È ripresa stamane in Consiglio provinciale la discussione generale alla manovra finanziaria che occuperà i lavori d’aula per l’intera sessione di fine anno. Questa mattina sono intervenuti i consiglieri Stanchina, Maestri, Coppola, Maule, Calzà. In allegato una sintesi degli spunti emersi.
Roberto Stanchina (Campobase) ha esordito citando la prima frase della relazione del Presidente Fugatti che definisce l’autonomia il pilastro su cui si sostiene tutto il territorio. L’autonomia è un concetto dinamico che evolve insieme alla società, tanto più in momento come quello attuale che richiede attenzione massima, ha detto, non nascondendo preoccupazione per le trattative in corso con il governo, nelle quali occorre ribadire comunione d’intenti con la provincia di Bolzano.
La seconda questione sottoposta da Stanchina al Consiglio sotto forma di appello è quella del rammarico espresso per l’assenza del Presidente in aula nel momento cruciale degli interventi dei consiglieri. Il consigliere di Campobase ha poi commentato la troppa presenza nella relazione del Presidente di temi come le opere pubbliche a scapito di altri temi collettivi come il sociale o la sanità. Infine il terzo appello alla Giunta: ragionare in maniera costruttiva e di mediazione sulle proposte avanzate dall’Alleanza democratica.
È importante che dal dibattito escano soluzioni condivise, ha aggiunto e che si lavori tutti per il bene del territorio. Il consigliere ha ricordato chi nel passato si è speso per rendere questa terra quella che è, rievocando in particolare la figura di Bruno Kessler e punzecchiando la Giunta per l’occasione mancata del ricordo del centenario dalla nascita del grande statista trentino. Venendo alla manovra in discussione, Stanchina si è chiesto come potremo mantenere nei limiti la spesa corrente: fare stadi ed altre opere significa anche mantenerle e mi auguro che questa prospettiva sia chiara alla Giunta. Sull’ospedale occorre cominciare a portare a casa un risultato, così come non possiamo insistere ad investire sulla gestione di una struttura come la San Vincenzo.
Sul tema della chiusura del ciclo dei rifiuti è giusto accelerare a andare avanti, ma possibile che non si possa allargare l’orizzonte a livello di Euregio, ottimizzando l’esistente?, si è chiesto. Bene il cenno agli acquedotti per ridurre le perdite perché è lì che occorre puntare per una gestione dell’acqua ottimizzata e senza sprechi. Toccato anche il tema delicatissimo delle somme urgenze: plauso ai tecnici del servizio della Provincia in questo senso e nel contempo occorre insistere con i comuni sul lavoro di prevenzione.
Bene il bando qualità che però non deve essere pensato solo in funzione delle Olimpiadi, ma deve essere uno stimolo generalizzato. Sull’Università Stanchina si è detto convinto che la chiave sia l’innovazione: in questo contesto sarebbe bello pensare ad un ampliamento della ricerca della fondazione Mach con l’istituzione di percorsi di laurea su agricoltura, turismo e ricerca. Sulla casa ci sono grandi proclami, ma non si intravede un piano serio per affrontare il tema. Sull’Icef bene la revisione dei parametri, ma serve prima un’operazione di ascolto attenta. Non è possibile, benché si voglia incentivare il trasporto pubblico, risolvere con una tessera annuale gratuita distribuita in maniera indiscriminata.
Infine, Stanchina ha apprezzato la vicinanza al sistema di protezione civile, che va però interpretata in prospettiva, partendo dalla formazione e portando avanti l’intero sistema. Mi auguro, ha concluso, che ci sia la consapevolezza dell’importanza di un dialogo trasparente e del raggiungimento su questa manovra di una compartecipazione che preveda anche l’apporto delle minoranze.
Lucia Maestri (PD) ha ripreso l’intervento del Presidente Fugatti e le sue considerazioni sull’autonomia, definita “strumento per garantire pari opportunità a tutti i trentini, volano di sostegno dell’economia alle imprese locali e alle politiche di innovazione”. C’è però modo e modo di esercitare e interpretare l’autonomia, ha obiettato Maestri: in questa manovra c’è la totale assenza di una riflessione sul nodo della nostra specialità e sulla riforma statutaria.
Per portare a casa un ripristino di autonomia si è di fatto rinunciato all’intesa, ha osservato, ricordando i diversi passaggi della trattativa in corso, della quale il Presidente Fugatti non ha sentito l’esigenza, in una sorta di silenzio colpevole, di informare il Consiglio provinciale e nella quale siamo subalterni al vicino Alto Adige. Assistiamo a un’autonomia come gestione del quotidiano, a un’autonomia percepita solo quantitativamente come numero delle sue erogazioni, ha detto.
“L’autonomia”, ha aggiunto, “è il diritto di sentirsi in dovere”, il dovere di non usare il bilancio in maniera incurante di pianificazione e di programmazione. Con riferimento alla recente bufera giudiziaria che ha coinvolto la politica, la consigliera del Pd ha osservato che esiste un indebolimento della trasparenza tra affari e politica ed esiste un’eccessiva prossimità tra affari e politica: stili e metodi che saranno valutati dalla magistratura al cui lavoro guardiamo con profondo rispetto, ha detto. L’accaduto però non va a suo avviso minimizzato, quelli che abbiamo visto non sono semplici errori in cui può incappare un amministratore: questi ragionamenti vanno messi a tema perché riguardano la salute della democrazia e il rapporto tra democrazia e mondo degli affari. Nella manovra, Maestri ha stigmatizzato la mancata presa in carico delle disuguaglianze, che colpiscono il ceto medio che ora sono i nuovi poveri. Ha ricordato il notevole abbassamento del tenore di vita alla luce della fase economica che ha impoverito i salari, benché assistiamo ad un aumento dell’occupazione, posti di lavoro però non stabili e spesso non retribuiti in maniera dignitosa.
Sui salari pubblici ha annunciato un emendamento al rialzo rispetto alla proposta della Giunta e la richiesta di attivare un gruppo di lavoro sul salario essenziale. Maestri ha rilevato la vistosa assenza del piano di politica industriale e ha stigmatizzato ingiustificate scelte di privilegio rispetto a settori come ad esempio il turismo che già gode di rosee entrate. La ricetta più investimenti pubblici = più impresa, ha aggiunto, non sempre è vincente: servirebbero analisi, letture attente delle ricadute. Con riferimento al tema della natalità, finalmente diventato tema del centro destra, la consigliera ha ricordato che la Presidente Meloni ha dichiarato la contrarietà a forme di obbligo di congedo parentale per il papà, “perché i papà si vergognano”: spero che la Giunta prenda le distanze almeno da questo punto di vista, ha notato. Le politiche per la natalità,ha detto chiarendo la propria posizione, devono essere universali e l’investimento va fatto sui genitori che decidono di mettere al mondo il primo figlio e a salire il secondo e il terzo.
Nella manovra abbiamo apprezzato la messa a punto dei conti dell’Università che è la nostra finestra sul mondo. Maestri ha espresso sconcerto per le quattro, misere righe dedicate alla scuola e alla cultura: due settori strategici dei quali apprendiamo le novità dalla stampa mentre qui non si parla di nulla, come se queste due materie fossero un semplice orpello. Mentre ci sarebbe eccome da parlare, a partire dal Centro Santa Chiara, o dall’assenza degli stati generali della cultura, o dalla Music Arena. Una manovra che sembra una collezione ben ordinata di cifre che non da l’idea di dove si voglia andare. Abbiamo consegnato alla Giunta e all’Assessore Tonina già da una settimana una serie di proposte, ha concluso: a noi non interessa fare ostruzionismo, ma migliorare la vita dei cittadini ed essere ascoltati su alcuni punti che riteniamo fondamentali per raggiungere almeno in parte questo obiettivo.
Prima di illustrare alcuni suoi documenti di impegno, la consigliera Lucia Coppola (AvS) ha criticato “con estremo rammarico” l’emendamento sul trial, definito “tragico”, un attacco devastante alla montagna, una violazione dell’ambiente, che ricorda altri poco simpatici avvenimenti in cui alcune zone di pregio sono state usate per scopi impropri. Coppola ha ripreso anche il caso della devastazione della ciclovia del Garda, un orribile manufatto che sporge dalle meravigliose falesie celebrate da Goethe e dal Duerer.
E noi spendiamo una quantità esorbitante di soldi pubblici quando ci sarebbero ben altri contesti a cui destinare le risorse, primo su tutti quello della sanità. Coppola ha annunciato tre ordini del giorno: il primo affronta il tema della separazione dei nuclei famigliari in difficoltà alloggiativa, proponendo di arginare questa pratica disumana; il secondo interviene a sostegno delle donne vittime di violenza rafforzando il raccordo tra i centri che si occupano del tema in provincia e potenziando l’attenzione anche con percorsi mirati di formazione ed educazione; il terzo odg sulla resistenza agli antibiotici per sensibilizzare ad un uso corretto e accrescere la consapevolezza sul possibile aumento dei batteri resistenti e delle conseguenze che questo potrebbe comportare.
La consigliera ha poi illustrato i suoi emendamenti. Numerosi riguardano il tema della scuola. sul passaggio tra scuola pubblica e privata, sul riconoscimento della flessibilità della prestazione di orario per le insegnanti delle scuole per l’infanzia, per il personale docente della formazione professionale. Un’altra richiesta riguarda uno stanziamento per i pensionati e pensionate residenti in provincia di Trento percettori di pensioni minime, una modifica è riferita ai servizi conciliativi, uno stanziamento mirato a far sì che le rappresentanze del terzo settore adottino un regolamento per i servizi conciliativi allo scopo di potenziarli e per facilitarne l’accesso. Sul tema casa, Coppola ha annunciato un emendamento che riprende il fondo per le morosità incolpevoli chiedendo lo stanziamento di un sostegno agli inquilini che a causa della perdita della capacità di reddito con sono in rado di pagare i canoni di locazione.
In chiusura la consigliera di AvS ha manifestato rispetto per l’operato della Giunta, chiedendo pari trattamento e apertura verso alcune proposte costruttive, auspicando l’accoglimento di alcuni correttivi e la condivisione o quanto meno una mediazione.
“Una relazione ricca e dettagliata di numeri e dati, ma più scritta da un commercialista che da un presidente di una comunità. In una parola, priva di un’anima”: così ha commentato la consigliera Chiara Maule (Campobase) la relazione del Presidente Fugatti alla manovra finanziaria. Il modello “numerico” della Giunta rischia di acuire le diseguaglianze: serve una politica che non sia solo una tantum, tampone delle difficoltà del momento, ma una politica economica che accolga le sfide trasversali della crisi demografica, della transizione digitale ed ecologica e che garantisca un’opportunità di crescita per tutti. Servono investimenti sulle politiche positive del lavoro, in qualità e sicurezza, in stabilità e recupero del valore economico degli stipendi purtroppo in decrescita rispetto al costo della vita. Su natalità e conciliazione famigliare non si incentiva con bonus, ma con una politica organica che affronti più questioni: conciliazione, tassazione, potenziamento dei servizi sociali ed educativi, salari adeguati ecc.
Dispiace, ha detto Maule, che il tema della scuola sia stato liquidato come argomento marginale: che scuola ha in mente la Giunta? Questo è necessario saperlo, non basta una cifra iscritta su una riga dl bilancio, occorre fare investimenti anche sugli insegnanti, sviluppare per i ragazzi competenze e valori etici, modelli innovativi che interpretino il cambiamento. Chi è chiamato a definire l’intero sistema deve sentirsi chiamato alla sperimentazione di nuovi modelli, laboratori di innovazione, mentre trovo allarmante, ha dichiarato, che ci siano tanti giovani che se ne vanno e non tornano. Equità, servizi di qualità accessibili e sostenibili, accoglienza, sostegno ai più poveri e ai più fragili, immigrazione: in questa manovra questi temi sono del tutto assenti. Quanto all’immigrazione, fenomeno strutturale, occorre affrontarlo anche perché risponde alle esigenze delle nostre imprese, per supplire alla carenza di lavoratori in certi settori.
Quello che preoccupa è la mancanza di un vero progetto, anche sul tema dello sviluppo economico e della sostenibilità ambientale, un tema quest’ultimo, cui siamo chiamati a rispondere sopratutto da parte dei giovani. Emblematico il referendum sull’orso che appare un diversivo rispetto alla necessità di farsi carico davvero del tema. Accanto al tema del lavoro c’è quello dell’abitazione che sta diventando una vera e propria emergenza perché sta creando un divario sempre più profondo. Serve un piano di edilizia residenziale pubblica che risponda alla sfida cruciale, che risponda alle esigenze del presente, ma sappia anche guardare avanti negli anni, con un approccio sistemico e ambizioso.
Sullo sfondo c’è anche la necessità di rivedere l’intero comparto del welfare, ha detto rivolgendosi all’assessore Tonina, così come tocca affrontare l’emergenza della natalità, su cui i dati sono davvero preoccupanti. L’autonomia speciale dovrebbe servire proprio ad affrontare con determinazione questi temi. Nella relazione che avrebbe dovuto rappresentare per il Presidente Fugatti un rilancio del proprio operato, l’impressione è che ci sia poco, manca un messaggio di speranza, manca la capacità di guardare oltre i numeri e di tracciare un cammino per il futuro. Manca una politica capace di coinvolgere la comunità, manca la partecipazione, la sperimentazione. L’autonomia dovrebbe essere un messaggio di speranza che il Presidente non ha fatto intravedere dalla sua relazione.
La politica deve essere animata dal perseguimento del bene pubblico e il ruolo pubblico obbliga a declinare le condotte degli amministratori vigilando nelle azioni che compiamo ogni giorno, ha detto Michela Calzà (PD) con riferimento ai recenti fatti di cronaca che hanno stravolto la politica trentina. A noi è chiesto di esser all’altezza e di essere di esempio, di essere garanti della rete delle istituzioni trentine: per questo occorre rivendicare il modo corretto in cui ci si rapporta anche con il mondo economico e non si possono liquidare certi comportamenti come episodi banali.
Rivolta al presidente Soini, Calzà ha poi sottolineato il valore della democrazia, un valore che tutti i consiglieri devono rivendicare ogni giorno, rappresentandolo degnamente anche nell’incontro con i giovani dell’ottimo progetto formativo del Consiglio provinciale “Conosciamo autonomia”. L’autonomia speciale ci obbliga al governo e non alla mera amministrazione: noi dobbiamo cercare, identificare concordare la rotta, ma in questo anno la rotta non si è mai vista, non è arrivata nessuna proposta di riorganizzazione di un servizio o di un comparto. Calzà ha descritto la situazione preoccupante della povertà in Trentino, con sempre più persone che ricorrono all’accoglienza e richiedono servizi di sostegno straordinari, riportando dati inquietanti e rappresentando l’esigenza di dare risposte adeguate alla drammaticità del problema, che anche in Trentino diventa assolutamente non marginale.
Ha poi riflettuto anche sul tema dei servizi (sportelli postali, bancari, negozi al dettaglio e altri servizi di prossimità), con riferimento ai quali stiamo assistendo a diverse criticità con impatti evidenti sulle comunità locali che vanno al più presto affrontate. Infine la questione sanitaria: sui medici di famiglia la consigliera ha riferito il caso di Pietramurata, evidenziando l’assenza di professionisti.
(l’intervento prosegue nel pomeriggio)