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AGIRE PER IL TRENTINO* ACCATTONAGGIO MOLESTO AD ARCO: “TUTTO COME PRIMA”

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19.00 - venerdì 10 novembre 2017

Accattonaggio molesto ad Arco, Gereon (Agire): «tutto come prima». Nonostante i proclami dell’amministrazione comunale, in merito a presunte strette di vite contro l’accattonaggio molesto, si scopre che nulla è cambiato. Gli auspicati risultati concreti in realtà hanno avuto brevissima durata, visto che decine di individui “professionisti” dell’accattonaggio, spesso provenienti quotidianamente da fuori Regione, sono tornati a mendicare in maniera più o meno molesta su tutto il territorio.

E’ di qualche giorno fa uno dei tanti episodi di accattonaggio molesto, di cui si è reso protagonista un ragazzo di colore che, pretendendo banconote anziché monete, si era messo ad inseguire una signora, costretta poi a rifugiarsi in farmacia per chiedere aiuto. Anche in tal caso, seppur multato dai Carabinieri della locale stazione di Arco intervenuti, il professionista della questua è tornato all’opera, nello stesso posto, con ancor più arroganza di prima e, molto probabilmente, senza neppure aver pagato la sanzione comminatagli.

Anche l’inottemperanza al “foglio di via obbligatorio”, emesso dal Questore, e solo in presenza di presupposti prodotti dalle Forze dell’Ordine, si risolve con una denuncia a carico del trasgressore che, nella pratica, non è un vero deterrente ed anzi, costituisce più un costo per la collettività che la risposta al problema.

Infatti, al soggetto in questione, risultando nullatenente nella maggior parte dei casi, verrà assegnato un avvocato d’ufficio, pagato dalla collettività insieme alle spese processuali. E forse, dopo una decina di denunce che porteranno ad un processo che si terrà a distanza di circa un anno e che terminerà chissà quando, al soggetto trasgressore verrà applicata (forse) una qualche condanna penale, sicuramente irrisoria. È triste, ma, in molti casi, questo è il normale iter della Giustizia.

La Polizia Locale si dovrebbe occupare di perseguire questa pratica (lasciando, in tal modo, i Carabinieri e la Polizia liberi per altre tipologie di intervento) e soprattutto dovrebbe procedere al sequestro del denaro raccolto, come accade già anche in alcuni comuni trentini. La confisca della questua rappresenta il solo ed unico elemento deterrente agli occhi di queste persone che altrimenti non hanno nulla da perdere e continueranno imperterrite nella loro attività.

Il denaro sequestrato potrebbe poi essere destinato alle varie strutture ed enti caritatevoli (Caritas, banco alimentare, ecc.) già presenti ed attivi sul territorio ed utilizzato quindi per chi è veramente bisognoso.

Precisiamo infine che Agire ha già analizzato questo fenomeno e preparato delle proposte per arginarlo, come si può leggere nel Programma Sicurezza già disponibile sul sito.
 

Fabiano GEREON – Coordinatore dell’Alto-Garda di Agire per il Trentino.

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