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CONSIGLIO PAT * MINORANZA LADINA: « LA FLESSIONE NELL’APPARTENENZA CONDIZIONATA DA DIVERSI FATTORI, “SENTIMENT” PIÙ FORTE TRA GIOVANISSIMI E ANZIANI »

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17.58 - martedì 20 settembre 2022

La flessione nell’appartenenza ladina condizionata da diversi fattori. Sentiment più forte tra i giovanissimi e gli anziani.

 

La flessione del 23% del senso di appartenenza alla Minoranza ladina, registrata dal recente censimento e comparata con il precedente rilevamento, ha fatto emergere una preoccupazione che, ad una lettura più attenta e approfondita del dato, si è trasformata in cauto ottimismo. L’incontro annuale in Val di Fassa con l’Autorità per le Minoranze linguistiche, presieduta da Katia Vassellai oltre che dai due componenti Chiara Pallaoro e Matteo Nicolussi Castellan, programmato per fare il punto con la minoranza ladina sulle criticità ovvero sui punti di forza delle politiche che la riguardano, si è tradotto di fatto in un dibattito sui dati statistici emersi.

 

Il censimento: un dato negativo, che va però letto con attenzione

Il recente censimento ha rilevato nella popolazione un indebolimento del senso di appartenenza alla minoranza ladina. L’analisi dei dati mediata dal sociolinguista, già collaboratore dell’Istituto ladino Vittorio Dell’Aquila, e da Vincenzo Bertozzi di Ispat ha però fatto emergere che la coscienza dell’appartenenza alla comunità ladina potrebbe non essere così in pericolo come appare da una superficiale lettura. Molti sarebbero infatti i fattori che avrebbero condizionato negativamente il recente rilevamento, in una comparazione con quello precedente. Nel 2001 il censimento era stato consegnato a casa, assieme a quello nazionale per il quale c’era obbligo di risposta, mentre nel ‘21 non c’era alcuna obbligazione. Quelli che non hanno risposto, ha osservato Dell’Aquila, sono un po’ come gli astenuti al referendum, che vanno esclusi dal calcolo totale: visto che il 30% della popolazione non ha risposto, il crollo registrato nel numero di popolazione che si è dichiarata appartenente alla comunità ladina, corrisponderebbe al crollo dei dichiaranti. Su questi presupposti, analizzando i dati, la ladinità percepita sarebbe a suo avviso addirittura in aumento, anche se non di molto e anche se non in tutti i comuni. Bertozzi ha comunque obiettato che il fatto che un’alta percentuale non si sia dichiarata è significativo e che la questione dell’obbligo di risposta è un equivoco perché non c’è mai stata imposizione nella rilevazione delle minoranze, perché considerata informazione “sensibile”.

La lettura di Dell’Aquila sarebbe cioè troppo ottimistica. Altri elementi avrebbero tuttavia potuto concorrere a condizionare il censimento: da un lato c’è stata una eccezionale sovrapposizione di indagini con il censimento dell’Istat e l’’indagine sociolinguistica che casualmente hanno interessato nello stesso periodo quasi tutti i comuni della valle di Fassa. Può avere influito anche la differenza di popolazione: la valle di Fassa è una delle più aperte all’esterno con una dinamica della popolazione in crescita, sopratutto con persone nuove che non acquisiscono il sentimento di appartenenza dall’oggi al domani. Un dato di particolare interesse è quello dei numeri distinti per classi di età, che rivelano che la fascia 11-17 è quella che si dichiara di più, con il 72%, subito dopo quella dei 65 e oltre che si attesta sul 65,7%. Ovvero, il sentiment è più forte tra i giovanissimi e tra gli anziani. Infine la comprensione: hanno dichiarato di comprendere la lingua più di quanti si sono dichiarati appartenere alla minoranza e questo fa pensare che si stia facendo un grande lavoro nelle scuole.

 

Le reazioni

Il procurador del Comun General de Fascia, inizialmente molto preoccupato si è detto confortato da una siffatta lettura dei dati, anche se ha esortato le istituzioni a uscire dal silenzio e a lavorare di più alla valorizzazione e al sostegno delle minoranze anche, se serve, mettendo mano agli strumenti normativi, ampliando i diritti e rimodulando gli istituti posti a tutela, che possono diventare un orpello oppure non hanno più l’efficacia che ne aveva motivato l’introduzione.

Il presidente del Consiglio provinciale si è espresso sul dato riferito ai giovanissimi, dichiarandosi piacevolmente sorpreso e riaffermando la propria convinzione che il senso di identità e di appartenenza vadano coltivati con azioni di formazione e di sensibilizzazione tra i giovani e nelle istituzioni scolastiche che, a quanto pare, hanno lavorato e stanno lavorando bene in questo senso.

Parole che sono state riprese dal dirigente scolastico Sorastant Federico Corradini che ha osservato come la scuola sia veicolo fondamentale nel conoscere le altre realtà e culture, ma anche strategico nel rafforzare il sentimento di appartenenza al proprio territorio. In tal senso occorre lavorare con i docenti, valorizzare il loro apporto strategico e rafforzare i progetti di formazione didattica, anche ragionando con la Provincia sulle forniture di materiali didattici e di risorse.

Sono intervenuti anche l’assessore regionale per le minoranze, il consigliere provinciale ladino, la presidentessa dell’ Istitut Cultural Ladin Lara Battisti. Ci sono stati un concorso di eventi che hanno abbassato sensibilmente la partecipazione: possiamo lavorare agli spunti importanti che sono emersi, hanno detto. Sabrina Rasom Direttrice dell’Istitut cultural ladin, ha insistito sulla necessità di formare i giovani e dare loro la possibilità di capire e di apprezzare cosa significa essere autonomi e sviluppare il senso identitario di appartenenza ad una minoranza.

La giovane Nicoletta Riz vicepresidente del Consei de l’Union di Ladins, ha parlato di maggiore inclusività del senso di identità, con azioni mirate che riescano ad intercettare i giovani, utilizzando i loro linguaggi e i loro strumenti.

Infine Giuliana Cristoforetti e Paola Gualtieri del Servizio Minoranze linguistiche della Provincia hanno osservato come la batteria di dati emersa dalle recenti rilevazioni statistiche fornirà materiale prezioso su cui lavorare in prospettiva. Hanno sottolineato il valore del modello giuridico di protezione internazionale delle Minoranze trentine e invitato tutti, il prossimo 16 dicembre alla Giornata dei dialoghi con le Minoranze.

La presidente dell’Autorità Katia Vassellai e i componenti dell’Autorità Chiara Pallaoro e Matteo Nicolussi Castellan hanno tirato le fila dell’incontro esprimendo da un lato perplessità per l’esito del censimento e dall’altro esortando a non abbassare la guardia e considerare il risultato come un’occasione per fare un’approfondita riflessione e capire come intervenire per migliorare, valorizzando in primis il lavoro di sensibilizzazione nelle scuole, la formazione e la comunicazione, oltre alla conoscenza della lingua di minoranza. Condizione fondamentale, quest’ultima, ha concluso Castellan, perché l’uso lingua va di pari passo con l’identità e il sentimento di appartenenza.

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