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CONSIGLIO PAT * LAVORI AULA MATTINO: « CONTINUA LA DISCUSSIONE SULLA SANITÀ, NO ALLA RISOLUZIONE ZENI »

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13.13 - mercoledì 26 ottobre 2022

Consiglio, continua il confronto sulla mancanza di medici e infermieri. Bocciata la mozione Zeni che chiedeva l’apertura di un tavolo di confronto sulla sanità. La mattinata in Consiglio è ripresa con la discussione delle comunicazioni dell’assessora alla salute, Stefania Segnana sulla carenza di medici e personale sanitario.

Marini: la comunicazione prevale sulla sostanza

Il primo a prendere la parola è stato Alex Marini (5 Stelle) il quale ha affermato che anche di fronte ai problemi della sanità prevalgono le logiche della comunicazione. Si cerca di far percepire che si sta facendo qualcosa, invece di elaborare politiche che guardino alle prossime generazioni e a nuovi modelli sanitari e socio – assistenziali.

Cia: manca il personale, ma si pensa al grande ospedale di Cavalese

Claudio Cia (FdI) ha ricordato che alle difficoltà vecchie si sono aggiunte quelle causate dal Covid. Il problema della carenza di personale è nazionale, ha aggiunto, vero che siamo una terra autonoma ma non è facile affrontare un tema così vasto. I ritardi nelle prestazioni sanitarie, anche essenziali, non sono certo una novità, ma nuove sono le difficoltà del personale testimoniate dalle 100 mila giornate di assenza per malattia nel 2021: una media di un mese per ogni infermiere. La cartina al tornasole del fatto che il personale non ce la fa. Sempre nel 2021, ha ricordato Cia, l’Azienda ha pagato 5 milioni di euro di straordinari. Il personale si dimette per il peso dei turni; perché ci sono ambienti “tossici”, basti ricordare le vicende di ginecologia esplose dopo che si era cercato per lungo tempo di minimizzare. Cia ha parlato poi dell’ospedale di Cavalese: noi, ha detto, siamo in crisi di personale e pensiamo a cittadelle dal costo di 280 milioni di euro. Mentre non siamo in grado di far funzionare nemmeno gli ambulatori dell’attuale ospedale di Fiemme nel quale abbiamo addirittura ridotto i posti letto. Quindi, prima di tutto va affrontato il problema dei problemi: il personale e la sua dignità.

Dalzocchio: i problemi c’erano anche con le Giunte precedenti

Mara Dalzocchio della Lega ha detto che queste richieste di informative nel merito interessano poco alla minoranza che le usa invece come arma di attacco. Ma l’opposizione, ha detto ancora, dovrebbe guardare alla situazione della sanità quand’era al governo invece di dire che la Giunta attuale non ha fatto nulla. Basti pensare la Scuola di medicina realizzata in un solo anno, uno strumento fondamentale per risolvere i problemi attuali e per guardare al futuro, visto che le carenze attuale derivano dalla mancata programmazione. Problemi gravi emergevano già 15 anni fa come dimostrano le interrogazioni che riguardavano ospedali come quello di Rovereto e casi di ritardo nelle prestazioni specialistiche. Sul presunto eccesso di decessi per Covid in Trentino, la capogruppo Lega ha ricordato che i dati vennero rivisti al ribasso e comunque la Pat ha dovuto seguire le scelte del governo.

Degasperi: la Giunta ha prestato attenzione solo a garantire la libera professione dei medici

Filippo Degasperi (Onda) ha ricordato che il centro destra ha governato l’Italia per una ventina d’anni e ha sempre programmato accessi a medicina in numero abbondantemente insufficienti. Di fatto i partiti hanno attentato alla salute degli italiani creando un sistema che abbassa la quaità perché non c’è più concorrenza e le Aziende sanitaria devono assumere chi trovano. Tra l’altro creando un sistema di censo, perché chi ha i soldi e non riesce ad entrare a medicina può andare all’estero. La Giunta ha approvato sei mesi fa un nuovo regolamento dell’Apss che è rimasto tutto sulla carta. Si sono fatte solo nomine, ma non c’è un’idea sulla medicina territoriale, sulle Case di comunità. Anche le sospensioni per il Covid non sono state rilevanti, basti pensare che solo 7 medici sono stati sospesi per il no al vaccino. Sulla crisi della radiodiagnostica Degasperi ha ricordato che tra i 4 medici dimissionari, tre hanno scelto di andarsene per motivi ben diversi da quelli riferiti dall’assessora. Quindi, non si tratta di fatti fisiologici. Del resto, ha aggiunto, l’attrattività del Trentino non esiste e i medici vengono qui per fare un’esperienza e ripartire. Il consigliere di Onda ha ricordato inoltre il caso di ginecologia sul quale l’assessorato ha sempre mantenuto il silenzio e ha aggiunto che ci sono stati vertici della sanità che dopo lunghe serie di errori sono stati promossi o confermati; direttori che sul caso di ginecologia, invece di intervenire, scrivevano che gli obiettivi del reparto erano stati raggiunti. Molta attenzione invece è stata riservata alla libera professione al punto che ci sono medici che guadagnano più da liberi professionisti che da ospedalieri. Un modo, inoltre, per fare concorrenza scorretta , usando gli strumenti degli ospedali, a chi fa davvero la libera professione.

Segnana: non è vero che tutti scappano dalla sanità trentina

Nella replica l’assessora ha affermato che in aula la minoranza ha ripetuto le critiche che da mesi si leggono sulla stampa. Segnana ha poi affermato che il fuggi fuggi dalla sanità non è certo colpa sua, visto che non c’è un’assessora Segnana in ogni regione italiana. Sull’ascolto degli operatori sanitari, ha ricordato che si continuano a fare incontri negli ospedali e con gli amministratori locali per capire i problemi e trovare soluzioni. Ci sono rapporti continui con gli Ordini, la Consulta della salute e l’Apss ha messo in campo un gruppo di lavoro per capire le motivazioni delle dimissioni di medici e infermieri. L’assessore ha poi ricordato che non tutti scappano dalla sanità trentina, anzi ci sono molti arrivi e comunque non si può dimenticare che il movimento dei medici è anche causata dallo sblocco dei concorsi a livello nazionale. La sanità trentina, ha aggiunto sempre rispondendo alle critiche della minoranza, non dirotta fuori provincia i pazienti per interventi chirurgici e il piano di recupero dei tempi d’attesa è stato presentato al ministero. Un problema, questo dei tempi, reale, sul quale però ha pesato e pesa tantissimo la pandemia. Secondo Stefania Segnana i temi vanno affrontati con chiarezza, tenendo presente che per i Rao A e B le prestazioni sono garantite.

Le risoluzioni.

Aprire un tavolo permanente sulla sanità. C’è il no

Luca Zeni del Pd, presentando la prima risoluzione bocciata con 17 no e 10 sì, ha affermato che il centro destra in campagna elettorale si è limitato a portare avanti battaglie demagogiche anziché affrontare i problemi. Problemi che oggi non si possono liquidare dicendo che quello del personale è generale. La mozione mirava a impegnare la Giunta ad aprirsi all’ascolto con un tavolo permanente sulla sanità, con sindacato, ordini e associazione dei malati; secondo punta la trasparenza pubblicando i tempi di attesa in tempo reale e reparto per reparto; ultimo punto la questione contrattuale inserendo, come si è fatto nel resto d’Italia, riconoscimenti per l’impegno di medici e infermieri. Cavada della Lega ha ricordato i casi di professionisti che hanno scelto l’Alto Adige ma poi se ne sono pentiti. Indispensabile la rete dei medici di base e le Case di comunità. Insomma, la Giunta, per Cavada, è sulla strada giusta e molto ha fatto prima di tutto con la Scuola di medicina il cui ingresso dovrebbe essere libero.

Ugo Rossi ha negato di avere l’obiettivo di addossare colpe a qualcuno. Il tema della carenza di lavoratori è comune a molti settori anche se in campo sanitario impatta più duramente. Ma se manca personale ci sono due sistemi per risolvere il problema: il primo offrendo migliori condizioni di lavoro e su questo la Giunta non ha fatto nulla; l’altro è andare a prendere le persone dove ci sono. In Italia arrivano persone formate, anche se con un colore della pelle diversa dalla nostra. Certo, è dura da accettare per chi in campagna elettorale ha detto che non ci sarebbero stati più i volontari di colore nelle case di riposo. Una frase da “pulizia etnica”, ha concluso.
Per fatto personale l’assessore Bisesti è intervenuto per sottolineare che l’utilizzo del termine “pulizia etnica” è grave.

Paolo Zanella (Futura) in merito alla risoluzione e alla replica di Segnana ha affermato che le critiche vengono da sindacati, ordini e organizzazione dei malati ancor prima delle opposizioni. Si dovrebbe spiegare, ha aggiunto, perché siamo passati dal primo al quinto posto e acquisire la consapevolezza che i problemi vanno affrontanti aprendo il dialogo, dando vita a un tavolo della sanità. C’è immobilità della Giunta e dell’Apss di fronte al divario netto dei tempi d’attesa tra la libera professione e il regime pubblico, quando invece andrebbe sospesa per garantire almeno i Rao.

Filippo Degasperi ha affermato che la risoluzione va nella direzione giusta, perché il personale chiede da anni di essere ascoltato. Anche se l’assessora ha detto di aver iniziato, seppur tardivamente, un’operazione ascolto. Ma ha di nuovo sottolineato che mancano le iniziative per trovare soluzioni, anche le più praticabili.

Lucia Coppola (Europa Verde) ha auspicato che, anche se non è semplice, andrebbe cercato un percorso condiviso che semplificherebbe anche la via del governo provinciale. Quindi, il tavolo di confronto va aperto e gli va data continuità.

Paola Demagri, ha sottolineato che nessuno ha dato parere positivo alla riorganizzazione dell’Apss. Eppure, l’assessora non si è fermata. Il metodo con il quale è stata varata questa riorganizzazione e stato quello dell’imposizione e questo ha contribuito a creare ulteriore malessere nel mondo della sanità. Metodo che si è visto anche nella gestione del Covid. La risposta della Giunta è sempre la stessa: siamo autosufficienti.

Luca Guglielmi (Lista Fassa) sull’ex casa cantoniera di Pozza da utilizzare per ospitare personale sanitario ha detto che il progetto non si è fermato per colpa dell’assessore, ma perché c’è la richiesta, proveniente dalle amministrazioni locali, di utilizzare la struttura per scuola.

Alex Marini ha ricordato che la legge sulla sanità prevede già che l’assessore debba fare una relazione annuale in Commissione sullo stato della salute della popolazione. Ma oltre alle norme andrebbero introdotte buone prassi anche valorizzando i Consigli della salute che dovrebbero a loro volta presentare relazioni annuali sullo stato della realizzazione dei programmi.

L’assessora Stefania Segnana, dichiarando parere negativo, ha ribattuto a Zanella che il personale sanitario non è carente di senso di appartenenza e a Zeni ha ricordato che i territori sono stati ascoltati anche all’inizio della legislatura e le richieste di risolvere problemi lasciati dalla Giunta Rossi sono state moltissime. Nel merito della risoluzione ha detto che c’è già il Consiglio provinciale sanitario che nel 2021 è stato convocato due volte e lo sarà di nuovo entro il 2022. Aprire un tavolo permanente sarebbe un doppione. I dati sulle tempistiche delle specialistiche sono sul sito. Infine, ha ricordato che è stata data una direttiva a Apran per la trattativa sul contratto.

La risoluzione Rossato: chiedere al Governo cosa intende fare sull’obbligo vaccinale per il personale sanitario

Si è passati poi alla discussione della risoluzione di Katia Rossano (FdI) con la quale si intende impegnare la Giunta a chiedere al Governo quali indirizzi intenda adottare in merito all’obbligo vaccinale per il personale delle professioni sanitarie e gli operatori socio assistenziali.

Roberto Paccher (Lega) ha affermato che dalle opposizioni sono venute solo critiche feroci, dimenticando completamente il problema legato alle sospensioni del personale non vaccinato. Inoltre, ha ricordato che nel 2014 ci furono imponenti raccolte di firme per problemi di personale in gran parte degli ospedali di valle; che venne tagliato il numero dei medici; il taglio del 10% delle operazioni, emergenze ai Ps dove mancava il 22% dei medici; l’aumento della mobilità passiva. Davanti alla Provincia si susseguirono proteste sindacali contro i tagli imposti dall’allora assessore Rossi.

Paola Demagri ha dichiarato il no alla mozione perché la domanda andrebbe rivolta alla Giunta chiedendo cosa pensa di fare per coprire i vuoti di personale in seguito alla non vaccinazione.

Paolo Zanella, annunciando la non partecipazione al voto, ha detto che il fatto di chiedere alla Giunta di chiedere al Governo cosa intenda fare rappresenta un inedito. Ancor di più sul tema delle vaccinazioni sulle quali le risposte dovrebbero arrivare dalla scienza che dovrà dirci se l’infezione non è più pericolosa.

Filippo Degasperi ha affermato che questa risoluzione è in cima alle classifiche dell’assurdo. Anche perché, visto che il governo è di centro destra, basterebbe una telefonata di Fugatti a Roma per conoscere le intenzioni di palazzo Chigi.

Ivano Job ha affermato che la vicenda del Covid ha messo in mostra la confusione che regna a livello governativo e si è augurato che Giorgia Meloni applichi una procedura che cambi il passo rispetto ai governi precedenti. E ha chiesto alla Giunta di accelerare il rientro per questi lavoratori chiedendo loro scusa.

Alex Marini ha detto che sarebbe interessante sapere quali sono i parametri scientifici sui quali si basa la risoluzione e ha ricordato che il Trentino è stato, in base ad una ricerca del Comitato europeo delle regioni, al 4 posto tra le regioni europee come mortalità da Covid. Un dato che, come ha fatto Marini con un’interrogazione, andrebbe spiegato o smentito.

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