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CONSIGLIO PAT * LAVORI AULA POMERIGGIO: « GRANDI DERIVAZIONI A SCOPO IDROELETTRICO, INTERLOCUZIONE ANCORA IN CORSO A ROMA »

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18.54 - martedì 29 novembre 2022

Grandi derivazioni a scopo idroelettrico: interlocuzione ancora in corso a Roma. In apertura di seduta pomeridiana, il Consiglio provinciale ha provveduto a due incombenze imposte dall’elezione delle consigliere Sara Ferrari e Alessia Ambrosi al Parlamento, provvedendo alla designazione suppletiva di Paolo Zanella, in rappresentanza delle Minoranze quale componente dell’Assemblea del Forum trentino per la pace e i diritti umani e alla nomina suppletiva di Alessandro Savoi quale componente effettivo della Commissione interregionale delle Assemblee legislative della Provincia autonoma di Bolzano, del Tirolo, della Provincia di Trento e del Vorarlberg in qualità di osservatore.

A seguire, è iniziato l’esame del ddl 62 proposto dall’assessore all’energia Mario Tonina, che integra le norme vigenti con l’obiettivo di ottenere dal Governo una proroga dal 2024 al 2029 della scadenza delle concessioni per le grandi derivazioni idroelettriche per rendere maggiormente efficiente e competitiva la produzione. Sulle norme, a rischio di impugnativa, sono tuttora in corso delle interlocuzioni con il Governo. In ragione dell’intervento di numerosi consiglieri (tra i quali Claudio Cia di Fratelli d’Italia) a chiedere di poter votare solo una volta conosciuto l’esito delle trattative con il Governo, pena la deligittimazione e perdita di credibilità dell’istituzione, l’assessore Tonina ha chiesto di poter pronunciare la replica domani mattina, quando si conta ci possa essere maggiore chiarezza.

 

Consapevoli delle oggettive difficoltà, norme per fronteggiare la crisi
Abbiamo deciso di presentare il ddl consapevoli delle oggettive difficoltà e dei rischi, ha premesso l’assessore Mario Tonina nell’illustrare le norme, con l’obiettivo di individuare azioni che consentano già nel breve termine di fronteggiare l’eccezionale crisi in atto, tenendo conto del fatto che solo in una traiettoria di qualche anno sono possibili ricadute positive sul sistema. Vista la delicatezza della materia e la necessità di trovare una condivisione politica, è stato fatto un percorso caratterizzato da un’interlocuzione costante (in corso anche in queste ore) con il Governo.

La norma prevede la proroga di 5 anni (dal 2024 al 2029) delle concessioni di 19 grandi derivazioni idroelettriche, a fronte della presentazione e dell’approvazione di piani industriali che contengano misure specifiche di efficientamento degli impianti, di aumento dello stoccaggio dell’energia, di potenziamento della sicurezza delle strutture e di regolarità della produzione: misure strategiche necessarie a fronte dell’emergenza climatica in atto. La disciplina statutaria di cui all’articolo 13, ci consente di proporre una disciplina innovativa che coniughi le esigenze del territorio con quelle di potenziamento della produzione idroelettrica nel breve periodo e, in definitiva, con gli interessi nazionali oltre che locali, ha chiarito Tonina. Per l’articolo 13 infatti la Provincia è competente in tema di modalità e procedure di assegnazione. Ciò consentirebbe dunque di sostenere l’esigenza di esplorare una modalità alternativa ala gara come la negoziazione. Il principio della Bolkenstein non si applicherebbe a questa fattispecie, ha aggiunto, e ci sarebbero dunque i margini di compatibilità giuridica affinché questo ddl possa legittimamente derogare alla direttiva sulla concorrenza. Contiamo, ha concluso Tonina, che in un momento come questo possano esserci sia a livello nazionale che europeo, dei margini di trattativa nella direzione dell’accoglimento di queste norme.

 

La strada maestra è la modifica statutaria
Alessandro Olivi (PD) ha detto di non voler pensare che sia il colore politico a decidere la tenuta costituzionale di un assetto normativo regionale, tanto più su un tema cruciale e cogente come questo. Perché è evidente che, o cambiano le norme nazionali, oppure ragionevolmente la proposta in discussione non può superare i rilievi di sostanza rilevati dal Governo in occasione delle precedenti esperienze. Quale è il nodo dell’interlocuzione con il Governo e cosa dobbiamo attenderci?, ha chiesto Olivi manifestando l’imbarazzo nel subordinare la proposta ad un interlocuzione rispetto alla quale risulta poco chiaro l’obiettivo.

Il consigliere del PD ha aggiunto che le ragioni e l’attualità di questa iniziativa, che spingono ad un’accelerazione, devono incrociarsi con la necessità di fare proposte di qualità, per non correre il rischio di assestare un nuovo, severo colpo alla reputazione e alla credibilità dell’autonomia nel rapporto con lo Stato. Infine, Olivi ha suggerito la strada maestra, che potrebbe essere la modifica della norma 13 dello Statuto, che rafforza la competenza sulla gestione del demanio idrico delle due Province, anche in chiave di un’intesa con lo Stato. Una strada definita dalla maggioranza troppo lunga, complicata e rischiosa che tuttavia sarebbe a suo avviso lo strumento grazie al quale portare a casa un potenziamento delle competenze e dell’autonomia finanziaria della Provincia, nella direzione di una dimensione pubblica del governo dell’energia.

 

La direzione è giusta, ma il rischio impugnativa alto
Lucia Coppola (Misto-Verdi per l’Europa) ha evidenziato le criticità del tema, legato ai cambiamenti climatici, al risparmio energetico, alla tutela e sicurezza del paesaggio e alla qualità delle acque rispetto ai quali si impone una riflessione seria e un’azione concreta. In questo contesto, si ripropone con forza il tema cruciale dell’energia da fonti rinnovabili e l’importanza strategica del bene acqua, rispetto al quale non è più il tempo delle attese, bisogna correre veloci. Il disegno di legge in esame va nella direzione giusta, ha osservato in conclusione Coppola, sebbene la possibilità dell’impugnativa del governo, per contrasto con la legge sulla concorrenza, rappresenti un’innegabile criticità.

 

Riduzione consumi energetici degli edifici esistenti
Per Alex Marini (Misto-5 Stelle) il ddl dovrebbe mirare ad un efficientamento e ad una riduzione dei consumi energetici e degli sperperi degli edifici esistenti. La proroga della scadenza delle concessioni non può essere l’unico elemento da tenere in considerazione: si dovrebbe cioè ragionare in termini maggiormente strategici, di utilizzo più intelligente dell’energia. Rispetto all’ultimo bilancio energetico, che risale al 2019, emerge che il valore stimato dell’energia ceduta gratuitamente è passato da 7 a 32 milioni di euro. In questo contesto si dovrebbero non soltanto auspicare, ma favorire certi comportamenti, chiedendo ad esempio ai concessionari di mettere in campo degli investimenti per migliorare l’efficienza energetica degli edifici pubblici e in questa direzione vanno due proposte di ordini del giorno annunciati dal consigliere Marini alla proposta in discussione.

 

Convinto sostegno alla proposta
Il consigliere Gianluca Cavada (Lega nord) ha sostenuto al proposta: la proroga a fronte di investimenti del concessionario sarebbe un vantaggio per la Pat e di riflesso per lo Stato, consentendo nel contempo di gestire i maggiori costi dell’energia. Ha annunciato due emendamenti sull’ecosistema fluviale e sul sostegno dei costi sui consumi energetici.

 

Altissimo rischio di impugnativa: occorre capire il percorso prima di votare
La percorribilità della norma impone un imbarazzo di metodo, ha premesso Alessio Manica (PD). Un rischio altissimo riconosciuto anche dagli interlocutori ascoltati in Commissione. Il dialogo con il Governo non è ancora concluso, dal momento che il Presidente Fugatti è a Roma in questo momento proprio per discutere del tema: un azzardo che non farebbe bene alla nostra Provincia e alla nostra autonomia: auspico che entro il voto si sappia qualcosa in più, altrimenti sarebbe utile sospendere e riprendere la discussione in una prossima seduta. Vedo difficile, ha osservato Manica, che si lasci sfuggire alla scadenza solo il piccolo Trentino, mandando a gara le altre regioni senza che nessuna protesti. Ha espresso poi perplessità sul tema dell’emergenza del presente ddl, dal momento che l’eventuale pacchetto di investimenti che si dovrebbero compiere, non potrà avere una ricaduta immediata sulle bollette e sul costo dell’energia. Ostinarsi all’interno dello schema delle gare è un rischio enorme per il Trentino, ha aggiunto. Poniamo che si possa prorogare al 2029, come immaginiamo di andare avanti nella gestione? Occorre ragionare su questo, evitando di gestire tutto come è stata gestita l’emergenza Covid. Questa norma, ad oggi, benché salutata con favore per necessità da parte dell’attuale gestore e del sistema dei comuni, non mi sento di votarla perché non è chiaro il percorso presso il Governo e perché non è indicata la strada prioritaria che si intende seguire.

 

Emendamento a tutela delle spese di comuni e municipalità
Ivano Job (Coraggio Italia) ha ammesso la difficoltà della situazione e sottolineato che l’energia elettrica è di tutti e forse si poteva forzare di più, mentre quando la situazione si è fatta delicata è emerso che non c’è stato un grande risultato da parte di coloro che hanno rappresentato le parti pubbliche, la Provincia e i Comuni. Noi lavoriamo costantemente per la sicurezza delle persone e automaticamente dovremmo pretendere da chi amministra un impegno a tutela dei cittadini trentini. Ha annunciato un emendamento nella direzione della tutela delle spese dei comuni e delle municipalità.

 

Una strada in salita, che potrebbe mettere a rischio la credibilità dell’autonomia
Paolo Zanella (Futura) ha detto di riconoscersi a pieno in quanto detto dai colleghi, principalmente da Manica. Ha rilevato che la presente proposta, pur condivisibile nell’obiettivo e non nell’impianto, non avrà ricadute di breve periodo sulle bollette degli utenti. Inoltre, la strada è in salita, visto l’altissimo rischio impugnativa, per il contrasto della proposta con la normativa della concorrenza. Se fosse accolta e superasse lo scoglio dell’impugnativa, sarebbe l’occasione comunque per ripensare il modello, cercando di andare nella direzione della gestione pubblica della risorsa acqua. Si fa comunque fatica a comprendere il perché del portare in aula questa legge senza attendere l’esito dell’interlocuzione con il Governo, mettendo a rischio l’autorevolezza e la credibilità della nostra autonomia.

 

Occorre chiarire gli obiettivi e le intenzioni del concessionario
Un tema complesso, lo ha definito Filippo Degasperi (Onda) rispetto al quale occorre capire l’obiettivo. Da una parte abbiamo un soggetto (europeo) che ci impone di indirizzarci verso le gare, dall’altro (in Giunta provinciale) c’è poca chiarezza e poca coerenza nel merito. Dal mio punto di vista mettere a gara questo tipo di risorsa sarebbe assolutamente deleterio, ha osservato. Se il bene lo ha in mano un soggetto pubblico siamo sicuri che gli investimenti vadano a vantaggio del territorio e nel rispetto del bene comune, mentre se ci sono di mezzo dei soggetti privati l’incertezza e l’indeterminatezza è alta.

 

Visto che la metà delle concessioni sono in mano a soggetti privati, è giusto che continuino a beneficiare di un bene pubblico senza una gara? Questo occorre ricordarlo, perché Dolomiti Energia non è una società pubblica e non lo è nemmeno nell’esercizio delle sue funzioni, visto che è dovuta intervenire l’antitrust per bloccare l’aumento applicato alle bollette dei trentini per fare gli interessi dei propri soci. Degasperi ha poi notato che i debiti sono cresciuti e il patrimonio è rimasto invariato, mentre l’attivo del 2021 è 10 volte rispetto a quello del 2019 e questo è il meccanismo (poco chiaro) per il quale la società è rimasta in piedi. Quando scadono le concessioni i beni tornano al concedente e forse, dal momento che un rischio lo dobbiamo correre, forse sarebbe questa la strada da percorrere. Concludendo, questa norma non prevede una proroga, ma ne ha gli effetti: non ci sono motivi ostativi rispetto a questo, ma dobbiamo prima chiarire dove vogliamo andar e in secondo luogo cosa intende fare il concessionario, ovvero se intende comportarsi in maniera coerente impegnandosi ad attuare politiche di interesse pubblico. Altrimenti a questo punto un concessionario vale l’altro.

 

Cruciale votare solo con la certezza dell’accoglimento per evitare di farci del male
Claudio Cia (Fratelli d’Italia) ha ricordato le perplessità che erano emerse circa l’emergenza del presente disegno di legge, che hanno permesso poi di approfondire e di dipanare numerosi dubbi sul tema nel lungo, attento dibattito in Commissione. Nel frattempo il Presidente Fugatti si è dato molto da fare nelle interlocuzioni presso il Governo, tuttora in corso. Sarebbe bene però proseguire la discussione su questo ddl, solo se la Giunta ha la certezza che il provvedimento non verrà impugnato, altrimenti ci faremmo troppo male. Prima di procedere ad un’eventuale votazione è dunque importante avere un riscontro certo e definitivo delle interlocuzioni con il governo, ha detto il consigliere di Fratelli d’Italia, chiedendo in tal senso un pronunciamento da parte dell’assessore proponente.

 

L’assessore Mario Tonina ha confermato che l’interlocuzione del presidente Fugatti con il Governo è ancora in corso ed ha chiesto quindi di poter aggiornare la replica a domani mattina.
I lavori riprenderanno domani alle ore 10.00.

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