News immediate,
non mediate!
Categoria news:
LANCIO D'AGENZIA TN-AA

CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * LAVORI AULA POMERIGGIO: « CHIUSA LA SESSIONE DI SETTEMBRE, IL PRESIDENTE KASWALDER HA RINGRAZIATO LE CONSIGLIERE FERRARI ED AMBROSI »

Scritto da
19.28 - mercoledì 28 settembre 2022

Chiusa la sessione di settembre. No al ddl di Rossi sui trattamenti per maternità e via alla discussione senza tempi contingentati del ddl 89 proposto da Marini per modificare la normativa provinciale sui referendum del 2003. Il saluto commosso di Sara Ferrari al termine della sua ultima presenza in aula

I lavori della seconda e ultima giornata in aula della sessione di settembre si sono conclusi oggi pomeriggio con il voto contrario espresso dal Consiglio provinciale (19 i no, 12 i sì) al disegno di legge 25 proposto da Ugo Rossi (Misto-Azione), discusso da ieri senza tempi contingentati e sostenuto dalle minoranze, che puntava ad introdurre nella normativa trentina sul benessere familiare l’equiparazione del trattamento di maternità nel settore privato al trattamento in vigore negli enti pubblici. A seguire è iniziato l’esame del ddl 89 proposto da Alex Marini (Misto-5 Stelle), che era stato respinto in Prima Commissione, volto a modificare la normativa provinciale sui referendum, la numero 3 del 2003, introducendo tra l’altro il voto per corrispondenza, la raccolta elettronica delle firme e un opuscolo informativo. Anche per la trattazione di questo ddl, come per il precedente, non sono previsti tempi contingentati. Prima della fine dei lavori Sara Ferrari, capogruppo del Pd eletta alla Camera dei deputati, giunta alla sua ultima presenza in Consiglio provinciale, ha chiesto e ottenuto di poter intervenire un’ultima volta in aula per salutare sia i colleghi che tutti i collaboratori dell’assemblea legislativa di cui ha fatto parte per 14 anni consecutivi sia come esponente di maggioranza, sia come assessore sia trovandosi all’opposizione. Il presidente Kaswalder ha augurato buon lavoro in Parlamento a lei e ad Ambrosi auspicando che nel loro nuovo incarico a Roma “ricordino sempre il piccolo Trentino”.

Marini: occorre favorire le consultazioni popolari e la partecipazione al voto

Alex Marini ha precisato che il suo ddl si pone in contrasto con il livello ormai intollerabile raggiunto dall’astensionismo in Italia e in Trentino, che si è manifestato anche in occasione delle elezioni politiche di domenica scorsa. I referendum sono ancor più penalizzati dal problema della non partecipazione al voto. Il ddl di Marini propone allora propone di adeguare l’ormai datata normativa provinciale sui referendum, la numero 3 del 2003, alle mutate esigenze attuali. Come? Rendendo efficace questo strumento di democrazia diretta per garantire, stimolare e favorire la partecipazione dei cittadini al voto. Anche attrvaerso il rispetto e l’attuazione dell’esito della consultazione. Rilevando l’attuale, estrema debolezza dei partiti, i cittadini hanno diritto di veder riconosciuta dalla legge la loro iniziativa organizzata con i referendum per dire la loro in politica. In sostanza con questo ddl Marini propone la rimozione degli ostacoli che rendono inefficace l’istituto del referendum, favorendo l’effettiva partecipazione dei cittadini con la riduzione della difficoltà di votare soprattutto per i residenti all’estero e per i residenti che dimorano temporaneamente fuori Provincia. Ecco perché il ddl propone che sia possibile promuovere referendum anche per intervenire sulla legislazione dei tributi di competenza provinciale e locale, di rimuovere il quorum di partecipazione al voto per riconoscere validi i referendum (che in Trentino è attualmente del 40%), di allegare alla relazione accompagnatoria dell’iniziativa referendaria uno schema di disegno di legge oppure una proposta di atto amministrativo o di atto d’indirizzo politico, di permettere la raccolta elettronica delle firme necessarie per indire un referendum, di semplificare le complesse procedure a carico della pubblica amministrazione e dei promotori per poter chiedere un referendum, di prevedere un libretto informativo sulla consultazione referendaria prendendo magari a riferimento il modello utilizzato dalla Provincia autonoma di Bolzano, e infine l’introduzione del voto per corrispondenza.

Savoi: referendum solo su temi importanti e con soglia al 40% degli aventi diritto

Alessandro Savoi (Lega Salvini Trentino) ha premesso che questa tornata consiliare doveva servire per esaminare quattro disegni di legge aprendo anche il testo della Giunta sul Progettone, “ma se andiamo di questo passo non completeremo l’ordine del giorno concordato dai capigruppo neanche in ottobre”. E questo senza tener conto dei disegni di legge urgenti proposti dalla Giunta. “Poi non ci si lamenti se il Consiglio non riuscirà ad approvare tempestivamente provvedimenti importanti come questi, pur nel rispetto delle regole e degli emendamenti presentati”. L’auspicio di Savoi è che “nella prossima tornata consiliare non si riparta dai disegni di legge che stiamo discutendo in questa sessione. A queste condizioni si riesce a esaurire in un’intera tornata consiliare un solo punto all’ordine del giorno mentre vi sono altre priorità che hanno diritto all’esame dell’aula”. Su questo ddl di Marini l’esponente leghista ha motivato la propria contrarietà “perché – ha osservato – quando si fa un referendum una soglia ci deve essere”. Inoltre i referendum devono riguardare temi pregnanti e che porti al voto almeno il 40% degli aventi diritto, che per Savoi “è il cosiddetto minimo sindacale per queste consultazioni popolari”.

Rossi chiede se vi sia stato un confronto sul ddl con la Giunta. Gottardi risponde che non vi sono state interlocuzioni con Marini e ribadisce il no dell’esecutivo

Ugo Rossi (Misto-Azione) ha chiesto rassicurazioni a Marini rispetto alle interlocuzioni avute dal collega con la Giunta provinciale per cercare una mediazione e un accordo in modo da ottenere l’approvazione di almeno una parte delle norme contenute in questo ddl. Per Rossi in questa proposta vi sono misure di miglioramento tecniche ma che puntano a potenziare l’utilizzo della democrazia diretta e a favorire maggiormente il voto dei cittadini. Vi sono modalità di partecipazione referendaria che in alcuni Stati europei sono la normalità mentre in Italia sembrano l’Araba Fenice. La Provincia di Trento con la sua autonomia potrebbe dimostrarsi capace di introdurre innovazioni in questo settore. Modificando la legge attualmente in vigore in materia di referendum intervenendo sul quorum del 40% per la validità delle consultazioni. Si potrebbe correggere la normativa provinciale attuale per favorire i referendum e la partecipazione al voto dei cittadini.
L’assessore Gottardi ha risposto a Rossi ricordando da un lato che la Giunta si è già espressa contro il ddl in Prima Commissione e che questo giudizio negativo non è cambiato, e dall’altro che non vi sono state interlocuzioni con Marini per cercare un qualche accordo sul testo.

Coppola: il tema referendum è importante per decidere su questioni importanti

Lucia Coppola ha ringraziato Marini per aver portato un tema di questa importanza all’attenzione del Consiglio provinciale. Per Coppola sarebbe ad esempio interessante conoscere attraverso un referendum cosa pensano i cittadini di Trento sul baypass ferroviario della città capoluogo che rischia di intaccare le falde acquifere e l’ecosistema. A suo avviso oggi non è più sufficiente la delega data ai rappresentanti eletti nelle istituzioni per garantire la democrazia su qualsiasi argomento. Coppola ha citato il fallimento del referendum indetto l’anno scorso in Trentino sul biodistretto con quasi 15.000 firme raccolte a testimonianza dell’interesse dei cittadini per l’argomento. Il quorum del 40% riduce il referendum a un evento di scarso rilievo agli occhi dei cittadini che hanno diritto al voto, la maggior parte dei quali decide di non esercitare questa facoltà di partecipare a una scelta politica cruciale per il futuro di un territorio. Occorrerebbe quindi rimuovere la soglia di sbarramento minima dei votanti per la validità della consultazione. La conseguenza di questo stato di cose è che a moltissimi cittadini non importa più nulla del voto e sono sempre più difficili convincerli a recarsi alle urne. Per questo secondo la consigliera occorre sburocratizzare le procedure come propone questo ddl per favorire il più possibile la partecipazione al voto.

Cia: l’astensionismo non è frutto di disinformazione ma di sfiducia nella politica

Claudio Cia, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha riconosciuto la grande passione di Marini per temi come questo. E ha osservato che oggi il partito dell’astensione è indubbiamente il più corposo di tutti sia in Italia che in Trentino. E questo non perché ai cittadini sia mancata l’informazione. Il vero motivo dell’astensionismo va perciò individuato nella perdita di credibilità della politica agli occhi della gente. Chi non è andato a votare non lo fa perché non conoscere partiti e programmi ma perché non ritiene di potersi più fidare della politica, perché sconnessa dalla vita delle persone e della società. Non è la mancanza di un opuscolo informativo sul voto che non c’è sufficiente affluenza alle urne ma la non corrispondenza tra ciò che i partiti promettono in campagna elettorale e quel che poi realizzano gli eletti. Il grave è che questa totale assenza di credito non riguarda questo o quel politico o candidato ma la politica in quanto tale. “Siete tutti dei bugiardi”, è l’accusa di tanti cittadini. “Se la gente non va a votare – ha concluso Cia – è soprattutto colpa nostra, di noi tutti impegnati in politica”.

Zanella: i cittadini torneranno a votare per difendere la Costituzione

Paolo Zanella (Futura) ha giudicato allarmante il dato della partecipazione di un solo cittadino su 3 al voto nella nostra democrazia. Dall’89% della prima votazione si è passati progressivamente al 36% di astensionismo che non esprime certo una tendenza solo nel nostro Paese, ma denota l’interesse più per il proprio orticello che per il bene collettivo. Oggi, 28 settembre – ha ricordato Zanella – è la giornata internazionale per l’aborto sicuro. Nel 1981 in Italia si tenne un referendum sull’aborto che vide la partecipazione del 79% dei cittadini il cui voto assicurò il mantenimento della legge 194. Ancora, secondo il consigliere di Futura, se il nuovo governo in Italia proporrà di riformare in senso presidenzialista la Costituzione italiana, visto che il centrodestra non ha raggiunto la maggioranza parlamentare dei due terzi, sarà forse proprio la partecipazione popolare a un referendum ad impedire questa modifica. Zanella si è invece espresso contro la proposta di Marini che ritiene che si possa sottoporre a referendum anche il tema della tutela dei diritti delle minoranze linguistiche. Il consigliere ha invece condiviso con il firmatario del ddl le facilitazioni da lui previste per promuovere la partecipazione diretta dei cittadini attraverso i referendum.

Cia: non vogliamo indebolire lo strumento. Zanella: il diritto all’aborto è negato

Cia ha replicato a Zanella respingendo il tentativo di dipingere il centrodestra e Meloni in particolare come “mostri” che attentano alla Costituzione e alla legge sull’aborto. E ha ricordato che è stato Renzi a volere una riforma della “Costituzione più bella del mondo”, riforma che con un referendum gli italiani hanno bocciato. Ma non per questo Fratelli d’Italia intende indebolire questo importante strumento di partecipazione. Sull’aborto Cia ha precisato che la volontà del suo partito non è di rivedere la legge 194 ma di mettere le donne nelle condizioni di non essere costrette ad abortire. Zanella ha ribattuto che vi sono regioni in Italia nelle quali il diritto all’aborto è di fatto negato.

Il saluto di Sara Ferrari al termine della sua ultima presenza in aula

Dopo 14 anni di attività svolta all’interno dell’assemblea legislativa del Trentino, Sara Ferrari, capogruppo uscente del Pd perché appena eletta alla Camera dei deputati, ha chiesto e ottenuto dal presidente Kaswalder di intervenire per rivolgere un saluto ai colleghi ed esprimere la sua gratitudine a tutti i collaboratori della struttura al termine della sua ultima presenza nell’aula del Consiglio provinciale. Non senza un pizzico di commozione Ferrari ha confessato di aver provato maggiore soddisfazione a lavorare dai banchi dell’opposizione che da assessora. E di aver sempre rispettato le persone al di là delle diverse posizioni politiche di ciascuno. Ha poi concluso con l’auspicio che i colleghi continuino ad impegnarsi con la massima dedizione nell’attività consiliare.
Ma ecco il testo integrale dell’ultimo intervento di Ferrari in aula.

“Grazie presidente per avermi dato la possibilità di salutare voi colleghi e colleghe e congedarmi da quest’aula che mi vede qui presente interrottamente ormai da 14 anni. Ho avuto l’onore infatti di essere eletta tre volte. Ho sentito sempre forte la responsabilità del nostro essere qui, della rappresentanza pubblica, perché la prima volta quella che i cittadini fanno su di noi è una scommessa, mentre le successive sono giudizi sul nostro operato. Ho avuto il privilegio di stare qui con tre ruoli diversi: il primo da consigliera di maggioranza sotto la presidenza Dellai, il secondo da Assessora nella giunta Rossi e oggi da presidente del mio gruppo PD all’opposizione. In pratica non mi è mancato nulla. Posso permettermi di dire che se il ruolo di consigliere di maggioranza è il più stretto perché i margini di autonomia sono modesti e quello di assessore è il più anomalo perché si svolge altrove e meno qui dentro, quello di opposizione mi ha dato forse le maggiori soddisfazioni, perché la frustrazione di chi passa dal governo alla minoranza è talvolta compensata dal riuscire a convincere la maggioranza della bontà delle proprie proposte e ottenerne i voti. Mi onoro quindi di poter entrare a Montecitorio forte dell’esperienza che qui ho potuto maturare, anche di opposizione, accingendomi ad un’altra più ardua opposizione ma che voglio interpretare con buon senso e in modo costruttivo.

Vado via con la serenità di aver sempre rispettato le persone, i colleghi e le colleghe, nonostante le posizioni diverse. Perché se noi ci rispettiamo reciprocamente diamo rispetto alle istituzioni e ai cittadini che rappresentiamo. Il discredito sociale che travolge infatti il nostro ruolo politico, quel “fate schifo tutti allo stesso modo“ è alimentato dai nostri comportamenti negativi, ma possiamo contrastarlo attraverso il nostro agire leale, non per noi stessi, ma perché la politica, la rappresentanza democratica per i suoi effetti sulla vita delle persone deve tornare ad essere centrale e stimata. Vi lascio con l’auspicio che continuiate ad avvertire l’importanza del nostro ruolo che è grande, perché l’autonomia ci assegna la libertà delle decisioni ma anche la responsabilità di saper riconoscere sia quando si rivelano giuste sia quando sono sbagliate, per poterle correggere. Grazie per quello che abbiamo fatto insieme”.

Lavori conclusi. Il presidente ringrazia e saluta Ferrari e Ambrosi.

Chiudendo la sessione di settembre, il presidente Kaswalder ha ringraziato Ferrari e Ambrosi del lavoro svolto e augurato a entrambe buon lavoro in Parlamento. Chiedendo loro di non dimenticare nel nuovo ruolo in campo nazionale il nostro piccolo Trentino.

Categoria news:
LANCIO D'AGENZIA TN-AA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.