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CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * COMUNITÀ DI VALLE: « IL DDL 145 DI RIFORMA DELL’ASSESSORE GOTTARDI AL CENTRO DEI LAVORI DI QUESTO POMERIGGIO »

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18.43 - martedì 28 giugno 2022

Comunità di valle: al via l’esame della riforma. Il disegno di legge 145 di riforma delle comunità di valle dell’assessore Mattia Gottardi è stato al centro dei lavori di questo pomeriggio in Consiglio provinciale. Dopo la lettura delle relazioni di maggioranza e minoranza l’assessore proponente ha chiesto una sospensione dei lavori per permettere un confronto con i colleghi che hanno presentato la maggior parte dei 537 emendamenti e 112 ordini del giorno. Dopo un breve dibattito sull’opportunità della sospensione, i lavori sono proseguiti con l’illustrazione del ddl da parte dell’assessore e con i primi interventi in discussione generale.

Inopportuno cercare la mediazione prima di avviare la discussione
Ugo Rossi (Azione) ha obiettato che è significativo, in negativo, che ancora prima di iniziare il dibattito, si chieda una sospensione su un disegno di legge di riforma di organi istituzionali che sono parte integrante del nostro sistema, come quello in discussione. La invito a consentire la discussione generale per procedere successivamente alla ricerca dell’intesa, ha detto Rossi. Diversamente saremmo di fronte alla negazione del ruolo del Consiglio provinciale.
Anche Alessandro Olivi (PD) ha concordato con il collega di Azione: rimandare l’illustrazione dell’idea della riforma, facendola precedere dalla mediazione, ha commentato, appare un modo per dire che questa legge sarà un mosaico che vuole mettere insieme tutti, priva però del coraggio che servirebbe su un tema di questo rilievo.

Non è mia intenzione modificare la relazione al disegno di legge che ha già superato l’iter in Commissione: non c’è la volontà di mancare di rispetto, ha precisato Mattia Gottardi: l’idea era quella di fare un ragionamento sugli ordini del giorno e sugli emendamenti non per sottrarsi al dibattito, ma per tentare di rendere più agevole la discussione.
Giorgio Tonini (PD) ha suggerito di procedere con la discussione generale e subito dopo con la parte dispositiva, per non dare l’impressione di voler chiudere il dibattito prima di aprirlo.

 

Gottardi: una “riforma di tutti” che mette al centro i comuni
Mattia Gottardi ha quindi accolto la mediazione e i lavori sono proseguiti con l’illustrazione della riforma per la quale l’assessore ha manifestato fin da subito soddisfazione perché, ha detto, si tratta di un disegno di legge che pur rivendicando una linea politica definita è stato modificato e costruito con i territori. Abbiamo cercato, con un lungo percorso di ascolto e di mediazione, partito all’inizio di questa legislatura, di agire su diversi fronti concedendo maggiore autonomia gestionale possibile agli enti locali, smitizzando la logica della gestione associata in sé; rivedendo i criteri del modello perequativo con l’obiettivo di riportare i bilanci dei comuni in equilibrio (a breve sarà proposta una revisione ulteriore che tiene conto di ulteriori correttivi collegati alle conseguenze della tempesta Vaia) e passando dal concetto di “costo” al meccanismo del “costo di comunità”; costruendo infine un disegno di legge di modifica delle comunità di valle, quello attualmente in discussione. Il progetto politico delle comunità del 2010, che le concepiva come ente sostitutivo dei comuni, è stato abolito da una sentenza della Corte costituzionale, ha ricordato. Il secondo step di riforma, firmato Daldoss, ha di fatto molto depotenziato il progetto iniziale, trasferendo i compiti alle gestioni associate obbligatorie, abolite all’inizio del percorso di questa legislatura. Quella in discussione è una “riforma di tutti”, perché frutto di un percorso ampiamente partecipato, che mette al centro i comuni e il sindaco. Noi voteremo una nuova comunità, la comunità dei comuni, perché all’interno di questo rinnovato strumento i comuni saranno incentivati alla condivisione. L’obiettivo principale di questa riforma, infatti, è dare ai comuni un luogo di dibattito politico prima assente, fornire uno strumento di cui i comuni hanno estremo bisogno “per dovere e volere fare insieme”. Questa riforma è il punto di equilibrio che si è trovato, dopo un lungo e partecipato dibattito sui diversi aspetti.

 

Rossi: tempo perso, come fare il giro del mondo a marcia indietro
“Senza banalizzare e fare della facile ironia”, il consigliere Ugo Rossi ha citato due bizzarri personaggi della valle di Sole pescati da ricordi personali per dire che la riforma è tempo perso ed è come fare il giro del mondo a marcia indietro. I comprensori erano nati per portare un modello “cittadino” nelle valli, ha ricordato. Sperimentate le criticità di quel modello, si arrivò poi ad elaborarne un’evoluzione, introducendo il meccanismo della rappresentanza piena (elezione diretta) e dando origine alle comunità. La riforma successiva (Daldoss), mentre la Lega chiedeva l’abolizione delle comunità, partiva dalla necessità del “fare insieme quello che da soli non si riusciva a fare” e dall’oggettiva necessità di una gestione sovracomunale dei servizi. Dunque la Lega ha fatto obiettivamente marcia indietro e ha acquisito il consenso sulla base di un’idea irrealizzabile. Di fatto questa riforma cambia ben poco, ecco perché è come fare il giro del mondo a marcia indietro: le comunità continueranno a fare quello che fanno, c’è un po’ di differenza nel modello di governance (consiglio dei sindaci) e ci sono state alcune aggiunte sulla base di richieste del Consiglio delle autonomie, per il resto tutto rimane invariato. Infine un pensiero, rivolto ai cittadini delusi che avevano creduto alla volontà sbandierata dalla Lega in campagna elettorale, di eliminare gli sprechi delle comunità di valle, mentre qui non c’è alcuna riforma, nemmeno il nome del disegno di legge è cambiato. Sull’onda del chi urla più forte in questa legislatura sono stati fatti molti danni all’autonomia e la vicenda delle comunità di valle ci deve insegnare che prima di spararla grossa si devono fare delle verifiche e vedere se quanto si dice ha un fondamento.

Tonini: un’occasione positiva, nel segno della continuità, per convergere attorno ad un’idea comune
Giorgio Tonini (PD) ha osservato che la condizione attuale è particolarmente favorevole perché alla fine di percorsi diversi su un tema storicamente critico, abbiamo alla fine trovato un punto di incontro comune e condiviso. L’autonomia è mal sopportata e va costantemente spiegata ai palazzi della politica nazionale, in una sfida sempre aperta. In questo contesto, costruire le condizioni di un pensiero comune e un comune punto di osservazione attorno a pensieri cardine come questo, è certamente da valorizzare. Abbiamo la Provincia più autonoma d’Italia e i comuni meno autonomi d’Italia: un problema serio, che ci trasciniamo da tempo e risolvere questo problema significa intervenire sulla struttura dei comuni e far in modo che il sistema evolva.

E’ significativo che si sia arrivati a questo risultato attraverso la strategia del confronto e dell’ascolto dei territori. La Giunta in questo senso ha fatto un percorso ed ha risposto alle istanze dei Comuni. Possiamo prendere atto che ciascuno per la sua strada è arrivato alle stesse deduzioni e la proposta di legge in discussione è il perfezionamento della riforma precedente, un’occasione per convergere attorno ad un’idea comune: non c’è da vergognarsi quando si va d’accordo. Detto questo, Tonini ha citato alcuni passaggi tecnici “da perfezionare” sul presidente della comunità, sul direttore-segretario, sulla composizione e sul ruolo dell’assemblea, sull’equilibrio maggioranza-minoranza all’interno dell’assemblea, sulla questione della rappresentanza di genere e sul tema cruciale delle potenzialità delle comunità di valle nel loro ruolo di volano nel sistema delle autonomie locali. A quest’ultimo proposito, se vogliamo che questo istituto possa davvero cambiare i rapporti di forza all’interno della Provincia va fatto un percorso di riforma di prospettiva, cogliendo i segnali di allarme lanciati dai comuni, cambiando l’architettura del sistema e valorizzando le comunità di valle.

Marini: riforma frutto del dialogo, recepire le osservazioni è sintomo di una buona pratica democratica
Questa riforma è la dimostrazione che si può dialogare senza andare allo scontro per arrivare a soluzioni condivise, ha osservato Alex Marini (Misto-5 Stelle), esprimendo apprezzamento per il metodo dell’assessore Gottardi. Cambiare idea è sintomo di intelligenza e stimolare il pensiero critico e recepire le osservazioni è sintomo di una buona pratica democratica. I tempi forse sono stati lunghi, ma sono serviti forse per far crescere la solidità del percorso e delle proposte. Il consigliere ha toccato alcuni passaggi, riflettendo sulla qualità della democrazia locale e l’autonomia e sui rapporti dei comuni con l’Europa. A questo proposito ha suggerito che tra i due membri nominati dalla Regione all’interno del Comitato delle regioni (24 + 24 membri (24 aggregati+24 supplenti) designati dall’Italia), il membro supplente rappresenti gli enti locali e, magari, il genere femminile. Un’altra proposta emendativa formulata dal consigliere riguarda la formazione degli amministratori e dei tecnici che compongono le Cpc, affinché le commissioni siano costituite da veri esperti delle dinamiche e delle politiche: su questo varrebbe la pena confrontarsi con Bolzano, ha aggiunto. La riduzione del consumo energetico e dell’inquinamento luminoso e l’azzeramento del consumo di suolo sono al centro di alcuni documenti di odg anticipati dal consigliere Marini, così come la revisione del modello delle politiche abitative.

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