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AMBROSI (FDI) * DIDATTICA A DISTANZA: « I NOSTRI RAGAZZI VERE E PROPRIE VITTIME INVISIBILI PAGHERANNO IL PREZZO PIÙ ALTO DI QUESTA CRISI COVID »

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16.55 - sabato 27 marzo 2021

Da madre sto vivendo in questi giorni, come milioni di famiglie italiane gli effetti della didattica a distanza.

Per carattere cerco sempre di vedere le opportunità che possono nascere dalle difficoltà e così è stato anche nel caso della Dad. Ma se per il mondo degli adulti l’attività da remoto può diventare un’opportunità con webinar o altre riunioni veloci, talvolta frenetiche, su zoom o meet, per i nostri figli non si può di certo dire la stessa cosa. Anzi l’apprendimento a distanza, dopo un anno di pandemia, si va rivelando sempre più come un serio disagio per studenti, famiglie e insegnanti.

Ma non solo.
Un allarme sociale lanciato da Unicef ribadisce le conseguenze preoccupanti della pandemia su infanzia e adolescenza. Un disagio che sta terribilmente declinando in sofferenza e che costringe i garanti di tutta Italia ad intervenire per l’ennesima a volta . “La chiusura che sta ancora causando profonde ferite nei confronti di più generazioni ha acuito le ingiustizie sociali, ha messo in serissima difficoltà le famiglie, ha tolto possibilità e vitalità alla generalità dei cittadini” ha recentemente ribadito il garante dei minori del nostro Trentino Fabio Biasi.

Ma c’è di più. I minori diventano vere e proprie vittime invisibili. Come evidenziato dall’osservatorio del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Milano Ciro Cascone, i tentati suicidi tra ragazzi, adolescenti e giovani nei primi due mesi del 2021 sono aumentati del 50% rispetto al medesimo periodo del 2020, e i reati in cui sono coinvolti minori, secondo la Procura presso il tribunale per i minorenni di Milano, sono cresciuti del 40%.

Sono le conseguenze, gravissime, riconducibili ahimè proprio agli effetti disastrosi di un anno di sospensione della scuola in presenza.
Sospensione non solo dalla didattica in presenza, ma sospensione anche della socialità scolastica con tutti gli aspetti psicologici che ne derivano.

Assistiamo purtroppo ad un aumento esponenziale di ragazzi fragili e vulnerabili, un aumento di giovani esasperati e, in certi casi, violenti verso sé stessi e gli altri, sfociando in una fortissima involuzione individuale e sociale.
La scuola, in particolar modo in alcune realtà del Paese, con tutte le sue difficoltà, era un formidabile osservatorio su questi ragazzi, ne permetteva l’inclusione sociale e il controllo delle realtà più problematiche. Invece con la didattica a distanza ciò non è evidentemente più possibile. E va considerato che l’aumento di episodi violenza e degrado sociale è stato riscontrato anche tra adolescenti trentini, con baby gang ed episodi di bullismo.

Il quadro nazionale che si prospetta e che rispecchia per alcuni aspetti anche la nostra provincia di Trento è molto grave sia sotto l’aspetto tecnico pratico sia sotto l’aspetto sociale: ci ritroviamo così, dopo un anno di DAD, con il 55% degli studenti delle superiori con problemi di connessione (info skuola.net) e con il 10% che, anche per motivi economici del nucleo familiare, non hanno un computer o un tablet personale per poter seguire le lezioni da casa.

Si registra inoltre il 50% dei casi di aumento di tentato suicidio e IL 40% di incremento di reati. E infine l’aumento esponenziale del rischio di fenomeni di pedo-pornografia proprio a causa dell’utilizzo intensivo dei social, come dimostrano le denunce alla Polizia Postale, a loro volta aumentate del 51%.

Ma oltre ai Garanti, all’Unicef, all’osservatorio del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni di Milano, anche gli stessi psicologi, pediatri ospedalieri e di libera scelta e infermieri lanciano un personale grido d’allarme. Nel nostro Trentino, come nel resto d’Italia, la sospensione della didattica in presenza e la mancanza di socializzazione sta silenziosamente sortendo danni innumerevoli. Danni che riguardano sia i minori con bisogni speciali, sia tutti gli altri e che sfociano nell’aumento dei disturbi ossessivo-compulsivi, nelle regressioni nel linguaggio o nella disabilità, nella manifestazione precoce della pubertà, conseguenza del disagio psicologico.

Appare dunque chiaro, di fronte a un quadro così preoccupante, che niente può sostituire la vita quotidiana che si svolge in un’aula scolastica, nulla di tutto ciò può sostituire il contatto diretto, le grida, i sorrisi, i pianti, gli schiamazzi: la vita, le relazioni e l’inclusione sociale all’interno di una classe che sta costruendo il proprio bagaglio formativo, culturale e affettivo. Un bagaglio che anche noi tutti rappresentanti delle istituzioni dobbiamo il più possibile garantire e tutelare, in particolare quando si tratta delle fasce più fragili della società.

Perché in fondo garantire la salute significa garantire non solo un benessere fisico ma anche mentale e sociale. Il mio pensiero va in particolar modo a tutti gli insegnanti, a tutti i papà e a tutte le mamme che stanno facendo del loro meglio per non far pesare ai propri figli e ai propri alunni questo drammatico periodo di emergenza.

Un periodo che ha segnato profondamente le nostre vite e che ha recato a bambini e adolescenti dei danni, che magari non rivelano volentieri, per timidezza, per pudore, ma sono danni che ogni giorno portano e porteranno nel loro cuore e nella loro mente chissà per quanto tempo. I nostri ragazzi, vere e proprie vittime invisibili, sono purtroppo coloro che pagheranno il prezzo più alto di questa crisi, e la didattica in presenza non è solo un loro sacrosanto diritto, ma oggi anche una “medicina” per cuore, mente e anima.

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Alessia Ambrosi
Gruppo consiliare Fratelli d’Italia – Consiglio Provincia autonoma di Trento

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