(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Sbarrieramento, il punto di Tonina in Terza commissione. I lavori della Terza commissione di oggi, presieduta da Vanessa Masè della Civica, la prima del 2025, si sono aperti con con l’incontro con l’assessore alla Salute e alle Politiche sociali Mario Tonina sullo stato di attuazione dell’ordine del giorno 12, relativo all’adozione da parte dei Comuni trentini dei Peba (Piani di eliminazione delle barriere architettoniche e sensoriali). Il dirigente provinciale Romano Masè ha poi riassunto, in vista dell’incontro con i referenti della petizione 4 sulla gestione dell’acqua del lago d’Idro, l’annosa questione legata al rifacimento della traversa di chiusura del lago. Decisa inoltre l’audizione, prevista il 6 febbraio, dell’ingegner Cattani nell’ambito dell’esame della petizione 3 sulla modifica della viabilità di Dermulo.
Lo sbarrieramento, l’intervento di Tonina
L’assessore Mario Tonina, assieme al dottor Roberto Pallanch, ha informato la Terza commissione sullo stato di attuazione dell’ordine del giorno 12, di adozione da parte dei Comuni trentini dei Peba, approvato dal Consiglio lo scorso 6 marzo in relazione alla variazione al bilancio di previsione della Provincia per gli esercizi finanziari 2024-2026. Un ordine del giorno con cui il Consiglio impegna la Giunta a verificare, anche attraverso il coinvolgimento del Cal, quanti comuni sopra i 5.000 abitanti abbiano definito il Peba, comunicando alla Commissione consiliare competente l’elenco dei comuni adempienti e di quelli che ancora non lo hanno fatto e sollecitare i comuni in ritardo a definire il Peba. L’odg impegna inoltre l’esecutivo a effettuare un monitoraggio affinché i Comuni facciano quanto serve perché il loro territorio diventi per tutti un luogo accessibile.
L’assessore Tonina ha ricordato che l’atto era a prima firma di Mariachiara Franzoia (Pd) e che è stato emendato riconducendolo a due punti, rispetto ai sei precedenti. Tonina ha quindi ricordato la delibera 789 del 12 maggio 2023 che garantiva, attraverso un’incentivazione prevista con un contributo totale di 110.300 euro, una sensibilizzazione sui Piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche. L’assessore ha confermato che della somma totale, 41.300 euro sono stati destinati ad attività formative per il Consorzio dei Comuni trentini, perché venissero programmati interventi rivolti ai tecnici degli enti locali, cosa che è stata fatta.
Sempre dei 110.300 euro totali, ha aggiunto, 69.000 erano da destinare ai Comuni aderenti tra i 5.000 e i 20.000 abitanti che si impegnavano nell’adozione di Peba: hanno aderito 16 Comuni tra cui 5 con abitanti tra 5.000 e 20.000 (Riva del Garda, Mori, Mezzocorona, Primiero San Martino di Castrozza e Vallelaghi) e altri 11 con popolazione inferiore ai 3.500 abitanti (Terre d’Adige, Tesero, Ville di Fiemme, Castello-Molina di Fiemme, Dimaro Folgarida, Ziano di Fiemme, Panchià, Capriana, Valfloriana), in quanto con la delibera 288 del marzo 2024 è stata estesa la possibilità di richiedere l’incentivo a tutti i Comuni sotto i 20.000 abitanti. Gran parte dei Comuni sono in val di Fiemme, ha sottolineato Tonina, territorio che ospiterà le olimpiadi: un modo di sensibilizzare il territorio e mostrare attenzione per le Olimpiadi 2026 e per le successive paralimpiadi.
A ottobre 2024, ha aggiunto poi, sono state avviate attività di formazione per i tecnici degli enti locali, a cura del Consorzio dei Comuni: un progetto formativo che comprendeva sette moduli teorici in cui sono stati trattati i temi della progettazione inclusiva, del benessere ambientale e della sicurezza per tutti, del turismo e dello sport inclusivi. Si è operato nel senso di una partecipazione e sensibilizzazione della cittadinanza, ha affermato, ed è seguito un ciclo di laboratori di affiancamento personalizzato sui diversi territori a sostegno degli enti locali nelle attività preliminari di predisposizione dei Peba.
Nella fase conclusiva si sono svolti due focus per offrire spazi di approfondimenti e confronto sui casi più complessi e sulle criticità che si possono incontrare nelle fasi di stesura, implementazione a attuazione del Peba. L’assessore ha quindi ricordato le tempistiche: la scadenza per la presentazione e per l’adozione dei Peba era inizialmente prevista per dicembre 2024 ed è stata prorogata al 31 agosto 2025 con una delibera di Giunta per concedere agli enti le tempistiche necessarie per concludere le attività formative e la predisposizione dei piani. Panchià e Ziano di Fiemme, due Comuni aderenti, hanno successivamente rinunciato al finanziamento a seguito di oggettive difficoltà a portare a termine progetto formativo e adozione del Peba, dichiarando una insufficienza di risorse umane in ambito tecnico, ha ricordato Tonina.
Sui monitoraggi previsti dall’odg 12 al secondo punto ha segnalato poi che sono in corso attività di sensibilizzazione rivolte agli enti locali, con lo spirito di aumentare la consapevolezza e la sensibilità su iniziative per il miglioramento complessivo della qualità della vita e dell’inclusione di persone con disabilità. Ancora: a breve si cercherà di sensibilizzare con una lettera ai Comuni per far sì che l’attenzione possa essere confermata. Iniziative di questo tipo saranno in futuro incardinate sull’assessorato agli Enti locali per poter garantire le risorse a questo lavoro iniziato durante la scorsa legislatura, ha concluso l’assessore.
Il dibattito
Vanessa Masè ha chiesto precisazioni sulle tempistiche e la durata dell’attività di formazione fatta al Cal. Pallanch ha risposto che si trattava di 7 giornate di formazione a cui si aggiungevano tutti i moduli pratici (che di fatto diventavano un affiancamento nella redazione del Peba). Ha ricordato le diverse fasi della stesura di un Peba e ricordato che un piano può svilupparsi anche su più anni rispetto agli obiettivi da perseguire magari in concomitanza di opere pubbliche.
Una fase che ha visto la costruzione di un primo blocco formativo di avvicinamento che potrà essere ripetuto in futuro, se ci sarà l’interesse. Ha ricordato le difficoltà ad avere adesioni dei Comuni per il finanziamento volto alla realizzazione del Peba perché le risorse umane sono impegnate su altro e quindi l’allargamento con la seconda delibera a tutti i Comuni sotto i 20.000 abitanti. Alla fine, ha detto, il 10% dei Comuni ha aderito. Pallanch ha sottolineato la buona pratica locale del Comune di Trento che ha adottato il Peba prima dell’intervento. Masè ha sottolineato il tema delle risorse umane: la stesura è uno sforzo ingente per i Comuni. Ha chiesto quindi a Pallanch se, con un aumento di organico, la sua struttura potrebbe affiancare gli enti locali.
Lucia Coppola (AVS) ha parlato di un approccio corretto sul tema e ha espresso un plauso per aver creduto nell’ordine del giorno e aver fatto in modo che venga attuato nei limiti del possibile. Parecchi i Comuni che non hanno aderito, ha sottolineato, ricordando il tema delle risorse umane. Il tema della disabilità riguarda tutti, ha aggiunto, e va attenzionato rispetto al Consorzio dei Comuni per sostenere e aiutare i Comuni che non hanno aderito e fanno fatica ad aderire al Peba per difficoltà interne. La sollecitazione: non dare per finito questo passaggio, ma tenerlo come un’idea per il territorio da portare avanti.
Michela Calzà (Pd) ha affermato che l’adozione di un Peba per i Comuni va nel solco di una riflessione dell’amministrazione sullo stato delle opere e degli edifici pubblici già costruiti. Sulle opere nuove tendenzialmente si progetta secondo nuovi criteri di accessibilità. L’intento dell’odg era quello di far sì che le amministrazioni comunali, prima della parte tecnica, fossero sensibilizzati e accogliessero le nuove istanze di rendere una città accessibile e fruibile ai diversi gradi di difficoltà di accedere, ha spiegato la consigliera.
Un rinnovo della proposta di adesione al Peba può essere sostenuto nel tempo e rivolto ai Comuni anche inferiori ai 5.000 abitanti, ha proseguito: sono i Comuni più piccoli quelli che spesso hanno più difficoltà di intervenire anche sulle piccole opere. Servirebbe per Calzà in questo senso uno sforzo ulteriore, ma non solo di sensibilizzazione degli uffici tecnici, ma anche e soprattutto politica. Ha infine ricordato segnalazioni costanti sulle fermate degli autobus, tantissime sono non accessibili per i disabili.
Roberto Stanchina (Campobase) ha ricordato da ex assessore comunale ai Lavori pubblici il percorso fatto dal Comune di Trento e ha chiesto come mai i Comuni con Peba già avviati (come Trento e Rovereto) non siano nell’elenco, perché la difficoltà era proprio nel reperire risorse. C’è la possibilità anche per i Comuni maggiori di accedere a una sorta di fondo? Importantissimo poi per il consigliere di Campobase il test della fase progettuale perché lo sbarrieramento sia totale. In questo senso ha ricordato la collaborazione del Comune di Trento con l’associazione Astrid e l’istituzione di una pre-commissione sui progetti. Importante per Stanchina anche il marketing: il Peba è decollato con una comunicazione adeguata. Si sono fatte anche serate, ha ricordato, per spiegare alle persone cosa è un Peba. Ciò aumenta la partecipazione e semplifica anche la gestione di eventuali pratiche di esproprio.
Daniele Biada (FdI) ha affermato che è evidente la difficoltà, per mancanza di personale e risorse, dei Comuni più piccoli di partecipare a questi progetti e ha ricordato che è chiaro che è più facile intervenire sui lavori nuovi rispetto alle opere già esistenti. Ogni intervento nuovo proposto ai Comuni viene vagliato da Astrid e l’intervento è positivo, ha aggiunto. Ha citato il progetto di Gsh “Una valle accessibile a tutti”. In Comuni di montagna e ripidi, ha proseguito, è difficile sbarrierare tutto, alcune situazioni sono invalicabili (l’esempio è il caso delle strade ripide), ma con un aiuto economico si riuscirebbe comunque a migliorare moltissimo. Biada ha ricordato che disabile non è solo colui che lo è per sempre, ma anche chi subisce un infortunio o un incidente. Il tema non è solo sensibilizzare, ma la parte economica e di personale, ha concluso, sottolineando che il lavoro fatto è lodevole.
Stefania Segnana (Lega) ha ringraziato la Giunta per aver preso in carico le delibere della scorsa legislatura. Ha ricordato gli incontri fatti in passato con il Cal per trovare il modo migliore per rapportarsi con i Comuni per distribuire poi le risorse. Il Comune di Trento non ha potuto aderire per il limite di abitanti e perché il finanziamento era dedicato a chi non aveva ancora un Peba iniziato, ha aggiunto. Segnana ha ricordato anche l’app relativa alla mappatura dei parcheggi per disabili e la collaborazione nell’implementazione con Astrid: si è organizzato anche un incontro in merito con i sindaci al Cal. La consigliera ha citato poi la collaborazione con Handicrea ed espresso un plauso al lavoro della struttura.
Masè ha evidenziato la sensibilità emersa di tutti i commissari e la valorizzazione delle associazioni per la capacità propositiva. Raccogliendo le istanze dei commissari, ha ricordato la possibilità per la Commissione di produrre un atto per esprimere la posizione corale espressa nella seduta. Antonella Brunet (Lista Fugatti) ha ricordato le difficoltà dei Comuni, impegnati con i progetti del Pnrr in scadenza nel 2025 che spesso non possono aderire a progetti di questo tipo. Ha lanciato un appello a perseverare come Provincia nello stimolare questo tema, anche il prossimo anno quando i Comuni forse saranno più scarichi. Stanchina ha accolto la proposta di Masè dicendo che è importante per gli aderenti ora far partire la fase due e aprire un nuovo bando per consentire ai Comuni di attingere alle risorse. Calzà ha proposto la creazione di un percorso che veda dopo una fase formativa la possibilità di accedere a un bando.
Pallanch ha ricordato che i Peba sarebbero obbligatori dal 1989, la norma dice che i Comuni che non li realizzano dovrebbero essere commissariati. Una cosa che comunque ha vissuto una sua stagione e che nel tempo si è un po’ spenta. Realizzare un Peba, ha aggiunto, non è eliminare completamente tutte le barriere perché ci sono situazioni in cui non è possibile, ma il piano deve prevedere percorsi alternativi. Nel tempo, ha raccontato, si è radicata una modalità operativa per cui la singola opera rispetta la norma, ma non è detto che sia accessibile: il processo non è solo di carattere tecnico, ma anche culturale. Il supporto alle amministrazioni, ha continuato, ci può essere sull’azione e sulla valutazione preventiva sulle opere, altrimenti diventa un appesantimento se si immagina un meccanismo di valutazione sull’accessibilità. Il coinvolgimento del territorio e la mappatura delle priorità sul territorio con chi lo vive è la chiave che permette di definire l’ordine degli interventi.
Tonina ha ringraziato per la condivisione e la trasversalità sul tema. Ha confermato il proprio impegno anche con un’ulteriore nota che sarà inviata a tutti i Comuni per sensibilizzare sui temi che si ritengono indispensabili. Si deve dimostrare sensibilità e attenzione in questa direzione ed è quanto si farà per quanto compete l’assessoreato alle Politiche Sociali, per le risorse la competenza è l’Assessorato alle Autonomie locali, ma la strada è quella giusta, con una sensibilità anche del Cal si può arrivare a riservare le giuste risorse per completare i percorsi, ha affermato. Infine ha dato voce alla propria convinzione: il Trentino deve essere in ciò apripista e deve avere più sensibilità di altri in virtù della sua autonomia, soprattutto in vista delle olimpiadi e delle paralimpiadi.
La petizione 3 sulla viabilità di Dermulo
Un confronto per trovare la soluzione migliore per la sistemazione dello svincolo di collegamento tra Dermulo e l’alta Val di Non: questa la richiesta della petizione 3 (qui, qui e qui la notizia). Vanessa Masè oggi ha ricordato che è pervenuta una richiesta di audizione dell’ingegner Cattani, firmatario del progetto più volte citato in Terza commissione. La trattazione del punto è stata quindi rinviata al 6 febbraio prossimo, data in cui è prevista l’audizione.
La petizione 4 sulla gestione d’acqua del lago d’Idro
I lavori della Terza commissione si sono chiusi con la petizione numero 4 (qui la notizia), relativa alla gestione dell’acqua del lago d’Idro. In vista dell’incontro con i proponenti, previsto anch’esso per il 6 febbraio, oggi il dirigente Romano Masè ha proposto un riassunto della storia del progetto di rifacimento della traversa di chiusura del lago. L’intervento di Masè ha preso le mosse proprio dalla petizione che chiede tra l’altro di bloccare il procedimento di Valutazione di impatto ambientale (Via). La procedura, ha ricordato, è stata avviata nel 2011 ed il procedimento è stato concluso con una Via del 2013. Il procedimento di Via si è chiuso ed è quindi definitivo, ha rimarcato.
Venuto a scadenza con opere non realizzate (il riferimento è al rifacimento della traversa di chiusura del lago che regola il livello d’acqua, ha ricordato), la Via è stata prorogata a marzo 2019 e nell’ottobre 2023 è intervenuta, a opera del Ministero dell’Ambiente (la Via è nazionale), una proroga fino al maggio 2028. Risulta evidente, ha affermato il dirigente, che la richiesta di bloccare la procedura di Via ha poco senso. Parlando del secondo punto della petizione che chiede di bloccare l’appalto, Romano Masè ha detto che l’opera è della Regione Lombardia, finanziata da Stato e Regione Lombardia e che la realizzazione spetterà ad Aipo.
La complessità di questa vicenda, ha aggiunto, è legata al fatto che entrano in gioco interessi da contemperare: il tutto parte da esigenze di sicurezza, ma si pongono una serie di problemi anche di sicurezza idraulica a monte che coinvolgono anche la provincia di Trento. Il tema di come sarà realizzata l’opera è centrale anche per il Trentino, ha aggiunto, in primis per questioni di protezione civile. Masè ha parlato dell’impatto ambientale: si è in presenza di un Sic, per ciò l’escursione è stata limitata a un metro.
Il bypass deteriorato consentiva di abbassare il livello del lago di oltre tre metri, ha spiegato, e l’intervento previsto consentirebbe di riproporre un’escursione di più di un metro. Ancora: preoccupazione c’è non solo per il Sic, ma anche per l’aspetto turistico perché si creerebbe un salto di tre metri in estate in un luogo a forte vocazione turistica. Il dirigente ha quindi ricordato che si è cercato di contemperare tutte le esigenze e gli interessi con un accordo con cui si fissa un’escursione massima di 1,30 metri; la Provincia di Trento ha dato la disponibilità a rilasciare più acqua dai bacini idroelettrici per garantire la fornitura di acqua anche all’agricoltura. L’opera ha avuto l’avallo e sarà realizzata da Aipo, ha concluso, la parte gestionale dovrà essere oggetto di un nuovo accordo a valle dell’opera tra Provincia autonoma di Trento e Regione Lombardia. Tra le condizioni, ha ricordato ancora Masè, la Provincia di Trento ha posto anche un monitoraggio stretto e sta già lavorando sul monitoraggio per capire gli effetti dell’opera in vista della stipula del nuovo accordo.