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CONSIGLIO PAT * QUARTA COMMISSIONE: « OSPEDALE A MASI DI CAVALESE, LE AUDIZIONI SUL NUOVO PROGETTO »

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17.23 - giovedì 1 dicembre 2022

Le audizioni della IV Commissione sul nuovo progetto di ospedale a Masi di Cavalese. Dopo essersi espressa sui nuovi criteri proposti dalla Giunta per finanziare l’Ice Rink olimpico a Baselga di Pinè, la IV Commissione presieduta da Claudio Cia (FdI) ha effettuato le consultazioni chieste dai consiglieri Demagri, Zanella e Zeni per acquisire informazioni più precise e approfondite rispetto a quelle riportate dalla stampa sul nuovo progetto di ospedale a Masi di Cavalese.

Per questo ha incontrato prima il presidente della Giunta provinciale Maurizio Fugatti e poi, nell’ordine il Sindaco di Cavalese e i presidenti della Comunità della Val di Fiemme, della Comunità della Valle di Cembra, del Comun general de Fascia e lo Scario della Magnifica comunità di Fiemme. Al riguardo lunedì scorso, dopo il parere positivo espresso sul nuovo progetto di ospedale dal Navip, il Nucleo di analisi e valutazione degli investimenti pubblici della Provincia, la Giunta Fugatti ha deliberato l’interesse pubblico della proposta di ppp (partenariato pubblico privato) presentata dall’impresa Mac per realizzare nella zona di Masi a Cavalese il progetto di nuovo ospedale a servizio delle Valli di Fiemme, Fassa e Cembra. E preannunciato che, come prevede la legge, procederà con l’ascolto dei territori interessati al nuovo progetto (il precedente prevedeva la ristrutturazione dell’attuale ospedale a Cavalese) da realizzare nella zona di Masi di Cavalese, dal momento che la collocazione è subordinata a valutazione urbanistica anche locale.

L’intervento del presidente Fugatti

Il presidente Fugatti, invitato dalla Commissione consiliare a fornire una spiegazione “politica” di questa scelta progettuale, ha sottolineato che la Giunta ha preso “laicamente” e quindi anche tecnicamente in considerazione la proposta presentata dalla cordata dei privati. In precedenza l’esecutivo si era trovato a inizio legislatura un solo progetto di ospedale da ristrutturare a Cavalese con un percorso già avviato e finanziato In seguito è emersa l’ipotesi di un ppp proposto da un’azienda interessata, che ha legittimamente predisposto e presentato un progetto sul quale il Navip ha espresso un parere tecnico-economico positivo. “Quando si è di fronte a un soggetto privato che vuole investire progettualità e risorse per investimenti di interesse pubblico come un ospedale – ha osservato – l’impostazione della Giunta provinciale non poteva che essere laica. Sono stati quindi valutati gli aspetti tecnico-economici del progetto anche perché non sempre le risorse pubbliche consentono di finanziare opere di questa rilevanza ed è positivo che vi siano dei privati interessati a realizzare e sostenere con proprie risorse opere di questa portata. Il fatto che la Giunta abbia riconosciuto l’interesse pubblico del progetto proposto dall’azienda privata – ha precisato Fugatti – non significa che poi questo progetto venga necessariamente accolto. L’accoglimento dipende, oltre che dal parere del Navip anche dalla valutazione degli enti territoriali che ora coinvolgeremo in un percorso di partecipazione, così come la legge prevede. I territori potranno respingere oppure accogliere il progetto, ma anche chiedere delle modifiche”. Il presidente ha ricordato che durante la fase istruttoria, la Giunta ha incontrato due volte i rappresentanti dei territori interessati per presentare il nuovo progetto. Anche dopo il parere positivo ottenuto dal Navip la Giunta ha avuto un’altra riunione sul territorio e ha poi illustrato il progetto agli operatori sanitari. Fugatti ha precisato di non aver ancora consegnato agli amministratori i documenti che spiegano la ratio del progetto. Sarà su queste basi che i territori si pronunceranno.

La discussione.

Cia ha fatto notare che le informazioni erano state apparse sui giornali.
Zeni ha sottolineato la rilevanza politica della questione, ricordando di aver presentato delle interrogazioni rimaste inevase su questo tema in merito agli incontri riservati convocati da Fugatti sul nuovo progetto di ospedale in proposito dalla Giunta nel gennaio 2021, come aveva segnalato l’allora sindaco di Cavalese Valponer. Inoltre il nuovo progetto di ospedale era stato presentato con la motivazione che sarebbe stato costruito più velocemente e terminato prima delle Olimpiadi del 2026, mentre ora si sono persi due anni. Ancora, la dichiarazione dell’interesse pubblico da parte della Giunta è una scelta politica, perché il nuovo progetto di ospedale comporterebbe un ulteriore consumo di territorio. Infine Zeni ha toccato il tema del modello sanitario: la scelta è tra un ospedale gestito dal pubblico o dai privati. Con il ppp infatti un privato gestirà per anni alcuni servizi dell’ospedale. Infine nei confronti dei territori si è scelto anche qui politicamente di sottoporre il nuovo progetto agli operatori sanitari locali che non sono interessati alla localizzazione ma a cosa vi sarà dentro il nuovo ospedale.

Fugatti ha risposto che la Giunta si è assunta pienamente le proprie responsabilità con la delibera che ha dichiarato l’interesse pubblico del progetto. Sul piano politico ha sottolineato che mentre le minoranze prima non ascoltano il territorio sul tema del punto nascite mentre ora si interessando ai servizi sanitari del territorio, la Giunta non si lascia condizionare dai territori nel portare avanti l’interesse pubblico di un progetto ma chiede che i territori si esprimono. A suo avviso quindi il dibattito sul nuovo ospedale è ancora aperto e se i territori diranno no a questo progetto la Giunta non lo porterà avanti. Fugatti a riconosciuto che l’iter progettuale per il nuovo ospedale è stato più lento del previsto imputando però il ritardo da un lato alla complessità del tema e dall’altro al Covid. La pandemia – ha spiegato – impone una revisione e un adeguamento anche del precedente progetto di ristrutturazione dell’ospedale nell’attuale sede di Cavalese. La Giunta – ha proseguito il presidente – non ha assecondato le richieste del privato ma ha preso atto che il percorso era complicato. Per questo la proposta ufficiale del nuovo progetto è datata marzo 2021. Quanto al tema del modello sanitario, il ppp non comporta la privatizzazione dei servizi sanitari ma solo di altri servizi.
Zanella ha condiviso che si debbano ascoltare i territori anche se non danno ragione alla Giunta. E che poi vada fatto un ragionamento complessivo per capire quali servizi sanitari prevedere. Ha ribadito che il primo progetto tutto pubblico oggi sarebbe già alla fase dell’appalto. Il progetto di ppp deve invece andare a gara, poi vi sarà la progettazione esecutiva e l’opera sarà realizzata molto più in là. Ha poi criticato la collocazione prevista per il nuovo ospedale, che prevede ulteriore consumo di suolo e per di più in un’area agricola di pregio. La sostenibilità ambientale è quindi pari a zero Ha precisato che i servizi interni affidati ai privati dovranno durare 18 anni mentre il costo dei due progetti è uguale. Dunque la scelta tra i due, tra l’ospedale pubblico e la proposta di ospedale da realizzazione con il ppp è solo politica. Anche perché chi arriva da Cavalese per recarsi all’ospedale di Masi risparmierebbe appena 5 minuti.

Fugatti ha ribadito che saranno i territori a decidere. Vero che siamo in ritardo e l’opera è ferma ma l’ospedale di Cavalese è stato costruito 70 anni fa e quindi la nuova opera ha davanti decenni di utilità pubblica. Se l’area sarà inadatta lo diranno i territori. In ogni caso ha ribadito che sulla scelta di un progetto piuttosto che un altro, il Navip ha ritenuto che questo secondo stia in piedi dal punto di vista tecnico-economico.
Mara Dalzocchio (Lega) ha ricordato di essersi espressa contro una valutazione politica che sarebbe scaturita da queste audizioni in commissione, valutazione inopportuna e intempestiva dal momento che non è stato ancora visto il progetto e non è stato ancora avviato il percorso partecipativo. Ha giudicato quindi queste consultazioni puramente strumentali, come è emerso anche dal tono inquisitorio mostrato dalle minoranze nei confronti del presidente. A suo avviso tra gli invitati oggi ci dovevano essere anche i medici e una rappresentanza degli utenti del futuro ospedale, perché sarà da questi soggetti che potranno arrivare le osservazioni più utili sul nuovo progetto di ospedale.
Fugatti ha detto di non aver notizie sulle valutazioni espresse sul nuovo progetto dai medici locali incontrati da Segnana e dall’Apss.
Demagri ha ricordato che la popolazione non aveva contestato il primo progetto di ospedale, mentre il nuovo progetto è stato fortemente divisivo.
Fugatti ha ammesso che il tema è divisivo, ma ha aggiunto che questo è logico perché è diverso dal primo e evita le difficoltà legate alla ristrutturazione dell’ospedale esistente.
De Godenz (UpT) ha negato che i lavori di ammodernamento del vecchio ospedale non vi sia stato dibattito. Alla fine del 2017 inizio 2018 alcuni sindaci erano contrari e già allora avevano ipotizzato una ricollocazione nel fondovalle. Opzione questa alla quale tutta la Val di Fassa era favorevole. Non vi sono insomma solo dei no al nuovo progetto ma anche molti sì che non hanno ottenuto la stessa visibilità. De Godenz ha chiesto al presidente quanto costerebbe il nuovo ospedale rispetto alla ristrutturazione dell’attuale.
Gianluca Cavada (Lega) ha sottolineato che l’esigenza vera è di avere un ospedale efficiente e che per questo occorre una valutazione priva di preconcetti. Per questo un’alternativa all’attuale collocazione va seriamente presa in considerazione. Anche per rendere l’ospedale attrattivo per i medici. Inoltre il primo progetto va comunque rivisto dopo l’esperienza della pandemia. Di certo a suo avviso c’è bisogno di maggiori spazi anche per creare un polo provinciale di ortopedia a Cavalese. Ancora, un nuovo ospedale garantirebbe maggiore sicurezza. E’ vero che i tempi per la realizzazione si sono allungati, ma – ha aggiunto – ne vale la pena se l’obiettivo è dotarsi di ospedale capace di servire meglio alle valli interessate. Sbagliano le minoranze a dire sempre no a prescindere. Certo il territorio va coinvolto e la prassi della Giunta è quindi giusta, visto che i soldi ci sono sia per il nuovo ospedale che per l’attuale.

Fugatti ha risposto alla domanda di De Godenz sui costi. Per il progetto di ristrutturazione dell’ospedale attuale, il cui costo stimato erano originariamente stimati in 47 milioni, oggi comporta un incremento di base di 4 milioni e mezzo, di altri 10 milioni e mezzo per soddisfare le esigenze sanitarie e tecnologiche, un adeguamento del prezziario di 13 milioni e per le attrezzature medicali di altri 7 milioni. In totale il costo sarebbe di 82 milioni e 600.000 euro. IL progetto proposto per il ppp avrebbe un costo lordo di 93 milioni e mezzo, che salirebbe con le opere stradali e i sottoservizi di altri 5 milioni e mezzo e con altri costi di ulteriori 2 milioni arrivando a un totale di 101 milioni di euro. Per la ristrutturazione però, trattandosi di un investimento fatto a debito la Provincia dovrebbe accollarsi oneri finanziari per circa 17 milioni di euro. Il costo arriverebbe quindi a circa 100 milioni, molto vicina a quello per il progetto in ppp. Ma con un appalto pubblico la Provincia farebbe debito mentre con il ppp no. Fugatti ha poi risposto a una domanda di Zeni sull’acquisizione dei terreni sui quali dovrebbe sorgere il nuovo ospedale, precisando che l’operazione rimarrebbe in capo alla Provincia una volta completato il processo di localizzazione attraverso la concertazione.
Marini ha chiesto se siano state analizzate le esigenze sanitarie della popolazione per arrivare a progettare questo nuovo ospedale. Ha inoltre delucidazioni sulla questione urbanistica visto che il consumo di suolo andrebbe evitato e se nella proposta progettuale in ppp siano previste forme di compensazione per il terreno che verrà consumato, con interventi di ripristino di altre aree. Infine ha chiesto se un privato possa presentare delle proposte come in questo caso arrivando a bloccare un progetto di ristrutturazione di un ospedale già approvato e finanziato.
Fugatti ha risposto che un’analisi sui bisogni sanitari del territorio era stata già fatta per l’attuale ospedale per rispondere ai bisogni della popolazione locale e che per quanto riguarda la questione urbanistica è previsto che se l’ospedale dovesse sorgere a Masi di Cavalese sarà obbligatorio individuare un sito da trasformare in area agricola di pregio a titolo di compensazione.

Cia ha chiesto a Fugatti chi abbia segnalato alla cordata di imprenditori il bisogno di un nuovo progetto di ospedale diverso da quello che prevedeva la ristrutturazione, progetto che la Giunta non avrebbe potuto non prendere in considerazione. A suo avviso è infatti difficile credere che questa cordata non sia stata sollecitata. Ha poi chiesto chiesto come mai lo Scario rispondendo a un’interrogazione in consiglio comunale disse che di aver ricevuto nel 2019 la richiesta da dirigenti della Provincia se la Magnifica Comunità sarebbe stata disposta a restituire alla Provincia parte della superficie del vivaio di Masi per la costruzione di un ospedale. Per Cia tutta questa vicenda è nata male all’origine. Infine il capogruppo di FdI nonché presidente della IV Commissione ha chiesto al presidente cosa ne sarà dell’attuale ospedale se venisse approvato il progetto del nuovo.

Fugatti ha riconosciuto che il destino dell’edificio dell’attuale ospedale se non dovesse più essere utilizzato “è un tema”. La questione è aperta anche perché – ha aggiunto – abbiamo già troppi ruderi abbandonati in Trentino a causa di investimenti immobiliari nuovi. Tuttavia si è detto fiducioso che qualche idea alternativa emergerà sicuramente perché l’attuale ospedale di Cavalese si trova in pieno centro. Quanto al progetto presentato dalla cordata di imprenditori, secondo Fugatti la proposta sarà nata dopo che avranno letto di quest’ipotesi sui giornali.

Cia ha commentato la risposta osservando che un progetto ospedaliero di ppp così dettagliato non s’improvvisa ma richiede studi costosi, per cui è difficile credere che gli imprenditori da cui è stato predisposto abbiano appreso di quest’ipotesi dai giornali senza informarsi in modo approfondito circa questa possibilità.

 

L’intervento del Sindaco di Cavalese Sergio Finato.

Il sindaco di Cavalese Sergio Finato non ha nascosto tutto il suo disappunto per non aver mai avuto nessuna informazione sul nuovo progetto di ospedale. L’ospedale di Cavalese – ha esordito – è sentito da sempre come un simbolo di identità della comunità locale, è stato sempre difeso e ci si è sempre sempre adoperati per migliorarne i servizi. “Già il 16 dicembre del 2019 – ha ricordato il sindaco – una mozione approvata dal consiglio comunale all’unanimità ha difeso il progetto originario del 2015 fatto proprio dalla nuova Giunta provinciale nel 2018 per realizzare un nuovo ospedale accanto a quello attuale. Fugatti aveva confermato ai sindaci che i 227 milioni di finanziamento provinciale per le opere sanitarie comprendevano anche la realizzazione di questo progetto a Cavalese. Rispondendo nell’agosto del 2020 a un’interrogazione del consigliere Zini che chiedeva se all’orizzonte vi fossero proposte progettuali alternative per l’ospedale con una nuova localizzazione, l’allora sindaco Valponer informava il consiglio comunale che il presidente della Provincia Fugatti aveva lo aveva convocato in una riunione per evidenziare la necessità di localizzare altrove l’ospedale per poter realizzare l’opera entro le olimpiadi del 2026.

E che l’area individuata si trovava nei pressi del vivaio forestale a Masi di Cavalese. Ufficialmente però il progetto dell’impresa Mac non era stato né presentato né protocollato. Il Comune di Cavalese decise di portare avanti il progetto del 2018. Nel marzo del 2021 venivamo informati dalla Provincia che un soggetto privato aveva presentato il progetto alternativo. A quel punto abbiamo ribadito la nostra volontà di proseguire con il progetto di recupero dell’ospedale esistente. Comunque nel 2020 il nuovo progetto circolava e vi erano anche già delle mappe molto precise che comprendevano anche le sale operatorie. Il servizio comunale responsabile veniva contattato da Silvano Grisenti, procacciatore di tutta l’operazione, per poter acquisire e dare al geometra della Mac tutti i dettagli necessari al nuovo progetto che però in nessuna sede pubblica veniva esposto. Tutto era tenuto segreto: all’amministrazione e ai cittadini non veniva detto nulla”. Finato ha sottolineato che in base alla legge 9 del 2016 eventuali proposte di ppp possono essere presentate da privati solo se non sono previsti altri progetti. Inoltre non sono ammissibili proposte in contrasto con il Pup. Secondo il sindaco, quindi, questo nuovo progetto doveva essere stoppato all’inizio.

Su questo punto a suo avviso vi potranno essere anche ricorsi al Tar perché un’iniziativa del genere non sta proprio in piedi. Inaccettabile è anche che la ditta privata si sia mossa sul territorio con lo Scario che ha addirittura sottoscritto contratti di compravendita con la Mac. Questo ha generato uno scandalo tale da portare alle dimissioni dello Scario Boninsegna. Tutte queste anomalie han portato il Comune a sottolineare che il progetto originario era la strada maestra, anche se vi era la disponibilità ad adeguarlo in base alla pandemia. Tornare oggi a consultare i territori sul nuovo progetto che confligge con la legge urbanistica e con la disciplina delle varianti secondo il sindaco è una presa in giro. Inoltre incontrando lo Scario la ditta ha suscitato nella popolazione forti sospetti. Bisogna operare in trasparenza mentre il nuovo progetto è stato pasticciato fin dall’inizio. Il primo progetto era già finanziato e bastava affidare l’incarico per passare alla fase esecutiva a chi allora aveva vinto la gara.

 

La discussione.

Demagri ha giudicato esaustivo l’intervento del Sindaco che ha esposto l’iter in modo rigoroso e trasparente mostrando che la decisione politica sul nuovo ospedale era stata presa da privati a prescindere dai bisogni della popolazione. Oggi vi è quindi la necessità di rendere chiara e trasparente qualunque decisione politica venga presa. Non a caso il nuovo progetto ha prodotto una divisione senza precedenti all’interno della popolazione. Il grave è stato lasciare in mano al privato le decisioni politiche, senza spiegare perché vi sia bisogno di un nuovo ospedale anziché recuperare il vecchio.

Zeni ha chiesto e ottenuto dal sindaco la conferma che per l’ubicazione del nuovo ospedale nella zona del vivaio di Masi vi è bisogno di una precedente modifica urbanistica e quindi di una pianificazione a monte della proposta di ppp. Forse, ha osservato, oggi questo ospedale lo si vorrebbe fare fare altrove, magari verso Predazzo.
Il sindaco ha spiegato che non c’è nessuna intenzione di prevedere urbanisticamente l’utilizzo di un’area agricola di pregio come quella di Masi per il nuovo ospedale, anche perché attorno all’attuale ospedale è sorta una sorta di comunità urbana e si sono sviluppati servizi. Inoltre vi sarebbero danni ambientali gravissimi non solo per Cavalese ma anche in contrasto con il Piano di sviluppo provinciale che prevede la lotta al consumo del suolo.

Zanella ha spiegato al sindaco che a sentire il presidente del nuovo progetto di ospedale pare che prima dell’ufficializzazione nel marzo 2021 non si sapesse nulla mentre il resoconto documentato del sindaco ha evidenziato che vi era addirittura stata una risposta a un’interrogazione. Le linee guida sul ppp dicono che un progetto di questo tipo si presenta solo dopo che vi è stata una manifestazione di interesse del pubblico. Non prima. Resta quindi il dubbio che all’origine di tutto vi sia un’iniziativa pubblica che ha alimentato quella privata. Siamo di fronte a una brutta pagina legata al metodo che precede la questione del merito. La Mac si è evidentemente rivolta alla Provincia prima di presentare il progetto. Il problema è perché tenere nascoste questi contatti.

Bruna Dalpalù (FdI) ha condiviso la posizione del sindaco di Cavalese confermando che quand’era consigliere comunale non sapeva assolutamente nulla del progetto. L’ex sindaco era già in contatto con la Provincia fin dal 2019 quando stavano facendo tutto di nascosto. Si è detta d’accordissimo nel mantenere l’ospedale di Cavalese, ricordando che la ristrutturazione era il punto di forza della Lega con il consigliere Cavada.
Dalzocchio ha criticato la tendenza a sollevare sospetti senza avere riscontri oggettivi. E ha ribadito che a suo avviso è un’ un’anomalia che la IV Commissione si occupi politicamente di questo progetto prima ancora che sia noto il contenuto e che vi sia stato un percorso di partecipazione. Secondo Dalzocchio il sindaco dovrebbe ascoltare i cittadini perché il fronte del sì al nuovo ospedale si sta allargando. Ora si è espresso anche il Navid che ha dichiarato il pubblico interesse. Questo non vuol dire che l’ospedale nuovo si farà in quel luogo, ma che deve comunque partire un dibattito su questo tema. Si devono ascoltare anche i medici del territorio per capire quale delle due opzioni sia più interessante. Stiamo quindi valutando in modo prematuro la questione prima che sia partita la fase di partecipazione del territorio. Non è un male che vi sia un altro progetto. Sbaglia chi demonizza a priori questa ulteriore possibilità. Per lo meno si permetta di discuterne senza mettere subito sul piatto sospetti di operazioni non trasparenti e su chi abbia preso per primo l’iniziativa, se il pubblico o il privato. Un imprenditore ha il diritto di presentare un progetto perché questo è il suo lavoro. Le valutazioni poi spettano alla pubblica amministrazione. Un iter non si deve bloccare perché politicamente lo si vuole bloccare, senza prima ascoltare il territorio.
Cia ha precisato che dovere di un sindaco è essere custode della verità e di trasparenza. Il sindaco di Cavalese non ha giudicato il progetto ma riferito elementi oggettivi sulla sua genesi.

Il sindaco ha ribadito che in questo caso è la genesi del nuovo progetto a far acqua da tutte le parti e che questa vicenda meriterebbe una commissione d’inchiesta per come è stata gestita nella sua fase embrionale. Sono mancate sia la trasparenza sia la partecipazione. Che un amministratore pubblico sia andato in giro a firmare contratti con una ditta privata è incredibile.

Gianluca Cavada ha premesso di comprendere la difesa dell’ospedale di Cavalese da parte del Sindaco e di tenere anche lui a questa struttura, ma ha aggiunto che una nuova proposta progettuale va comunque valutata e le carte dovrebbero arrivare a giorni. Con la documentazione alla mano sarà possibile esprimersi. Quanto all’area di pregio agricolo sulla quale dovrebbe sorgere il nuovo ospedale, Cavada ha chiesto se questa non sia sacrificabile per un ospedale che potrebbe garantire un ospedale di valle nei prossimi 50 anni. Se vi fossero dei vantaggi per la viabilità, pur con qualche piccolo dubbio per il rischio idrogeologico manifestato da Cavada, si potrebbe valutare qualche altra zona non di pregio e meno problematica, ad esempio nel vicino comune catastale di Tesero. Dovranno essere i territori a pronunciarsi su un’eventuale alternativa.

Luca Guglielmi (Fassa) ha ricordato di essere sempre stato un sostenitore di una localizzazione diversa dell’ospedale attuale perché non adeguata alle esigenze delle comunità. E ha osservato che la genesi non è stata così nascosta. Quanto alla iniziale volontà della Giunta di procedere con la realizzazione del progetto originario, ha giustificato questa posizione con il fatto che non vi erano proposte alternative. Ma che nel momento in cui emergono è giusto fermarsi e verificare. Non è un atto di lesa maestà cambiare idea nell’interesse dei cittadini.
Marini ha notato che il sindaco ha chiarito sia il mancato rispetto della programmazione sanitaria sia l’incidenza dei privati nella pianificazione delle opere pubbliche ospedaliere. Il piano di fattibilità economico-finanziaria va infatti subordinato alla modificazione degli strumenti urbanistici e non può dare il via a questa procedura. Il consigliere ha chiesto al Sindaco se gli amministratori delle valli di Fiemme e Fassa come potranno reagire alla volontà della Giunta di realizzare il nuovo progetto di ospedale, se il Comune di Cavalese ha intenzione di ricorrere al Tar. E ha concluso ipotizzando di proporre insieme ai colleghi una commissione d’inchiesta o perlomeno di studio a fronte di questo cambio di paradigma.

Il Sindaco sui ricorsi si è riservato di valutare la delibera della Giunta ma ha ribadito che sulla genesi vi sono troppi punti lacunosi che richiedono un’attenta analisi.
Dalpalù ha ricordato un recente incontro a Cavalese tra l’assessora Segnana e alcuni operatori sanitari che è servita a presentare loro solo il progetto del nuovo ospedale ma non quello precedente, e questo è assurdo. Inoltre la collocazione del progetto nuovo è vicina alla discarica, il che ne mostra l’inopportunità. .
Il sindaco ha chiesto infine di accantonare il nuovo progetto e di tornare a confrontarsi con i territori anche sul tema dell’attuale collocazione, che è il punto debole dell’ospedale di Cavalese.

 

L’intervento del presidente della Comunità della val di Fiemme Giovanni Zanon

Il presidente Zanon ha riferito della presentazione nel 2018 del progetto di ristrutturazione dell’ospedale. Alcuni amministratori della Val di Fiemme osservarono che forse era il caso di rivedere la collocazione dell’attuale nosocomio. Prima del gennaio 2020 erano stati rassicurati sulla prosecuzione del progetto originario già finanziato. Poi sono iniziati gli incontri sul progetto proposto del soggetto privato. Il consiglio dei sindaci della val di Fiemme ha chiesto il 18 novembre scorso di avere oltre alla documentazione sul progetto nuovo anche quella relativa alla ristrutturazione della struttura esistente.

Zanon ha attirato l’attenzione sull’esigenza di assistenza sanitaria territoriale, domiciliare e delle case di riposo nonché di un sistema dei servizi adeguato. Occorre capire a suo avviso cosa può essere tolto dall’ospedale attuale e inserito nella Casa della comunità prevista a Predazzo. Il tema dell’ospedale attuale o nuovo va quindi inserito in un disegno molto più ampio che comprenda anche il servizio di Tesero. Gli amministratori faranno quindi le loro riflessioni con in mano le carte anche del progetto di ristrutturazione interrotto. E occorre capire cosa succederà se le amministrazioni locali di Fiemme diranno di no. L’occupazione di un territorio non si può fare senza pensare alle conseguenze perché dove si costruisce un nuovo ospedale ci si deve aspettare ulteriore urbanizzazione. Appena gli amministratori avranno la possibilità di fare le loro valutazioni prenderanno anche posizione sul modello di sanità nella valle e lungo l’intero corso dell’Avisio. Occorre per Zanon tornare a riconoscere una certa autonomia degli ospedali di valle dall’Apss, perché oggi gli amministratori locali non hanno interlocutori sul territorio in questo settore.

 

L’intervento del presidente della Comunità valle di Cembra Simone Santuari.

Il presidente Santuari, ha ricordato che gli ospedali di riferimento della popolazione cembrana sono quelli di Cavalese e di Trento. Ha sottolineato la difficoltà di recarsi all’ospedale di Cavalese e quindi se si pensa a un nosocomio di riferimento anche per la Valle di Cembra è necessario pensare anche alla mobilità. Anche perché Cembra è l’unica comunità di valle che non avrà una Casa della comunità per l’assistenza sanitaria. Santuari ha condiviso che gli elementi forniti dal presidente Fugatti nell’incontro avuto con gli amministratori locali non sono stati sufficienti per prendere posizione. Non vi sono dubbi che occorra un ospedale di periferia che funzioni mentre oggi vi è quasi il timore di entrare nell’attuale struttura di Cavalese. Ne serve una moderna, ma un passaggio sul territorio per confrontarsi con gli amministratori locali andava forse fatto prima di prendere la decisione sull’interesse pubblico di questo nuovo progetto. “Siamo rimasti invece ai margini di una decisione che dovrebbe valere per i prossimi 50 anni”, ha concluso. “Per questo la popolazione si sente esclusa. La scelta non dovrebbe spettare all’Apss ma alla comunità locale interessata alla costruzione di un nuovo ospedale anche per tener conto delle problematiche idrogeologiche”.

 

L’intervento del viceprocurador del Comun General de fascia Micheluzzi.

Renato Nazario Micheluzzi, viceprocurador del Comun General de Fascia ha condiviso pienamente le osservazioni del presidente della Comunità della val di Cembra. “Siamo preoccupati – ha detto – perché alla Val di Fassa occorre un presidio sanitario efficiente ed efficace sotto ogni profilo. La proposta Mac è indubbiamente interessante ma questo presidio ospedaliero all’avanguardia potrebbe trovar posto anche con una ristrutturazione dell’ospedale esistente. La domanda è come si potranno conciliare i lavori di ristrutturazione con le esigenze sanitarie della popolazione. Il timore è che a causa dei lavori l’attuale operatività ed efficienza dell’attuale ospedale di Cavalese sarebbero ridotte. Questo – ha aggiunto – potrebbe indurre i residenti fassani a recarsi ancor più all’ospedale di Bolzano con conseguenti costi dovuti alla mobilità passiva per la fuoriuscita dal territorio provinciale. I medici e gli operatori sanitari hanno delle preferenze e la loro voce è sicuramente da tenere in considerazione da parte degli amministratori pubblici locali. Quindi l’auspicio è di poter vedere e analizzare il progetto, anche perché i presidi attuali andrebbero implementati e integrati”.

Demagri ha osservato che da questi interventi emerge la necessità di prevedere un iter partecipativo per avere gli elementi necessari a decidere ed evitare di basarsi solo sulla propensione a credere che il nuovo sia sempre meglio del vecchio. “E finiamola di credere – ha concluso – che questo ospedale sarà pronto in tempo per le olimpiadi”.
Guglielmi ha ribattuto che per le Olimpiadi l’ospedale esiste già. E ha precisato che la manifestazione di interesse pubblico espressa dalla Giunta provinciale non è ostativa rispetto al processo partecipativo che dovrà coinvolgere gli amministratori del territorio in vista delle decisioni da assumere dal punto di vista urbanistico.

De Godenz ha ricordato che nel marzo del 2021 si è convenuto di attendere il parere del Navip e ora sono stati chiesti giustamente documenti sulla ristrutturazione dell’attuale ospedale. L’importante è che il parere dirimente venga dai territori dell’Avisio.
Dalpalù ha chiesto conferma al presidente Zanon se vi fossero già stati contatti nel 2020 sul progetto del nuovo ospedale.
Zanon ha ricordato l’incontro convocato nel 2020 dal presidente Fugatti che aveva informato lui e altri amministratori di un progetto pubblico-privato e di ragionamenti per un possibile nuovo ospedale. L’incontro si era concluso con la richiesta di mantenere il riserbo sull’argomento. In seguito Zanon ha ricordato di essere stato contattato da un ingegnere sul nuovo progetto. Ha ribadito che i problemi veri però sono altri: non l’ospedale vecchio o nuovo ma la radiologia ferma, l’endoscopia ferma e le rivendicazioni sindacali dei medici di oggi. Il problema è far girare i dipendenti dell’Apss non sulla base della buona volontà ma di una riorganizzazione funzionale a garantire i servizi nelle valli.

 

L’intervento di Renzo Dalprà, Scario della Magnifica Comunità di Fiemme.

Daprà ha ricordato che sul terreno interessato dal progetto di nuovo ospedale c’è un vivaio forestale. Il grave problema del bostrico oggi rende forte il bisogno di coltivare le piante per la riforestazione delle zone degli schianti causati dalla Tampesta Vaia. Ma la piantumazione nel vivaio richiede dai tre ai 5 anni perché una pianta si possa trapiantare in un bosco. Per i prossimi 6-8 anni serve quindi il vivaio di Masi per la piantumazione. Quindi quest’area è indispensabile e non sostituibile con altre zone. La Provincia non ci ha fatto sapere di quanta superficie vi sia bisogno per questo progetto. Inoltre questa zona ci è stata chiesta anche per posizionare un parcheggio futuro in vista delle Olimpiadi.
De Godenz ha precisato che il prato richiesto per il parcheggio non appartiene al vivaio ma si trova sotto il vivaio.
Cia ha chiesto se Daprà sia a conoscenza dei contatti avviati dal suo predecessore come Scario per l’acquisizione dei terreni a Masi.
Daprà ha risposto che l’ex Scario non aveva ricevuto nessun incarico dalla Magnifica per occuparsi di queste trattative. E quando ha saputo di questi contatti la Magnifica ha preso una posizione contraria allo Scario che quindi si è dimesso.

Cia ha preannunciato che nella prossima seduta si deciderà come proseguire l’approfondimento di questo tema.

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