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LANCIO D'AGENZIA TN-AA

CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * QUARTA COMMISSIONE: « AUDIZIONI FAVOREVOLI ALLE “PALESTRE DELLA SALUTE” PREVISTE DAL DDL ZENI »

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17.52 - martedì 31 maggio 2022

Audizioni favorevoli in IV Commissione alle “palestre della salute” previste dal ddl di Zeni. L’Ordine dei tecnici sanitari suggerisce però di prevedere anche un budget per evitare l’errore commesso dalla Regione Veneto.

Al disegno di legge 118 proposto da Luca Zeni (Pd), che modifica alcune norme provinciali sulla salute del 2010 e sullo sport del 2016 con l’obiettivo di favorire la promozione  dell’attività fisica e dell’esercizio fisico per la prevenzione delle malattie, ha dedicato oggi le audizioni la IV Commissione presieduta da Claudio Cia (FdI). Il provvedimento mira a diffondere la pratica dell’attività fisica adattata per le persone con patologie croniche, prevedendo il riconoscimento di strutture non sanitarie capaci di accoglierle e seguirle con professionisti specificatamente formati. Il testo propone poi di istituire il marchio “Palestre della salute”, perché nasca una rete di strutture facilmente identificabile che, come già avviene in altre regioni, incoraggi l’attività motoria e indichi nella pratica sportiva non agonistica uno strumento di prevenzione e terapeutico utile a mantenere o recuperare il benessere psico-fisico della persona.

L’Apss: bene le palestre della salute senza escludere altri modelli

Per l’Azienda provinciale per i servizi sanitari, la responsabile del servizio promozione, educazione alla salute, sorveglianza sugli stili di vita, Silvia Franchini ha evidenziato che l’attività motoria è uno dei quattro stili di vita raccomandati insieme a una corretta alimentazione, al no al fumo e al no all’alcol, per combattere le patologie. Condivisibile è per Apss sia la volontà di introdurre con questo ddl l’attività fisica adattata, sia la “palestra della salute” utile per le patologie muscolo-scheletriche e indicata anche per il benessere degli anziani. Condivisibile per Franchini anche l’enfasi data all’attività sportiva non agonistica come strumento di prevenzione. Quanto al marchio “Palestra della salute”, Franchini ha ravvisato in questo strumento la possibilità di avviare un processo virtuoso. A suo avviso comunque queste proposte richiedono un investimento che permetta un’analisi, il monitoraggio e il coordinamento delle attività oltre all’individuazione di spazi idonei. Il punto di forza ma anche di debolezza di questo modello sta nel coinvolgimento del medico di medicina generale e del pediatra, che sono importanti ma anche difficili da attivare in quest’ambito. Occorrerà poi coinvolgere anche altri professionisti a seconda dei casi. Attenzione, con l’intruduzioe delle palestre della salute a non escludere altri strumenti come i “gruppi di cammino”. Serve in ogni caso un’offerta di prestazioni ad hoc a tariffa agevolata. In definitiva per Franchini il ddl rappresenta un passo in avanti compiendo il quale è necessario non vincolarsi troppo a un solo modello per non precludersi altre possibilità.

Zeni ha osservato che le palestre della salute non escludono altri strumenti e forme di attività da utilizzare.

 

Gli Ordini professionali: la Provincia eviti l’errore del Veneto

Per l’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Luca Del Dot ha giudicato interessante il ddl perché l’obiettivo del miglioramento della salute dei pazienti è condivisibile. L’Ordine appoggia quindi il provvedimento.

Per l’Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e delle prevenzione, Giorgio Pasetto ha ricordato che la Regione Veneto ha introdotto una misura analoga senza prevedere un sostegno finanziario pubblica per realizzare gli obiettivi indicati. Si tratta di spingere le palestre a fare un salto di qualità. Il provvedimento dovrebbe mettere a budget qualcosa perché alle prestazioni delle palestre e degli operatori specializzati sia riconosciuto un compenso economico. Nel Veneto si prevede che un medico di base che hanno patologie croniche non contemplate dal sistema sanitario nazionale e si collocano quindi nel “purgatorio” come i diabetici e i portatori di pakinson. Questi dovrebbero ricevere la prescrizione del medico di base di rivolgersi alle palestre della salute. Senza il sostegno economico della Regione i medici di base dimenticano di suggerire a queste persone di rivolgersi a una palestra della salute. Se lo fa il paziente poi si trova in difficoltà a sostenere i relativi oneri anche se la struttura risponde alle sue esigenze. Senza prezzi calmierati per le persone questa spesa diventa pesante. Vi sono anche specialisti nella medicina dello sport che dovrebbero fare da filtro tra medico di base e palestre della salute dove i pazienti dovrebbero essere indirizzati con un progetto motorio a disposizione. Anche questi casi si verificano però raramente. Il progetto è bello sulla carta ma poi in pratica è deludente. I laureati in scienze motorie specializzati in attività adattata elaborano un progetto in modo serio. I risultati sono in questo caso molto positivi: il beneficio per la salute è ottimale. Si ottengono esiti sorprendenti anche con l’abbandono di farmaci prescritti dal medico di base che apprezza queste attività. Mancano anche i fondi per un’indagine che dimostri come questo progetto potrebbe ridurre anche la spesa sanitaria. “Il problema – ha concluso Pasetto – è che il Veneto ha seguito il modello lombardo favorendo la sanità privata convenzionata a scapito della sanità pubblica che è stata depauperata anche nelle strutture e nei servizi del territorio”.

 

L’Upipa chiede che le case di riposo siano riconosciute come palestre della salute

l’Unione provinciale istituzioni per l’assistenza (Upipa), è intervenuta con il presidente Michele Chiogna e il direttore Massimo Giordani. L’Upipa – hanno detto – è favorevole al ddl perché coerente con l’esigenza di sviluppare le attività di prevenzione e un approccio terapeutico alle patologie croniche. Positivo è anche aver previsto l’impiego di laureati in scienze motorie per realizzare attività mirate alla terapia con prescrizione medica e attribuzione dei costi a carico dell’Apss. Upipa può svolgere un ruolo di cerniera con i centri diurni delle case di riposo, che potrebbero accreditarsi come “palestre della salute”. La richiesta è di riconoscere e inserire in questo modello i soggetti già accreditati nell’ambito sociale e socio-sanitario.

 

L’ospedalità privata trentina offre le proprie strutture

Per la sezione trentina dell’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop), il presidente Francesco Cariello, dopo aver consultato le cliniche Solatrix e Villa Bianca ha espresso un giudizio positivo sul ddl dichiarando di poter mettere a disposizione anche le strutture sanitarie private come palestre della salute.

 

Il Cimo apprezza il provvedimento

Per il Cimo (Coordinamento italiano medici ospedalieri) regionale, la referente Sonia Brugnara ha apprezzato l’intento del ddl di favorire i processi di riabilitazione post sanitaria e post specialistica di persone affette da patologie croniche che non trovano risposta nel sistema sanitario pubblico. Le palestre della salute dovrebbero assorbire tutte le cronicità che attualmente non sono attenzionate nell’ambito del sistema sanitario. Brugnara ha posto una domanda sui finanziamenti visto che il ddl non prevede spese ulteriori a quelle relative ai capitoli già esistenti. In questo periodo siamo in presenza di una grave carenza di personale sanitario e di risorse per reclutarlo.

Zeni ha rassicurato il Cimo che non sono previste ulteriori spese perché il ddl non aggiunge Lea o extra-Lea ma introduce un sistema in cui la Provincia diventa garante della qualità di un servizio favorendo un percorso in cui i medici danno indicazioni di svolgimento dell’attività fisica. Poi ci si affida poi a strutture private in grado di fornire determinati servizi. Non vengono quindi sottratte risorse pubbliche al sistema sanitario.

 

Le palestre private di Confesercenti e Confcommercio: timori per la concorrenza

Per Confesercenti, il direttore Aldi Cekrezi e il responsabile benessere e salute Walter Fugatti hanno accolto favorevolmente il ddl perché mira a promuovere la prevenzione attraverso l’attività motoria. Vi è però una realtà che sfugge a questo ddl e che formata da imprese che offrono palestre. Vi sono spesso associazioni sportive ad esempio calcistiche che diventano multisettoriali che mutano forma giuridicamente trasformandosi in palestre. Ma le palestre sono soggette a regole precise e a misure onerose. C’è quindi un problema di concorrenza sleale tra le imprese del settore e queste associazioni. Walter Fugatti ha ricordato che oggi solo 5-6 regioni in Italia non sono dotate di palestre della salute e ora anche il Trentino deve allinearsi a questo modello molto positivo. Ha ricordato che il 70% delle persone la salute è la preoccupazione principale della vita. Alla domanda cosa fanno queste persone per la salute, la risposta nella maggior parte dei casi è “nulla”. L’attività fisica e neurofisica può dare un contributo formidabile in questa direzione sia con l’esercizio fisico adattato sia con la pratica dello sport non agonistico. Le palestre possono fornire un servizio prezioso per mantenere in salute le persone dal punto di vista sia fisico che mentale.

Zeni ha ricordato che nelle precedenti audizioni è emersa la richiesta di estendere la denominazione di palestra della salute anche alle case di riposo. E a chiesto se Confesercenti condivida quest’allargamento. Fugatti ha risposto che non si possono mettere freni a questa possibilità anche se le Rsa sono talmente oberate di impegni che forse non sarebbe indicato assumersi anche attività che farebbero concorrenza alle palestre delle società private. Giusto che si concentrino sulla riabilitazione lasciando alle strutture specializzate le attività fisiche utili alla prevenzione delle patologie. La maggior parte delle regioni dove questo modello è già in vigore hanno evitato di permettere questa forma di concorrenza.

Per Confcommercio il responsabile dell’ufficio legislativo Giampiero Orsino si è espresso a favore del dde e del marchio “palestre della salute” avendo al proprio interno operatori specializzati in questo settore. Creare queste realtà con una funzione riabilitativa in un momento successivo a ricoveri con alcune attività motorie. Vi sono centri specializzati e personal trainer che consentono di avvicinarsi già al sistema prefigurato dal ddl. Quanto alle Rsa, per Orsino è chiaro che operatori del settore che lavorano già con strutture e strumenti mirati, sarebbe più logico indirizzare gli sforzi verso le attività che già dispongono di requisiti specifici e di professionisti. Confcommercio chiede il coinvolgimento delle associazioni di categoria quando la Giunta definirà il regolamento di attuazione di questa normativa dopo che sarà entrata in vigore. Giusto che le associazioni sportive dilettantistiche si occupino di attività agonistiche e di preparazione all’educazione alla pratica sportiva di base Meglio puntare invece sulle palestre specializzate per gli obiettivi indicati in questo ddl.

 

Il Coni chiede di escludere l’aggettivo “sportive” e ricorda la carenza di palestre

Per il comitato provinciale trentino del Coni, la presidente Paola Mora ha giudicato il ddl interessante per la prescrizione dell’attività fisica a fini sanitari. A questo livello lo sport può dare un contributo importante anche per contenere la spesa sanitaria. Ha però chiesto di precisare alcuni termini e in particolare per attività sportiva non agonistica. Quest’ultima infatti è ufficialmente legata all’educazione offerta nelle scuole e proposta dal Coni, dalle associazioni e dalle federazioni sportive e per essere esercitata implica la presentazione degli appositi certificati medici. Meglio quindi, secondo Mora, rinunciare all’aggettivo “sportiva” accanto ad “attività”, mantenendo solo il richiamo all’attività motoria e all’attività fisica adattata. Bene anche la previsione di coinvolgere laureati in scienze motorie. Il Coni del Trentino dispone di un elenco di più di 120 laureati in scienze motorie che già operano all’interno delle scuole. In secondo luogo Mora ha invitato a chiarire bene cosa si intende per “palestra”, indicando anche il “dove” perché esistono anche palestre “a cielo aperto”. Va infatti tenuta presente la carenza di spazi al coperto che fungano da palestre. A Trento questo spesso impedisce al Coni e alle associazioni sportive di offrire ai ragazzi manifestazioni sportive dilettantistiche. Il parere del Coni sul ddl è quindi positivo ma con questi alcuni chiarimenti e precisazioni sui concetti introdotti.

 

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