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CONSIGLIO PAT * TERZA COMMISSIONE: « PROGETTO MALGA LAGHETTO A LAVARONE, CONFRONTO CON COMUNE E PROMOTORI “COMITATO PER IL NO“ »

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13.16 - mercoledì 22 marzo 2023

Terza commissione, sul progetto di Malga Laghetto a Lavarone ci sarà un confronto col Comune e con i promotori del Comitato per il no. Nella seduta di questa mattina della Terza commissione, presieduta da Ivano Job (Misto), si è parlato del progetto di Malga Laghetto (41 mila metri cubi), cioè della riqualificazione del grande complesso costruito dal 1970 al 1980 sull’Altipiano Cimbro nel comune di Lavarone. Se n’è discusso perché l’assessore Tonina ha riferito sulla situazione, in base all’ordine del giorno di Filippo Degasperi (Onda) votato dal Consiglio nella tornata di bilancio dello scorso dicembre. Un odg, ricordiamo, che al primo punto impegna la Giunta a “valutare le modalità di intervento per prevenire l’ennesima speculazione ai danni del territorio degli Altipiani cimbri”. Al termine del dibattito, la commissione ha deciso all’unanimità di ascoltare il Comune di Lavarone e i rappresentanti del comitato che si oppone alla realizzazione.

Tonina: la lottizzazione di 50 anni fa ha lasciato una situazione problematica

Tonina ha affermato che Malga Laghetto è un sito importante dal punto di vista paesaggistico, ma in passato, cioè negli anni ‘70, è stato oggetto di un progetto impattante dal punto di vista edilizio. Nel 2000 l’albergo e la pizzeria – discoteca sono stati chiusi e il comune di Lavarone ha redatto due varianti al Prg nel 2007 e nel 2021 per intervenire su una situazione decisamente problematica. Il risultato positivo di questa iniziativa di Lavarone sarebbe la demolizione dell’albergo recuperando una superficie di 2,5 ettari. Ma in questo momento, ha ricordato Tonina, c’è un ricorso al Tar che riguarda l’estinzione del vincolo di uso civico. L’assessore, infine, ha detto che è stato coinvolto il comune per verificare quali azioni informative siano state mese in campo.

Coppola: la Pat deve avere voce in capitolo su questa vicenda

Lucia Coppola (Europa Verde) ha ricordato una sua interrogazione di novembre e ha aggiunto che la Pat deve avere voce in capitolo su questa questione che riguarda un’area già abbastanza maltrattata. Inoltre, ci si deve impegnare nelle conversioni ecologiche anche di zone come queste. Restituendole al territorio come beni comuni. La consigliera ha poi ricordato che il comune di Lavarone sta facendo una serie di iniziative green, ma la cessione di quest’area a una società privata va nella direzione contraria.

Degasperi: con questo progetto si torna agli anni ‘70

Filippo Degasperi, ha affermato che si sarebbe aspettato un maggiore approfondimento sul progetto, e ha rilevato che la norma sugli usi civici non è stata rispettata nel 1970 e di recente perché il Comune ha assegnato all’Asuc un terreno gravato già da un vincolo ad uso pubblico. In breve, per Degasperi, non sono state rispettate le norme che tutelano i beni collettivi. Pat e Comune, ha affermato inoltre il consigliere di Onda, dicono e scrivono che si vuole andare verso consumo zero di territorio, ma a Malga Laghetto si andrebbero a consumare 9 ettari di bosco. Uno spreco inutile da tutti i punti di vista, perché, sempre secondo Degasperi, tra 15 anni ci troveremo daccapo, perché oggi, su 1000 residenti, sul territorio di Lavarone ci sono 7 mila posti letto nelle seconde case, che sono circa 2000, e mille negli alberghi. E’ vero, ha aggiunto, che a Malga Laghetto il pubblico è stato messo di fronte al “ricatto” di un edificio fatiscente e abbandonato da anni, ma la risposta non può essere il sacrificio di 9 ettari di territorio. In realtà, ha concluso, con questo progetto si torna agli anni ‘70. Per questo il consigliere ha chiesto di ascoltare in commissione i protagonisti di questa vicenda, a partire dal comitato che ha raccolto 410 firme tra i residenti e 360 tra i non residenti.

Manica: situazione preoccupante, servono più elementi per valutare

Alessio Manica (Pd) ha detto che la situazione è preoccupante ma, oltre al comitato, si dovrebbe ascoltare il comune per capire le ragioni di questa scelta oggettivamente complicata. L’esponente dem ha poi chiesto a Tonina cosa può e deve fare la Pat. L’assessore ha replicato affermando la sua disponibilità a sentire il Comune e i rappresentanti del comitato in commissione, ma dopo l’espressione del Tar. Ma ha ricordato che tutto parte dalla variante al Prg del 2007, redatta in base alle norme sulla riqualificazione paesaggistica e turistica degli insediamenti come quello di Malga Laghetto. La Pat può avere comunque un ruolo limitato perché ci si trova di fronte ad un piano attuativo. Sul risparmio di suolo, il dirigente del Dipartimento urbanistica e tutela del paesaggio, Romano Stanchina, ha detto che le varianti 2007 e quella del 2021 hanno confermato i 41 mila metri cubi realizzabili, anche se in quella di due anni fa è stato introdotto lo stralcio di 2,5 ettari di bosco. In sostanza, sono rimasti i volumi, su un terreno più piccolo. Tecnicamente quindi non c’è un consumo di suolo. Manica ha chiesto di avere elementi tecnici per una valutazione più completa.

Impianto di termossidazione di Pergine, punto rinviato

Rinviato il punto sulla petizione contro l’impianto sperimentale di termossidazione di Pergine perché il comitato ha mandato alla commissione un documento con ulteriori valutazioni che dovranno essere analizzate. Manica, chiedendo il rinvio del punto, ha sottolineato, per chiarezza nei confronti dei promotori, il fatto che le commissioni, sulle petizioni, non possono decidere nulla. Ma ha chiesto alla Giunta di chiudere questa questione. Posizione condivisa da Lucia Coppola e dallo stesso presidente Job.

Sì unanime ai criteri ambientali minimi e al riordino dei contratti pubblici

Parere positivo unanime alla delibera che introduce definitivamente, per quanto riguarda materiali e prodotti, i criteri ambientali minimi. L’obiettivo è quello di adottare, dopo un periodo transitorio e a partire dal primo gennaio 2024, questi criteri per ciò che riguarda i materiali edilizi e il settore della ristorazione pubblica. Per quest’ultimo settore con la delibera vengono allineati i criteri al programma alimentare adottato nel 2017 dalla Giunta. Ivano Job, sottolineando la necessità di evitare intoppi burocratici e giuridici, ha affermato che sarebbe opportuno fornire le mense ospedaliere con prodotti locali. Manica ha ricordato che il programma alimentare del 2017 fu il prodotto di una grosso dibattito e comunque, secondo l’esponente dem, i criteri dovranno essere di nuovo rinviati perché in otto mesi il sistema produttivo non riuscirà ad “entrare in partita” per adattare le produzioni alle esigenze dettate dei criteri, a partire dal bio. Però, con questa delibera, il messaggio della Giunta è questo: non ci sono più ragioni per derogare ancora a questi criteri perché il mercato ora offre materiali e prodotti adatti, sia nel settore edile che in quello alimentare.
Parere positivo unanime, infine, anche alla delibera sul riordino e semplificazione dell’ordinamento provinciale in materia di contratti pubblici che entrerà in vigore dal primo luglio prossimo in sincronia con quella del nuovo codice degli appalti pubblici del Governo. Uno dei punti principali riguarda la maggior tutela dei subappaltatori.

Ex Masera di Levico: ascoltare il comitato prima della demolizione

Infine, si è affrontata la petizione sull’ex Masera di Levico e si è decisa l’audizione dei promotori in commissione. Manica ha chiesto però di sapere in che fase si trova l’iter per radere al suolo l’edificio e Roberto Paccher della Lega ha detto che l’appalto per la demolizione è stato avviato dalla Pat. Ha poi ricordato che l’immobile è abbandonato da 30 anni, perché le amministrazioni comunali che si sono succedute non hanno mai individuato soluzioni valide. Un peccato per il consigliere della Lega, ma la Giunta provinciale, soprattutto in considerazione dello stato dell’edificio, ha deciso per la demolizione. L’idea di farne un ecmuseo, ha concluso, è solo un’idea, ma non ci sono finanziamenti. Katia Rossato (FdI) ha ricordato una delibera di Giunta del gennaio scorso ha stanziato 580 mila euro per la demolizione, ma nonostante ciò non ascoltare le persone che hanno promosso la petizione non appare corretto. Ma, ha aggiunto Manica, si devono ascoltare prima della demolizione, anche per evitare brutte figure. Su proposta del presidente Job si chiederanno informazioni urgenti alla Giunta per conoscere lo stato dell’arte dell’appalto di demolizione dell’edificio di Levico.

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