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ALTRA TRENTO A SINISTRA * CIRCOSCRIZIONI COMUNE TRENTO: ” IL SAGGIO INDICA LA LUNA, GLI STOLTI GUARDANO IL DITO “

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08.24 - venerdì 27 aprile 2018

La polemica tra amministrazione e presidenti di circoscrizione rappresenta l’ultimo episodio di un lento, insesorabile declino della politica di buon senso.

Il riconoscimento economico del lavoro che si fa nei singoli territori, il rimborso delle spese sostenute, non solo sono atti dovuti per coerenza e per onestà intellettuale, ma sono azioni politiche importantissime che segnano la differenza tra chi potrebbe governare con un chiaro e preciso disegno politico della città e chi governa navigando a vista.

È vero, come sostengono i colleghi del m5s, che chi è stato eletto nelle circoscrizioni ormai tre anni fa, lo ha fatto sapendo di non aver diritto a indennità o gettoni di presenza.

Ciò non toglie che ragionare a lungo con chi sul campo sta lavorando sulla necessità di restituire una gratificazione, predisporre documenti, condividerli, elaborare una proposta di mozione, che ha impegnato ore della commissione competente, non può essere mandato in fumo perché la maggioranza di governo, il cartello elettorale frammentato e coeso solo quando percepisce di vacillare, non riesce a trovare un accordo, perché tra le minoranze prevale l’ostinata posizione di chi vuole annullare ogni possibile luogo di partecipazione e vicinanza con la cittadinanza per poter decidere dall’alto senza troppi problemi.

Le circoscrizioni potrebbero essere laboratori di democrazia diretta, ma solo a sentirne parlare ad alcuni colleghi del consiglio comunale, purtroppo non pochi, viene una crisi di orticaria. La democrazia diretta fa paura a chi nella rappresentanza vede mero esercizio di potere più che servizio.

Le circoscrizioni potrebbero essere luoghi in cui sperimentare nuove forme di organizzazione e nuove modalità di assunzione delle decisioni.

Tutto questo prevede che ci si dedichi con serietà e passione a sostenerne l’innovazione, invece ci si nasconde dietro la scusa populista e vergognosa della riduzione degli sprechi ed è ridicolo pensando alle somme che sarebbero previste se mettessimo in atto quanto è frutto di elaborazione condivisa tra presidenti di circoscrizione e commissione competente.

È semplicemente ridicolo se si pensa ai veri sprechi della politica trentina.

Non provvedere a semplificare le pratiche burocratiche per ottenere rimborsi spese, non comprendere che chi lavora ha sempre diritto a un riconoscimento del lavoro che fa, e al massimo chi non condivide può restituire il riconoscimento, significa non apprezzare il processo, in atto da inizio consiliatura, di collaborazione tra circoscrizioni, non avere a cuore il destino stesso delle circoscrizioni, ma solo la preoccupazione di rimanere in carica fino al fatidico 2020 alla meno peggio, tra canguri e interventi populisti che aiutano a mantenersi a galla, allontanando le persone dall’amministrazione e dalla politica stessa.

Tra volontariato e lavoro gratuito, a volte anche con impegno di denaro a proprie spese, c’è differenza e non poca e il danno determinato in termini di demotivazione politica è paragonabile a una ferita profonda diffcilmente cicatrizzabile.

Mai come in questo caso viene da pensare che quando il saggio indica la luna, gli stolti guardano il dito.

 

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Antonia Romano

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