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CONSIGLIO PAT * PRIMA COMMISSIONE: « POSTI PER I GIOVANI NEI CDA DELLE PARTECIPATE, SÌ DI SINDACATI E IMPRENDITORI »

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16.41 - giovedì 13 aprile 2023

Posti per i giovani nei cda delle partecipate, sì di sindacati e imprenditori. In Prima commissione, presieduta da Vanessa Masè della Civica, oggi pomeriggio si è parlato del ddl 149 una proposta trasversale, avanzata dal Consiglio provinciale dei giovani, e sottoscritta dai consiglieri Guglielmi, Degasperi, De Godenz, Ferrari, Demagri, Marini, Zanella, Dalzocchio, Cia, Masè, Leonardi e Kaswalder, che ha l’obiettivo di introdurre una preferenza, nelle nomine dei cda delle partecipate Pat, per i candidati sotto i 35 anni. In discussione anche il ddl 106 di Ugo Rossi che prevede l’introduzione della valutazione di impatto generazionale delle leggi provinciali.

Il sindacato: intento giusto, ma il problema dei giovani è la precarietà

Walter Alotti segretario Uil ha definito il ddl 149 general generico, così come quello di Rossi, anche se l’intendo di favorire un ricambio della classe dirigente è condivisibile. Ma la norma non sembra propriamente la strada giusta, soprattutto perché, secondo il sindacalista Uil, potrebbe prestarsi a dare ancor più libertà sulle nomine alla maggioranza. Dubbi da parte di Alotti anche sul ddl 106 di Rossi per la sua genericità e perché contengono semplici auspici. In sintesi, con questi due ddl si inserisce qualcosa di simile delle “quote rosa”. Comunque, ha concluso Alotti, gli obiettivi sono condivisibili.
Manuela Faggioni della Cgil ha condiviso il ddl perché favorisce la partecipazione dei giovani, ma per le nuove generazioni si deve fare di più. Sul mercato di lavoro si deve qualificare e migliorare l’offerta in termini di retribuzione, stabilità, formazione e carriera. Gli Stati generali del lavoro, ha ricordato, hanno individuato iniziative che però sono rimaste al palo. Quindi, bene l’iniziativa, ma è limitata rispetto ai bisogni reali.
Michele Bezzi della Cisl ha affermato che non è facile trovare under 35 disponibili a ricoprire ruoli di responsabilità con un adeguato curriculum. Lo spirito della norma è condivisibile, ma l’indicazione dei 35 anni sembra troppo rigida.
Ugo Rossi (Misto) ha risposto a Alotti che il suo ddl non è general generico perché nella nostra legislazione ci sono già norme di valutazione di impatto, come quello familiare che è stata introdotta per la prima volta in Trentino. Il ddl 106, ha sottolineato Rossi, cerca di introdurre un principio che poi, con una delibera di Giunta, dovrà essere concretizzato.
Alex Marini (5 Stelle) ha ricordato che il 149 è stato proposto dal Consiglio provinciale dei giovani e la prima firma di Guglielmi deriva dal fatto che è il consigliere più giovane. Marini ha aggiunto di aver sottoscritto il ddl pur con qualche perplessità perché, effettivamente, il dispositivo è molto generico. Per questo ha chiesto ai sindacalisti se hanno valutato anche l’ipotesi di favorire l’entrata dei giovani in settori che possano avere una rilevanza sociale per le nuove generazioni, come, ad esempio, i trasporti. Un’idea condivisa da Alotti il quale ha ricordato che sul tema della casa, ad esempio, tutti i portatori di interesse sono esclusi dall’amministrazione. Manuela Faggioni ha però sottolineato che introdurre organi consultivi risulterebbe problematico e quindi è preferibile inserire i giovani nei Cda.
Per Paolo Zanella (Futura) la proposta Rossi è interessante anche se i temi centrali per i giovani riguardano la precarietà e la casa.

Gli imprenditori: alzare il limite ai 45 anni

Per quanto riguarda gli imprenditori, Massimo Travaglia del Coordinamento ha riconosciuto positivi gli obiettivi del ddl 149 che costituiscono un unicum in Italia. Ma il Coordinamento ha posto l’accento sul fatto che il limite dei 35 anni pone un vincolo troppo stretto e il suggerimento è quello di introdurre una fascia di età più ampia spostandola a 45 anni. Questo perché si può considerare giovane anche chi è in questa fascia. Alzare l’età, inoltre, permetterebbe di allargare la platea e valorizzare meglio l’aspetto curiculare.

I giovani di Confcommercio: si può arrivare a 40 anni; 45 sono troppi

Eleonora Angelini per Confcommercio ha sottolineato l’importanza della norma anche se, ha aggiunto, ci si è interrogati sul limite di 35 anni che può essere limitante, ma al tempo stesso importante per dare opportunità ai giovani. Angelini ha affermato che si potrebbe comunque alzare il limite ai 40; mentre i 45 snaturerebbero la norma. Rispondendo a Marini ha ricordato che Confcommercio ha alzato il limite per la sezione giovani a 42 anni.

Il Consiglio provinciale dei giovani: un’opportunità per le nuove generazioni

Sempre Eleonora Angelini, presidente del Consiglio provinciale dei giovani, ha ricordato che la proposta è partita proprio dal Consiglio dei giovani che, ha aggiunto, vuole diventare un organo operativo. L’obiettivo del ddl è quello di dare la possibilità ai giovani di fare esperienza, accompagnati nella crescita da chi ha più esperienza. Per questo è stata scelta l’età di 35 anni. Inoltre, questa proposta potrebbe dare l’opportunità a molti giovani di capire come funziona l’autonomia. Il prof. Stefano Ceccanti, ex presidente della commissione affari istituzionali, ha ricordato Angelini, ha suggerito che venga inserito l’obbligo di giustificare da parte della Pat l’eventuale no alla nomina nei cda di under 35, questo per rendere la norma più vincolante. Non c’è alcun intento “rottamatorio” ha aggiunto Raffaele Amistadi, segretario del Consiglio dei giovani; mentre Marco Moser, che rappresenta gli studenti delle superiori, ha sottolineato l’importanza del ddl per offrire opportunità di carriera alle nuove generazioni. Rispondendo a Marini, Eleonora Angelini ha detto che, in fase di preparazione del ddl, si era presa in considerazione l’idea di fare sperimentazioni in alcune partecipate, ma è stata scartata perché si tratterebbe di una proposta avvilente. Inoltre, non sembra logico ritenere che un giovane possa avere competenze, per esempio, sui trasporti ma non in campo culturale e amministrativo. La logica del ddl è quella di permettere ai giovani di fare esperienza e non quella di creare una riserva. Quindi, dal Consiglio dei giovani è arrivato un no netto ai cda “ombra” o alle sperimentazioni. Per Zanella la norma va resa più incisiva. Posizione condivisa da Rossi il quale ha proposto l’idea di verificare la possibilità di allargare il numero dei componenti dei cda per aprire spazio ad amministratori più giovani. Angelini, sempre rispondendo a Marini, ha sottolineato che solo il 30% dei nominati hanno un curriculum direttamente inerente alle società.

Ok del Consiglio giovani anche al ddl Rossi

Amistadi sul ddl Rossi ha espresso l’interesse del Consiglio dei giovani perché potrebbe avere un riscontro positivo sulla vita dei giovani. Rossi ha ribadito che il ddl introduce un elemento fondamentale: l’obbligo di una valutazione sulle nuove generazioni delle leggi. Poi a regime si dovranno individuare modalità tecnico scientifiche, un lavoro che compete alla Giunta che ha gli strumenti adeguati.

Tonini: il ddl della variazione di bilancio è un testo “vuoto”

Giorgio Tonini (Pd), sull’ordine dei lavori, ha detto che il testo della variazione del bilancio mandato ai consiglieri risulta sostanzialmente “vuoto”. Contiene solo una paio di articoletti, ha affermato, ma manca la sostanza. Quindi si è rivolto alla presidente, perché venga garantita ai commissari la possibilità di poter lavorare con serietà sul documento contabile. Vanessa Masè ha ammesso che il testo in questo momento non è “ricco”, ma il 18 ci sarà il presidente Fugatti in Commissione per presentare e motivare il ddl.
Infine, parere positivo, con 5 sì e 4 astensioni, alla delibera che modifica il regolamento di contabilità interno sul controllo dei conti giudiziali, cioè sulle somme che vengono utilizzate dai dipendenti della Pat.

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