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CONSIGLIO PAT * LAVORI AULA POMERIGGIO: « VIA ALLA DISCUSSIONE GENERALE SUL DDL “ZEROSEI” DI VANESSA MASÈ »

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18.47 - martedì 28 marzo 2023

Consiglio, via alla discussione generale sul ddl “zerosei” di Vanessa Masè. Dopo l’elezione di Matteo Migazzi a componente della Commissione dei 12, si è aperta la discussione generale sul ddl 135/XVI di Vanessa Masè, lo zerosei. Una proposta, ha detto la consigliera della Civica, che rappresenta un salto culturale e non un’ imposizione. Una riforma che la consigliera, citando il pedagogista Giancarlo Gerini, ha definito una “ballata popolare” che dà risposta alle richieste di zerosei che sono in grande crescita nella società trentina. Un disegno di legge ambizioso, studiato a fondo e che prevede un tavolo di valutazione di una scelta che è e rimane facoltativa e non viene per nulla calata dall’alto. Una cornice normativa anche per garantire la qualità che fa parte della migliore tradizione dei servizi per l’infanzia trentini. Secondo Masè non si può aspettare perché va colta l’opportunità di offrire una proposta normativa che può essere migliorata ma che è utile. Sull’ostruzionismo, l’esponente della Civica ha rilevato che una proposta di mediazione non c’è. C’è, in sintesi, sono un no. Il ddl, ha aggiunto, ha avuto sfortuna: perché è arrivato in campagna elettorale e in concomitanza della vicenda dell’estensione a luglio dell’anno scolastico delle materne.

Ma la polemica è un pretesto anche perché si tratta di una proposta prudente, che prevede una progressività e punta sull’integrazione e non certo sull’accorpamento. Prevede paletti precisi perché zerosei non significa fare un miscuglio, ma mettere su una linea continua un processo educativo dagli 0 ai 6 anni con un linguaggio comune. C’è inoltre il tema delle risorse perché nel Pnrr ci arrivano i soldi per costruire i nidi ma non quelli per gestirli. Mentre, nelle scuole di infanzia i bambini stanno calando, sono arrivati attorno ai 12 mila, e nei nidi non arriviamo ai 5000. Ci si deve prendere la responsabilità, per Vanessa Masè, di fare lo sforzo che si è fatto, negli anni ‘80, sulla fascia 3 – 6, su quella 0 – 3. Insomma, va rivisto il modello. Le opportunità educative nello zerosei possono cambiare la storia degli individui. Non è la bacchetta magica, ha aggiunto, ma una strada per arrivare ad un livello educativo più alto e a dare risposta a difficoltà reali. Il tema del personale, ha continuato, sarà sempre più grave. Nel dibattito sul ddl sono emerse le difficoltà contrattuali ma, anche con la pandemia, è emersa ancora di più la necessità di una formazione comune degli insegnanti.

Ci sono molti equivoci, come la critica a mettere bambini nella stessa struttura: ma già ora metà coabitano negli stessi edifici. Quindi, queste critiche sono fatte solo per creare paure. Il ddl non è una deregolamentazione, per il semplice motivo che è un in più rispetto all’esistente. Non scardina il sistema, visto che l’impianto attuale non viene toccato perché non viene toccata la legge 13 e la 4 e questo perché la scuola ha bisogno di cambiamenti lenti che vanno spiegati a professionisti e genitori. Una scommessa di qualità che non tocca nessuno. Masè ha riconosciuto però che il mondo della scuola per l’infanzia sta affrontando fatiche reali per dare risposte a famiglie molto cambiate in questi anni. Masè ha affermato di non credere nelle “sezioni primavera”pensate per dare accoglienza ai bambini quando i nidi sono pieni. Una soluzione tampone, che non ha alla base un progetto educativo. Infine, la consigliera ha invitato tutti a riflettere sul fatto che si rischia di perdere un’occasione importante.

Coppola: se ci fosse stata partecipazione non sarebbero state raccolte 8 mila firme

Lucia Coppola (Europa Verde), chiedendo il ritiro del ddl, ha ribattuto che se la partecipazione dal basso ci fosse stata davvero non ci sarebbe stata una petizione sottoscritta da 8 mila persone. Il tema della facoltatività, che dovrebbe essere un elemento di forza del ddl, in realtà rischia di diventare un elemento di rottura creando due tipologie di scuola. La “ballata” di cui ha parlato Vanessa Masè, ha detto Coppola non è stata ballata da molti, evidentemente. E ha ricordato che in commissione è stato detto anche no a alcune proposte di audizione. Sul piano della sperimentazione, la consigliera verde, ha detto che si potevano fare monitoraggi prima di arrivare al ddl. Nessuno, ha aggiunto, ha cavalcato il dissenso per motivi elettorali. Si è solo espresso e si sta sta esprimendo il dissenso. L’ostruzionismo, ha aggiunto, non è simpatico ma è pur sempre una pratica democratica che l’opposizione ha praticato poco in queste legislatura.

Il ddl rischia, inoltre, di intaccare un sistema che funziona. Lucia Coppola ha affermato che il quadro deve disegnare ciò che non si vede nella proposta normativa: un disegno complessivo che esige sinergie tra Pat, comuni, genitori e tutti i soggetti interessati mettendo al centro il benessere dei più piccoli. Coinvolgendo prima di tutto il personale, comprese le tagesmutter. L’opposizione, ha aggiunto, volutamene non ha presentato emendamenti perché il ddl così com ‘è non è condivisibile. Inoltre, va nella direzione delle scelte politiche cha hanno caratterizzato le scelte della Giunta che sono state calate dall’alto. Si sarebbe invece lavorare sulle tariffe dei nidi, questa sì una necessità. Quindi, il ddl non è un’opportunità del Trentino, anche perché la proposta manca di una riflessione pedagogica, incidendo su una modalità organizzativa delicatissima. In più in un momento delicato che vede aumentare i bisogni Bes. Il ddl, ha ricordato infine la consigliera, è stato pesantemente emendato senza un confronto con le maestre che hanno dovuto subire l’imposizione dell’apertura a luglio.

Maestri: sì allo zerosei, ma no a questo zerosei

Lucia Maestri (Pd) ha detto che in effetti lo zerosei è un salto culturale, ma richiede una progettazione che coinvolga tutti gli attori della scuola d’infanzia e nidi. Quindi, sì allo zerosei ma non a questo zerosei. L’imposizione fatta della Giunta dell’apertura a luglio, ha ricordato, è in netto contrasto con lo Zerosei perché si tratta di un servizio conciliativo e non scolastico, e va contro l’autonomia scolastica. Il confronto con i soggetti pubblici e privati, con i protagonisti, è stato breve e il ddl è stato pesantemente emendato dalla Giunta fino a uscirne profondamente cambiato. Il ddl non è una riforma perché non fa fare un salto di qualità. Vero le leggi vigenti rimangono, ma il sistema integrato dovrebbe superare la normativa esistente che peraltro prevede la sperimentazione ed è per questo che sono nate le esperienze di zerosei. Circa il 54% dei comuni periferici, ha ricordato Lucia Maestri, non hanno un asilo nido, una questione importante anche per evitare spopolamento e calo demografico. Dati che mostrano la necessità di creare nidi destinando ai comuni i finanziamenti per la loro gestione. Inoltre, sarebbero necessari fondi per equilibrare i contratti degli insegnanti tra pubblico e privato. Le scuole per l’infanzia sono 254 e una copertura ottima del territorio con 12,702 iscritti. Servizio all’altezza delle migliori tradizioni, radicata, gratuita e partecipata dalle comunità. Il Trentino, ha aggiunto, vuole accettare la sfida del sistema integrato, ma lo vuole fare bene con forti riferimenti pedagogici condivisi da tutti gli attori. L’idea di fondo del ddl Masè, quindi, ha continuato Maestri, ma va condivisa fino in fondo con gli insegnanti che devono essere gli artefici del cambiamento.

Le domande emerse nelle audizioni, ha detto ancora l’esponente dem, derivano dalla mancanza di un orientamento pedagogico provinciale. Inoltre, secondo la consigliera, si deve puntare sulla qualità del lavoro degli insegnanti e ciò richiede anche la riduzione dei bambini per classe e servono soldi (mentre non c’è un euro previsto dal ddl) per la formazione e per una riforma, che dovrebbe essere epocale, si prevede un investimento di poco più di due milioni di euro in tre anni. Sul piano della governance il ddl prevede un ruolo decisivo, sovraordinato, della Pat e ciò contrasta con la Costituzione. Manca qualsiasi sussidiarietà e del tavolo di cui ha parlato Vanessa Masè, ha continuato l’esponente Pd, non è nemmeno citato nel ddl, mentre servirebbe un dipartimento dello zerosei. Le proposta di Maestri è di garantire continuità educativa e non logistica tra asili nido e scuola d’infanzia; la valorizzazione degli insegnanti, l’obiettivo di Barcellona di raggiungere il 33% di asili in tutto il Trentino, il raggiungimento delle classi dei 20 bambini e la creazione di una quadro pedagogico con il coinvolgimento di tutti gli attori.

Degasperi: il centro sinistra si è mostrato ipocrita

Filippo Degasperi (Onda) ha affermato che Lucia Maestri ha dimenticato che il ddl è entrato in commissione un anno fa e solo da poco si è scoperto che il ddl non funziona. Oggi il ddl è stato demolito, ma c’è un’ipocrisia evidente, visto che in commissione i consiglieri di minoranza si sono astenuti. Degasperi ha ricordato che luglio lavorativo è stato imposto dal centro sinistra per gli insegnanti della formazione professionale, senza alcun coinvolgimento. Quindi, luglio andava bene nel 2015 e ora no. Troppo comodo, ha aggiunto, dire solo no allo zerosei e poi fare appalti selvaggi come quello che sono stati fatti dal Comune di Trento o a Rovereto. Degasperi ha ricordato di aver presentato un emendamento per togliere luglio dal calendario scolastico, cosa che avrebbero potuto o dovuto fare anche i consiglieri del centro sinistra. Inoltre, l’esponente di Onda, ha detto che l’assessora Robol di Rovereto ha dato in commissione una valutazione positiva del ddl e quello di Trento ha affermato che la proposta si colloca in piena coerenza con gli indirizzi pedagogici. Il Cal in commissione ha mandato solo un documento di sostanziale condivisione, ma dopo l’arrivo delle 8 mila firme le idee dei comuni e del centro sinistra sono cambiate dopo mesi di “pacche sulle spalle” che sono ora, paradossalmente, sono sfociate nell’ostruzionismo. Ma, ha chiesto il consigliere, chi ha creato il Far West dei contratti per gli insegnanti? Chi ha fatto le privatizzazioni e le esternalizzazioni?

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