono solo le briciole, una situazione che rende oltremodo difficile la sopravvivenza di molte iniziative editoriali e sempre più insicuri i guadagni di molti giornalisti, dipendenti o collaboratori.
Il mondo dell’editoria ha subito una profonda rivoluzione, dove le aziende editoriali tradizionali hanno espulso con licenziamenti o prepensionamenti gran parte dei giornalisti dipendenti, riducendo di molto l’accesso alla professione ai giovani, se non tramite contratti precari. Molti giornalisti, grazie al digitale, si sono inventati nuove iniziative, alcune anche innovative e originali, ma che finiscono sempre per scontrarsi con la scarsità delle entrate, quasi sempre assicurate dalla pubblicità.
La Costituzione garantisce ai cittadini il diritto di espressione e l’accesso ad un’informazione libera e plurale. Stante l’attuale contesto economico, questo principio fondamentale delle libertà costituzionali oggi è messo seriamente in pericolo, proprio per via della concentrazione in poche mani dell’informazione.
Per sostenere l’editoria, soprattutto quella piccola e indipendente, molte regioni ordinarie (come Emilia Romagna, Puglia, Lombardia, ecc.) hanno attivato bandi per la concessione di sostegni economici straordinari legati alle conseguenze della pandemia. Da parte dello Stato, sono stati erogati 75 milioni di euro a sostegno dell’editoria radiotelevisiva, mentre altri sostegni sono stati erogati all’editoria tradizionale. Nulla è stato fatto a sostegno dell’editoria digitale che oggi è l’unica ad assicurare uno sbocco ai giornalisti, specialmente pubblicisti e freelance, che avrebbero maggiori difficoltà ad inserirsi nel mondo dell’editoria tradizionale.
Sarebbe doveroso che anche il Trentino, forte della sua Autonomia speciale, seguisse lo stesso esempio, magari superandolo, dando un contributo economico straordinario ad ogni singolo editore che ne faccia domanda (con il vincolo dell’erogazione di un sostegno economico straordinario per ciascun editore o gruppo editoriale, a prescindere dalle testate edite proprio per garantire il pluralismo e non favorire la situazione di monopolio esistente localmente), da liquidare in forma monetaria al fine di sostenere l’attività e la pluralità dell’informazione, evitando la chiusura di molte testate, oltre a consentire il pagamento delle spettanze economiche dei dipendenti – spesso in regime di contratto di solidarietà, con pesanti decurtazioni salariali – e dei numerosi collaboratori non retribuiti adeguatamente rispetto alla prestazione erogata a vantaggio della testata e della collettività. Ciò eviterebbe anche l’insorgenza di una situazione di oggettiva penalizzazione delle testate locali, specie di quelle più piccole, nei confronti delle loro omologhe di altre regioni. Un intervento della Provincia è dunque doveroso per assicurare il principio costituzionale del pluralismo dell’informazione: la ricchezza delle voci è un valore fondamentale che una Democrazia – e un’Autonomia speciale – non può permettersi il lusso di perdere.
Tutto ciò premesso,
il Consiglio della Provincia autonoma di Trento impegna la Giunta provinciale
-) a verificare, tramite uno studio sui presupposti di diritto o di fatto, la possibilità di erogare un contributo straordinario di entità da definirsi a valere sull’annualità 2021 e 2022 a ciascun editore che abbia presentato regolare domanda nel 2021 per accedere ai benefici della l.p. 18/2016, da erogarsi con vincolo di destinazione a retribuzione del personale giornalistico fisso e/o dei collaboratori;
-) a verificare, tramite uno studio sui presupposti di diritto o di fatto, la possibilità di alimentare un fondo una tantum di entità da definirsi per l’anno 2022 accessibile agli editori che hanno presentato regolare domanda nel 2021 per accedere ai benefici della l.p. 18/2016 per consentire l’ammodernamento tecnologico dei vari editori, così da aggiornare materiale informatico (computer, schermi, software, sistemi di ripresa e montaggio audio e video, allacciamento alla fibra ottica, abbonamento a servizi di server remoto), riservando il 50% della dotazione del fondo agli editori con fatturato inferiore ai 500.000 euro annui secondo la media delle dichiarazioni fiscali degli anni 2020, 2019 e 2018.
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Cons. Alessia Ambrosi