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CONSIGLIO PAT * LAVORI AULA POMERIGGIO: « ICE RINK DI PINÈ, LE SPIEGAZIONI DI FUGATTI E GLI ATTACCHI DELL’OPPOSIZIONE »

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18.46 - martedì 7 febbraio 2023

Ice Rink di Pinè, le spiegazioni di Fugatti e gli attacchi dell’opposizione. Conclusa la discussione generale sulla comunicazione di Fugatti sulla vicenda dell’impianto del ghiaccio di Pinè. Domani alle 10 la replica del presidente e il voto delle risoluzioni.

Dopo le nomine la comunicazione di Maurizio Fugatti su Miola di Pinè. Una vicenda nata nel 2018 quando venne accettata la sfida delle Olimpiadi. Una candidatura che ha avuto tempi stretti. I costi di ristrutturazione in prima stima prevedeva il rifacimento della pista e la copertura dell’anello per 32,6 milioni di euro. Dopo il cambio del Governo nazionale che ha complicato le cose, nella tarda estate del 2019, Pat e Comune hanno avviato una serie di studi sull’area e veniva avanti l’ipotesi di un adeguamento della pista all’aperto. Questa seconda ipotesi corrispondeva alla volontà di realizzare un impianto sostenibile pur coscienti che l’impostazione, seppur condivisa dal Cio, non era condivisa dalla Federazione ghiaccio internazionale. Si è passati alla terza proposta con la copertura parziale, nata dall’esigenza di contenere i costi, che è stata fortemente voluta dall’amministrazione.

Una soluzione leggera e per questo nel 2020 la Pat allocò a bilancio 36 milioni di euro. Anche la copertura parziale non ha trovato il sì della Federazione internazionale che ha ribadito che solo una soluzione di totale copertura sarebbe stata idonea. A fine 2021 con Draghi al Governo, la Pat veniva a conoscenza di due proposte di partenariato pubblico privato, una delle quali quella di Fincantieri infrastrutture, che, oltre ad essere costosa, non comprendeva la gestione dell’oval. Nel giugno 2022 il Navip ha dichiarato non procedibile la proposta. Sì andati avanti con quella del comune per un costo di 49,9 milioni di euro. Con l’assestamento 2022 sono stati messi in bilancio 50,5 milioni di euro e a livello nazionale il 9 agosto è stato nominato un commissario nazionale. La caduta di Draghi e lo scioglimento delle Camere, ha aggiunto Fugatti, non ha certo semplificato le cose e tra agosto e ottobre il comune ha presentato un’altra proposta, alla Pat è arrivato il progetto preliminare per il quale però i 50,5 milioni non sarebbero stati sufficienti. Il 7 novembre il comune ha presentato il progetto al consiglio che l’ha approvato e la Pat era disposta di versare 700 mila euro all’anno,

Il presidente del Coni il 22 novembre, espresse le preoccupazione del Cio e ha presentato alla Pat la proposta di rinunciare alle gare di pattinaggio ma affermando che la porta rimaneva aperta per le Olimpiadi giovanili e è stata avanzata la nota proposta di fare della struttura di Baselga il centro federale del tiro con l’arco. La struttura Pat però è andata comunque avanti sulla strada dell’adeguamento dell’oval. C’è stato poi il passaggio del nuovo amministratore e del nuovo cda della Fondazioni Milano – Cortina che ha posto uno stop perché la variazione della sede olimpica deve avvenire col voto di maggioranza dei consiglieri. Il 13 dicembre la Provincia ha inviato una nota a Malagò confermando l’interesse per fare di Miola un centro federale della velocità e l’hockey e per l’arco, e la disponibilità per le olimpiadi giovanili del 2028. Il 20 gennaio sono stati resi pubblici i motivi della scelta e si è approvata la delibera per il rilancio dell’altipiano pinetano. Quindi c’è la volontà di ammodernare radicalmente l’impianto per farne un centro di eccellenza per il ghiaccio e il tiro con l’arco.

Zeni: è saltato tutto perché ci si è accorti che non c’erano i tempi

Luca Zeni (Pd) ha affermato che solo oggi si è concessa la comunicazione all’aula, ormai a iter concluso. Un fatto che mostra disprezzo per il Consiglio. Nei fatti per Zeni, Fugatti si è arrampicato sul ghiaccio anche perché era fin dall’inizio evidente che lo stadio doveva essere coperto. Solo una volta a Calgary venne data una deroga alla copertura. Nel 2019, inoltre, si parlava già di 50 milioni per Pinè. Dal giugno del 2021 c’è stato un procedere a singhiozzo: il comune decise di sospendere la progettazione per una manifestazione d’interesse. Sospensione ripresa nel 2021 a fronte della proposta della Fincantieri. Zeni ha ricordato che in realtà si è sempre parlato di 60 milioni perché si sapeva che i 50,5 non erano sufficienti e che sarebbero serviti altri 9,5 milioni. Non è chiaro, ha aggiunto, perché se c’erano dubbi del Coni si è andati avanti con una delibera per stanziare i soldi. Non tiene, secondo l’esponente dem, la scusa del cambiamento delle condizioni economiche nel giro di un mese, tanti gravi da impedie di andare avanti. Poi si è scoperto che 50 milioni per le Olimpiadi non vanno bene, ma 30 per un centro federale sì. Secondo Zeni i motivi sono altri: prima di tutto i tempi che ormai erano troppo stretti. Insomma, si è andati talmente lunghi che ci si è resi conto che il rischio di non farcela era troppo grande. Un danno per l’immagine di efficienza del Trentino, tutt’altro che una bella pagina per la nostra provincia.

Rossi: è stata una presa in giro

Ugo Rossi (Misto) ha affermato che anche Fugatti si è reso cono che il Trentino ha fatto una brutta figura. Prima di tutto con gli abitanti di Pinè che sono stati presi in giro. Non per volontà precisa, ma per la spocchia di non ascoltare nessuno. Stessa logica che si mostra nella vicenda dell’ospedale di Cavalese. Il presidente, ha detto Rossi, ha raccontato una storia dove nel novembre 2022 si approvavano progetti preliminari e a gennaio si è detto che non si potevano più fare. Nell’ottobre 2019, ha ricordato, dai banchi del gruppo del Patt vennero suggerimenti che si sarebbero dovuti ascoltare, come quello, contenuto in una mozione votata anche dalla maggioranza, di tenere conto della necessità di un risparmio di spesa a fronte di una stima per l’impianto di Pinè che era di 37 milioni di euro. Alla fine le verifiche sono state talmente approfondite che dopo 3 settimane hanno scritto a Roma che 37 non bastavano e ce ne volevano 50. Insomma, una presa in giro per Rossi, con i soldi che stanno nel bilancio Pat e non dello Stato come qualche parte della maggioranza riteneva. Nel novembre 2022 la Giunta è salita a Piné per arrivare a dire, dopo tre settimane, che invece non si fa più nulla con la scusa della guerra e della crescita dei costi. Rossi, ha chiuso augurandosi che ora la Giunta faccia realmente qualcosa di utile per Piné, magari connettendo l’Altipiano con l’offerta turistica di Trento.

Zanella: era chiaro fin dall’inizio che l’Ice Rink non era sostenibile

Paolo Zanella (Futura) ha ricordato che nella nostra legge, su sua proposta, si sostiene che le opere olimpiche devono essere sostenibili. Ed era chiaro che l’Ice Rink coperto non sarebbe stato sostenibile. Sarebbe bastato guardare al caso di Torino che costò, 18 anni fa, 70 milioni e quello di Pechino più di 100 milioni. Nell’ottobre 2022 il Cio disse che le spese erano insostenibili, e nonostante ciò in Quarta commissioni si è arrivati con cifre aumentate con in più 390 milioni all’anno per le spese di gestione. Anche per Zanella si è trattata di una presa in giro, ancor più se si pensa che per tuti i comuni sono stati dati 20 milioni e qui se ne mettono 50 per Pinè, anche se comprendono i 30 per le gare preolimpiche. Insomma, una cifra pesante per compensare una figuraccia. Zanella ha detto di sperare che si mettano meno soldi e li si indirizzino per risanare il lago.

Dallapiccola: la vicenda di Pinè dimostra la mancanza di visione della Giunta

Michele Dallapiccola (Casa autonomia) ha affermato che la vicenda di Pinè dimostra la mancanza di visione della Giunta. La logica è sempre quella delle promesse, che non si possono mantenere, compresa quella del tunnel da due milioni di euro per bypassare l’abitato dei Cialini che si specchia sul lago delle Piazze e la strada di Montesover. Quindi, a qualsiasi richiesta proveniente dalle amministrazioni amiche di Pinè si è detto sì. Ma i dubbi ormai serpeggiano anche nelle comunità visti i tanti cantieri che non sono partiti, anche se di creduloni ce ne sono sempre. Allargando lo sguardo alla Valsugana dal Pnrr sono arrivati 20 milioni che si sono indirizzati alla Val dei Mocheni, ci ono 50 milioni per Pinè e 30 per la statale a Ospedaletto. Cento milioni, a fronte dei tagli per tutte le altre località, basti pensare alla Panarotta con gli impianti chiusi, per Pergine non c’è nulla. Scelte senza visione se non quella elettorale.

De Godenz: Pinè è stata illuso dal Cio e dalla Federazione internazionale

Pietro De Godenz (UpT) ha sottolineato che Pinè voleva le Olimpiadi ma è stata illusa non dal Trentino ma nelle dinamiche del Cio e dell’Ise. De Godenz ha detto che l’unico posto dove avrebbe senzo uno impianto nuovo è Pinè perché c’è una comunità. L’esempio di Torino parla chiaro. Ora il fatto che rimarrà il Centro federale e le gare di preparazione dev’essere un punto di partenza. Ci siamo illusi di ricevere la deroga per una struttura non coperta, anche perché Malagò aveva affermato che sarà l’ultima Olimpiade con una struttura coperta che serve solo per omologare qualche record del mondo. La copertura è assurda, ma tutti siamo stati presi un po’ in giro per il più importante evento sportivo che il Trentino organizzerà nei prossimi 100 anni. A Tokio, ha concluso, sono passate 14 sedi; in Val di Fiemme, un anno fa, abbiamo saputo che arriveranno 10 – 12 gare in più che erano in un primo tempo il Lombardia. Quindi, queste dinamiche non dipendono da noi.

Degasperi: i comuni trentini non possono pagare per gli errori fatti a Pinè

Filippo Degasperi (Onda) ha detto che ormai si fanno ragionamenti postumi ma ha ricordato che non tutti si sono fatti prendere in giro perché molti consiglieri hanno sollevato ormai anni fa legittimi dubbi, a partire da fatti evidenti come la sostenibilità degli impianti anche a fronte di troppi esempi negativi. Non si sono mai forniti numeri e la relazione di Fugatti rende merito a chi invece i numeri li ha messi nero su bianco. La logica dei grandi annunci, come quello della creazione della Silicon valley dell’Idrogeno lungo la linea della Valsugana mentre i treni continuano a essere diesel. Tornando a Pinè, se si parla di indennizzi significa che c’è stato un danno che non possono pagare tutti i comuni trentini. Se si deve pagare qualcosa a Pinè sono le promesse elettorali e quindi i responsabili. Cioè chi non ha tenuto presenti le critiche.

Cavada: per l’Altipiano è comunque un’occasione storica

Ganluca Cavada (Lega) ha affermato che i 60 milioni sarebbero andati solo alla copertura e al rifacimento della piastra ad ammoniaca quindi la scelta di investire 29 milioni per l’oval e il palazzo del ghiaccio è ragionevole. Comunque, per Cavada, si sono raggiunti importanti risultati come il centro federale della velocità e hockey e del tiro con l’arco. Non sono, con i fondi si potrà risanare il lago e creare la ciclabile di Cembra con un collegamento a Pinè. L’esponente della Lega ha detto che l’idea del rifacimento della strada di Montesover era una necessità della comunità e il progetto è stato stralciato perché nel giro di poco i costi sono raddoppiati. Stesso ragionamento per la strada dei Cialini. Comunque, ha concluso, per Pinè l’occasione di poter investire 50 milioni è storica.

Coppola: speriamo che ora si risani il lago e l’ambiente

Lucia Coppola (Europa Verde) ha affermato che serve prudenza nelle scelte anche per evitare delusioni tra la popolazione. I problemi di tempistica ci sono ma non sono stati padroneggiati dalle amministrazioni e dalle comunità. In breve si è passati dall’entusiasmo per un investimento di 60 milioni ai fischi a Malagò che ha portato la notizia che il progetto era insostenibile. Ora Pinè ha la possibilità di avere a disposizione un capitale di 50 milioni, 30 per l’impianto, e 20 per risanare il lago e l’ambiente. Anche se si deve guardare anche agli altri comuni pur riconoscendo la solidarietà alla popolazione di Pinè che ha investito in vista dell’evento olimpico. Ora l’auspicio è che questi investimenti servano davvero a rilanciare l’Altipiano.

Marini: il Trentino si è fatto abbindolare dalla narrazione olimpica

Alex Marini (5 Stelle) ha ricordato che nel 2018 il ministro Di Maio annunciò che le olimpiadi sarebbero state fatte a costo zero. Ora di parla di 4 miliardi. Anche il Trentino si è fatto abbindolare dalla narrazione che i giochi avrebbero cambiato il volto turistico del Trentino. La Giunta, ha affermato ancora, pur partecipando al forum per la sostenibilità delle strutture, non ha fatto i conti con la realtà. Triste anche il fatto che sia stato il Cio a dirci che l’impianto di Pinè non era sostenibile anche dal punto di vista climatico. Una situazione drammatica in tutte le Alpi come dimostra il documento allarmante sul surriscaldamento pubblicato dalla Pat. Quindi, il progetto di Pinè andava nella direzione opposta alla necessità di contenere la crescita della temperatura. Un progetto obsoleto.

Rossato: per Pinè la perdita delle Olimpiadi è una ferita insanabile

Katia Rossato (FdI) ha detto che la perdita delle Olimpiadi per Pinè è una perdita gravissima che non può essere confortata da un investimento di 50 milioni di euro. Per l’esponente di Fratelli d’Italia è importante puntare su infrastrutture come la ciclabile Fassa – Venezia.

Masè: la scelta giusta per il futuro dei giovani

Vanessa Masè (La Civica) ha ricordato che quello che si sta cercando di fare, sia il Coni che la Giunta, per Pinè e per il Trentino è una risposta anche ai giovani dell’Altipiano che chiedono che non venga portato via il futuro.

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