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CONSIGLIO PAT * PRIMA COMMISSIONE: FUGATTI, « MANOVRA FINANZIARIA: “UN BILANCIO CON I PIEDI PER TERRA” »

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14.48 - venerdì 11 novembre 2022

Manovra finanziaria, Fugatti: un bilancio con i piedi per terra

Il presidente della Giunta in Prima commissione ha presentato questa mattina la manovra di bilancio 2023. Maurizio Fugatti, partendo dalla situazione della crisi energetica e della crescita dei tassi di interesse, ha ricordato che, dopo il 3,7% di crescita del primo trimestre 2022 (contro il previsto 3,4%), le previsioni 2023 per il Trentino sono allo 0,7 se va bene e allo 0,2 se va male. Una situazione che preoccupa, ha aggiunto, ma non va dimenticata la verità: che a oggi rispetto alle previsioni dei mesi passati i dati non segnalano una recessione. Quindi, ha detto il presidente, dobbiamo essere consapevoli che le prospettive sono difficili, ma alla data odierna il sistema economico trentino sta tenendo. Il turismo mostra dati positivi, l’artigianato sa tenendo. Ma cosa accadrà domani è difficile saperlo anche perché dipende dalla crisi energetica e dalla situazione internazionale. In sintesi, il ‘22 pare andare oltre le aspettative ed è probabile che di recessione si parlerà all’inizio del ‘23.

La Pat, ha continuato, si sta muovendo su due linee di azione: una sul caro bollette e la carenza di liquidità, la seconda sul medio periodo continuando i programmi degli investimenti. Intanto, sono stati fatti interventi per 100 milioni anche utilizzando il fondo per le emergenze varato in assestamento, compresi i 30 milioni necessari per mantenere il tetto dell’addizionale Irpef a 25 mila euro. Eventualmente in assestamento, ha aggiunto Fugatti, verranno aggiunte risorse per mantenere l’esenzione nel ‘24.

Sulle opere pubbliche c’è il problema della crescita del 20 – 25% dei costi e quindi è stato fatto un adeguamento prezzi e interventi ulteriori per le opere della Pat e dei comuni. Con queste crescite dei costi si sono dovuti mettere in bilancio circa 150 milioni di euro per mantenere i programmi. Si sarebbe potuto scegliere di tagliare qualche opera, ma, ha affermato Fugatti, dall’analisi fatta si è deciso di mantenere le opere pubbliche in essere perché hanno una funzione anti ciclica. Ci sono poi i costi del caro energia per ospedali, uffici, scuole, ospedali, comuni schizzati all’insù nel 2022 che hanno richiesto un’ulteriore spesa di 30 milioni. In sintesi, tra sostegno alle famiglie, alle imprese, bollette della Pat e costi dei lavori si sono dovuti impiegare 370 milioni.

Sulle concessioni idroelettriche, Fugatti ha confermato, che c’è una trattativa col Governo e ha ricordato che ci sono risorse esterne per 2,5 miliardi, che vengono dallo Stato e dalla Ue. Il Pnrr cha assegnato al Trentino 1,5 miliardi, compresi i 900 milioni per la circonvallazione ferroviaria di Trento. In più ci sono i 220 milioni per le Olimpiadi e, ad esempio, i 35 milioni per la funivia Trento – Bondone. In tutto 100 milioni, preziosi di fronte al venire meno degli arretrati (-300 milioni) e alla prevista recessione economica. Assieme a Bolzano si stanno trattando con Roma alcune partite finanziarie e, chiusa la questione dei giochi, rimane aperta quella delle accise per il gasolio da riscaldamento. Oggi, rispetto al passato, l’Agenzia dei monopoli riesce a calcolare quanto ci è dovuto e quindi si può essere ottimisti. C’è poi la questione Imis che non è calcolata dal conto della riserva all’erario e che fa mancare 40 milioni al bilancio Pat. Col governo Meloni si tornerà a parlare della neutralità fiscale sull’Irpef e del sostegno della Pat al debito pubblico statale.

 

Due miliardi e mezzo da risorse esterne al bilancio Pat

Quindi, se si sommano i 2,5 miliardi di entrate esterne con l’1,8 degli investimenti di opere pubbliche Pat si arriva a oltre 4 miliardi. Ma, ha aggiunto il presidente, la crescita del costo dei materiali e delle materie prime potrebbe irrigidire ulteriormente il bilancio.
Il bilancio per il ‘23, ha aggiunto, non è un bilancio da voli pindarici ma si mantengono tutte le funzioni della Pat e si conta di programmare altri investimenti nella manovra di assestamento della prossima estate. Compreso, ha ribadito, le risorse per l’addizionale Irpef. L’assestamento sarà comunque inferiore rispetto a quello di quest’anno che ha potuto far conto su un avanzo di 300 milioni, cifra che ragionevolmente nel ‘23 si fermerà ai 150 milioni. Inoltre Fugatti, ha ricordato che sta vendendo avanti una norma per utilizzare l’avanzo anche prima dell’assestamento.

 

Bonus per il terzo figlio perché c’è già la disponibilità a fare il secondo

Il presidente infine ha ricordato il bonus di 5 mila euro dal terzo figlio (un investimento di 3 milioni in via sperimentale) perché le analisi dell’Agenzia della famiglia mettono in evidenza che sta emergendo la disponibilità del secondo figlio. Sugli investimenti, ha detto ancora Fugatti, in questa manovra con i piedi per terra non ci sono grandi cose nuove, anche perché non si può andare avanti a fare debito. Per lo sviluppo economico sono previsti circa 165 milioni.

 

Il confronto

Ugo Rossi (Misto) ha chiesto chiarimenti sulla vicenda dell’addizionale Irpef e sui 220 milioni per le Olimpiadi e ha chiesto di poter avere la “distinta” per le opere previste. Infine, sugli investimenti Rossi ha ricordato che la loro funzione anti ciclica esiste se le opere vengono fatte in tempi ragionevoli. Quindi, sarebbe il caso di recuperare risorse da progetti realizzabili nel lungo periodo per puntare, ad esempio, sulla riduzione delle tasse per le famiglie. Anche compensando questi tagli prevedendo imposizioni fiscali della Pat. Rossi ha condiviso, invece, la scelta del bonus per il terzo figlio.

Anche Giorgio Tonini del Pd si è intrattenuto sull’Irpef ricordando che a legislazione vigente dal ‘23 non ci sono più sgravi Irpef c’è solo l’impegno politico di riportarla in assestamento a 25 mila euro. Alex Marini (5 Stelle) ha ricordato che, nel corso della discussione della sua proposta di modifica statutaria, ha proposto un odg che riguardava l’Irpef sul quale nessuno è intervenuto. E la vicenda confusa dell’addizionale di questi giorni mostra la necessità di avere una maggiore trasparenza sulle politiche fiscali. Alessandro Savoi (Lega) ha detto che la Pat ha 629 milioni in meno e l’esenzione dell’addizionale vale 30 milioni, quindi per il bilancio non ci sono i soldi ma comunque il beneficio, che riguarda il 2022, entrerà nelle paghe nel 2023. Per il 2024 si cercheranno le risorse in assestamento.
Comunque, hanno commentato Rossi e Tonini, oggi nel bilancio 2023 l’esenzione non è prevista, anche se l’effetto sui redditi dei cittadini con reddito fino a 25 mila euro si farà sentire il prossimo anno perché è stata varata nell’assestamento 2022 e quindi va a cadere sull’anno fiscale del ‘23. Ma, se nell’assestamento del prossimo luglio non si trovassero le risorse l’esenzione nel 2024 non ci sarà.

Paolo Zanella (Futura) ha sottolineato che la povertà sta crescendo, che i trentini hanno i redditi più bassi del nord e la maggiore precarietà. Il tutto peggiorato dal problema drammatico della casa e all’inflazione. Eppure, ha aggiunto, questa Giunta non fa nulla per affrontare questa che si preannuncia come una bomba sociale, alimentata anche dalla povertà dei lavoratori che ricevono paghe indecorose e dai tanti senza dimora. Per questo si dovrebbe pensare di non concedere sgravi Irap a tutti e ha criticato anche la logica dei bonus per la natalità. L’Itea si sta muovendo lentamente, c’è un problema serio di alloggi nelle località turistiche non solo per le famiglie ma anche per professionisti come i medici. Zanella infine ha chiesto come e se sono stati spesi i 100 milioni del fondo straordinario.

 

Marini: sul fisco si deve dare maggiore responsabilità ai comuni

Alex Marini (5 Stelle) ha detto che ci si chiede come i cittadini, di fronte a una crisi storica, possano avere fiducia nelle autorità pubbliche. Per questo servirebbe una manovra che lanciasse un messaggio forte sulle capacità delle istituzioni di dare risposte su ambiente, energia, la ridistribuzione del reddito, i bisogni primari come la casa, la salute, la scuola. L’esponente di 5 Stelle ha poi affermato che una riflessione e un approfondimento andrebbero fatti sull’impiego dei fondi europei, come il Fsr. Ad esempio sviluppando programmi sull’educazione digitale per gli anziani o sull’efficientamento energetico, un settore strategico per ridurre il fabbisogno di energia a partire dagli edifici pubblici, in particolar modo le scuole. Sul fisco, per Marini, andrebbe fatto un discorso ampio e sul lungo termine coinvolgendo cittadini e i comuni ai quali, paradossalmente per un’autonomia, è stata tolta responsabilità.

 

Tonini, non si può andare avanti con un orizzonte di sei mesi

Giorgio Tonini ha chiesto chiarimenti sugli accordi con il Cal, visti anche i timori degli effetti sui comuni delle riduzioni del bilancio Pat. Sul piano politico il rappresentante Pd ha detto che, ancora una volta, il bilancio non affronta i problemi strutturali per rendere il sistema pubblico più performante al di là delle emergenze. Perché, ha detto ancora, le tempeste sono un elemento ordinario per chi va in mare ma se la nave non è adatta sono guai. Inoltre, si deve avere in testa una rotta, invece la Giunta Fugatti continua a vedere le cose con un orizzonte semestrale dal bilancio all’assestamento e viceversa. Non solo, si scrive nel bilancio che la crescita sarà alimentata da risorse esterne, non considerando la necessità di avere un motore interno dello sviluppo. Le proposte di riforma, per Tonini, sono poca cosa e certo insufficienti a rendere il Trentino più competitivo. Inoltre, la macchina Pat fa fatica a mettere a terra le risorse, anche quelle anti cicliche. E questo perché si sono sprecate occasioni come quella del contratto e certo una soluzione non verrà dal ddl sull’amministrazione discusso un mese fa in commissione. In generale per Tonini il fatto che la Pat dipenda così tanto da una finanza esterna alla nostra rappresenta un fatto grave. Una situazione che pesa anche sulle difficoltà sociali che avrebbero bisogno di una revisione del nostro welfare. Un ragionamento che vale per le politiche economiche. Tonini, sul bonus terzo figlio ha ricordato che l’inverno demografico è sempre più rigido aggravato dalla grande emigrazione di nostri giovani che qui non trovano prospettive. Ma di fronte a questa situazione i bonus, come ha dimostrato il governo Renzi, non servono a nulla perché nessuno mette al mondo un figlio per avere 5 mila euro. Invece, l’esperienza del Nord Europa dimostra che una soluzione sta nell’aiutare alle donne a lavorare, mettendo in campo politiche di conciliazione.

 

Per la Giunta sono stati anni di tempesta continua

Il presidente Fugatti sugli investimenti ha replicato affermando che il Trentino deve mantenere una certa mole di investimenti perché questi creano la tenuta del sistema su medio periodo. E, tra l’altro, non è neppure facile tagliare opere già previste. Ha ricordato, inoltre, che già 90 milioni dei 100 del fondo emergenza dell’assestamento sono già stati utilizzati per famiglie e rincari delle materie prime e maggiori costi. Per quanto riguarda i comuni è in corso il confronto con l’assessore Gottardi ma ha ammesso che le criticità ci sono e si sta lavorando su una forma di flessibilità del fondo ex Bim. Ma, ha aggiunto, non c’è alcuna volontà di mettere i comuni nelle condizioni di tagliare i servizi o aumentare le tasse. Rispondendo a Tonini, il presidente ha detto che la navigazione della Giunta è stata caratterizzata da una tempesta continua. Per i finanziamenti alle piccole imprese ha ricordato, rispondendo a Vanessa Masè, che sono stati posti 23 milioni su Confidi e 2 su Cooperfidi e proprio oggi è stato trovato l’accordo con le banche.

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