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CONSIGLIO PAT * LAVORI AULA POMERIGGIO: « DISCUSSIONE SU DDL ROSSI E PATT, PER ALLINEARE IL TRATTAMENTO MATERNITÀ SETTORE PRIVATO AL PUBBLICO »

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17.18 - martedì 27 settembre 2022

Prosegue in Consiglio provinciale la maratona degli interventi sul ddl di Rossi e del Patt per allineare il trattamento di maternità nel pubblico e nel privato.

Nel pomeriggio il Consiglio provinciale ha proseguito la discussione generale, iniziata stamane, del disegno di legge n. 25/XVI proposto da Ugo Rossi (Misto-Azione) e per il Patt da Paola Demagri, Michele Dallapiccola e Lorenzo Ossanna, che prevede di equiparare il trattamento di maternità del settore privato a quello previsto nel pubblico. Il provvedimento non è soggetto a tempi contingentati, quindi le minoranze da cui è compattamente sostenuto effettuano interventi molto lunghi per rallentare l’esame del testo, contestando alla Giunta la scelta di respingere il ddl i cui principi sono ritenuti condivisibili ma che era già stato bocciato dalla maggioranza in Commissione.

L’assessore Spinelli: il provvedimento non risolve il problema che affronta.

L’assessore Achille Spinelli ha sottolineato che il tema posto dal ddl è serio ma che la posizione contraria della Giunta non è cambiata rispetto a quella esposta in commissione. Questo perché il ddl 25 non risolve il problema prevedendo un contributo ai datori di lavoro e un contributo ai lavoratori. L’obiettivo è il sostegno al reddito delle famiglie e della natalità più che dell’occupazione femminile come si vorrebbe con il provvedimento. In particolare Spinelli ha illustrato le criticità individuate dall’esecutivo anche per il forte impatto finanziario (8,5 milioni di euro) che l’attuazione di questa proposta comporterebbe. Per perseguire l’obiettivo, condivisibile, del ddl, secondo Spinelli sarebbe opportuno mantenere e potenziare gli interventi di politiche attive del lavoro a sostegno dell’occupazione femminile e puntare alla conciliazione vita-lavoro attraverso il Famili Act.

Zanella: occorre decidere se per la Giunta la natalità è un costo o un investimento.

Per Paolo Zanella di Futura ha motivato il proprio sostegno a questa proposta con l’esigenza primaria di favorire la natalità e l’occupazione femminile promuovendo le pari opportunità, le politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e di condivisione dei compiti di cura tra i genitori per crescere dei figli. Desta stupore per il consigliere che la Giunta respinga un ddl come questo pur dichiarandosi a favore della natalità e dell’occupazione femminile. Vero che si registra un aumento di richieste di congedi parentali da parte padri ma per il consigliere siamo ancora molto lontani dall’obiettivo della parità con le madri. Inoltre per i congedi si arriva a recepire al massimo il 30% della retribuzione, mentre Finlandia e Spagna garantiscono per molti mesi la copertura del 100 per 100 dello stipendio. Ciò permette a un genitore di accudire a casa i figli. Nella vicina Austria le retribuzioni nel periodo del congedo sono pari all’80% dello stipendio. Il problema della denatalità interessa oggi anche il Trentino. E da questo deriverà in prospettiva una sempre maggiore carenza di lavoratori. Il problema è quindi quali risposte il Paese e il Trentino vogliono dare alla mancanza di lavoratori. L’unica soluzione verrebbe dall’immigrazione ma allora occorre interrompere le politiche di chiusura all’arrivo di queste persone. Per Zanella occorrerebbero politiche migratorie inclusive. Se invece si teme la sostituzione etnica si andrà verso una selezione delle persone. Il consigliere ha espresso condivisione per l’articolo 1 che prevede iniziative di conciliazione e condivisione della responsabilità di cura fra uomini e donne, per la proposta del congedo di paternità, per l’equiparazione del trattamento tra pubblico e privato. Ha suggerito l’introduzione di un’indennità provinciale integrativa per alzare il limite del 30% della retribuzione arrivando almeno all’8%. Per un impegno di spesa del genere, sicuramente superiore a un milione di euro, è necessario chiarire se per la Provincia rappresenti un costo o un grande investimento sul futuro. Investimento per le donne lavoratrici ma anche per il bambino o la bambina che potrebbero avere accanto un genitore.

Degasperi: la Giunta avrebbe dovuto condividere gli obiettivi di questo ddl.

L’esponente di Onda ha dichiarato di sposare questo ddl per ragioni ideali: si tratta di lavorare per fare in modo che i figli rimangano con i loro genitori senza eccessivi sacrifici dal punto di vista economico. Misura questa che non sostituirebbe ma permetterebbe di integrare i servizi di conciliazione. Se è vero che oggi i dati sulla natalità in Trentino peggiorano di anno in anno, questo vuol dire che gli interventi fin’ora messi in campo dalla Provincia non sono sufficienti rispetto all’obiettivo dichiarato dalla Giunta di tutelare la maternità promuovendo la natalità. Strano, per Degasperi, che questo ddl sia stato bocciato quando per gli obiettivi che persegue avrebbe dovuto incontrare la condivisione della Giunta. Secondo il consigliere la Giunta avrebbe dovuto condividere questo ddl che prevede di mitigare le differenze tra pubblico e privato.

Sorprendente è per Degasperi l’ammontare della cifra che l’assessore ritiene necessaria ai fini dell’attuazione di questa proposta normativa. Sul congedo parentale e l’integrazione dei contributi previdenziali proposti dal ddl, il consigliere ha detto di non capire perché la Giunta non condivida questo obiettivo. Per Degasperi, “se ci fosse la volontà di affrontare la questione gli ostacoli si potrebbero superare”. E “dall’Agenzia del lavoro su questo ddl era lecito attendersi qualche proposta di soluzione alternativa. Invece, le critiche sono state tante, le proposte alternative zero”. In definitiva secondo Degasperi la Giunta non motiva in modo adeguato il no a questo ddl che pone una questione legata non solo alle nascite perché sulle nascite, che in Italia dagli anni 70 sono progressivamente in calo, si basa anche il sistema economico.

Demagri

Paola Demagri (Patt), cofirmataria nel 2019 di questo ddl quando Rossi era ancora nel suo stesso gruppo consiliare, ha espresso amarezza per le difficoltà delle donne che lavorano nel privato senza avere le stesse opportunità delle donne occupare nel pubblico. E ha aggiunto la convinzione che solo risolvendo le questioni riguardanti la famiglia come la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, di ottenere congedi parentali per occuparsi dei figli, di trovare posti negli asili nido, si possono risolvere anche i problemi della società. A suo avviso il problema della maternità e il problema del congedo parentale non dovrebbero costituire una difficoltà ma un’opportunità per rendere progressivamente autonomi i figli. Inoltre alla donna sarebbe possibile assentarsi dal lavoro senza ansia. Demagri ha citato il progetto Perla avviato e poi abbandonato dall’Apss, che costituiva uno strumento molto interessante in questa direzione. Il periodo della gravidanza delle donne sul lavoro non era percepito come uno stato di malattia. Da ciò era derivata una riduzione delle gravidanze a rischio. Accogliendo questo provvedimento, secondo la consigliera, la Giunta avrebbe potuto concludere questa legislatura in modo innovativo nei confronti delle famiglie e dimostrare capacità di collaborazione con le opposizioni. Questa chiusura non è verso le minoranze che propongono questo ddl ma verso le famiglie trentine.

Segue comunicato stampa sui successivi interventi. I lavori in aula saranno sospesi alle 18.30 e riprenderanno domani alle 10.00.

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