Il presidente Soini alla Giornata Cimbra: “Le minoranze sono esempi vivi di autonomia”. “Le minoranze sono uno dei fondamenti della nostra autonomia, anche perché sono esse stesse esempi vivi di autonomia. Di un’autonomia che ha saputo superare le prove della storia; esempi di amore per il territorio”.
Questo il messaggio che il presidente del Consiglio Claudio Soini ha voluto lanciare oggi alla Zimbartage, la Giornata cimbra che si è svolta oggi a Ronchi di Ala, organizzata dall’associazione Memores e con il Patrocinio del Consiglio provinciale. Incontro – coordinato dal giornalista Gabriele Buselli, componente del comitato scientifico dell’Istituto Cimbro di Luserna – che è stato un importante occasione di confronto e di conoscenza tra i popoli cimbri, quello di Luserna, quello della Lessinia, dell’altipiano di Asiago e del Cansiglio.
Una cultura e una lingua, ha ricordato l’assessore alle minoranze Simone Marchiori, che hanno sempre saputo concepire i confini come luoghi di scambio e non di separazione. Quello che corre poco sopra Ronchi, ha detto in sintesi Marchiori, fino al 1918 separava l’Austria – Ungheria dall’Italia, ma per la comunità cimbra quel confine non esisteva e, tranne i tragici anni della Prima Guerra Mondiale, il cosiddetto corridoio cimbro che scendeva dalla Valle di Ronchi a Ala è sempre rimasto vivo e dal quale passavano le merci di contrabbando e si costruivano rapporti, matrimoni, conoscenze. Una via di libertà, come ha ricordato Massimiliano Baroni presidente di Memores, e di resistenza ai nazionalismi che miravano a livellare tutte le differenze.
Ma, ha affermato Vito Massalongo del Curatorium cimbricum veronese (l’incontro di Ronchi è stato voluto anche per festeggiarne i 50 anni di vita), quel confine che i cimbri seppero sempre rendere invisibile, fin da quando nel 1866 il Veneto passò dall’Austria – Ungheria all’Italia, oggi è diventato più evidente. Ed è costituito dalla differenza di risorse di cui i cimbri di Luserna, grazie alla Provincia, possono godere rispetto a quelli della Lessinia, di Roana o del Cansiglio.
Insomma, di fatto i cimbri veneti si sentono, non tanto giuridicamente (c’è pur sempre una legge nazionale, anche se da rivedere), ma di fatto meno tutelati rispetto a quelli trentini. Ma, ha ricordato ancora Massalongo, i problemi sono comuni a tutte le comunità cimbre, per tutti mantenere viva la lingua è difficile. Quindi, ha continuato il presidente del Curatorium, i cimbri devono trovare Ci si deve mettere assieme – ha aggiunto – e recuperate questa lingua come segno di identità di questa terra. E perché le minoranze hanno anche il compito , di fronte alla globalizzazione che tende a livellare tutto, di mostrare che c’è una via alternativa che parte dai territori e dalle comunità. “Non dobbiamo morire di asfissia – ha detto ancora Massalongo – ma ci dobbiamo aprire.
Dobbiamo passare dall’ esclusione, quella che ci veniva riservata come montanari che parlano una lingua strana, a elemento di ricchezza del territorio”. E per avviare questo percorso Massalongo ha proposto una grande festa di tutti i cimbri. E la giornata di Ronchi potrebbe rappresentare l’edizione 0. Un’idea che Soini ha condiviso perché è necessario fare rete, anche attraverso incontri di studio e conviviali come quello di Ronchi, perché i problemi dei cimbri sono comuni.
Giuseppe Vellar dell’Istituto di cultura cimbra di Roana ha affermato che i cimbri del Veneto si aspettano un maggiore sostegno da parte dello stato perché quello fornito dalla Regione Veneto, dalle aziende private e dal lavoro dei volontari non sono sufficienti per sostenere i progetti dell’Istituto come il corso di lingua cimbra.
Monica Pedrazza, presidente dell’Istituto Cimbro, ha detto che le politiche della Provincia hanno dato frutto e che, nonostante le difficoltà, oggi, rispetto a 20 anni fa, c’è una maggiore consapevolezza nei confronti delle minoranze.
L’Istituto Cimbro lavora molto e da tempo con le nuove tecnologie per avvicinare i giovani all’uso del cimbro, ma la sfida è quella di mantenere viva la comunità perché la consapevolezza di essere cimbri c’è, ma molte persone si riconoscono in una diaspora. Nella comunità però sta maturando anche tra i giovani l’orgoglio di appartenere a una minoranza. Ieri c’erano anche due calciatori, Michele e Simone Nicolussi Nef che fanno parte della nazionale cimbra che ha partecipato alla quinta edizione di Europeana, il campionato europeo delle minoranza linguistiche.
Ampia la partecipazione di esponenti politici e istituzionali. Il sindaco di Ala, Stefano Gatti ha sottolineato l’importanza di porre attenzione alle piccole comunità come Ronchi che ha una forte tradizione cimbra. Matteo Nicolussi Castellan dell’Autorità per le minoranze ha ricordato che De Gasperi ha voluto premiare con l’autonomia un territorio nel quale hanno sempre convissuto minoranze linguistiche. Minoranze che oggi hanno il compito di difendere l’Autonomia.
Mentre Walter Kaswalder ha ricordato che va salvaguardata la specificità delle minoranze e si deve lavorare per mantenere vive le comunità. Infine, l’assessore Simone Marchiori ha affermato che già il fatto che in Trentino ci siano ancora le minoranze sta a significare quanto sia radicato nella nostra Autonomia il valore del rispetto per le diversità. Presenti all’incontro anche l’onorevole Cattoi, l’assessore regionale Luca Guglielmi e il Presidente della Comunità degli Altipiani Cimbri, Giuseppe Corradi. Hanno portato il loro saluto Presidente della Fondazione Cassa Rurale Vallagarina, Gianni Tognotti e il vicepresidente della Cassa Carmelo Melotti, che hanno contributo alla realizzazione dell’appuntamento.
Prima dell’incontro i “fucilieri” dell’associazione Trombini di San Bortolo di Verona hanno fatto risuonare la valle di Ronchi con i fragorosissimi colpi dei loro antichi e pesantissimi fucili, mentre la corale di Luserna ha chiuso la manifestazione con una serie di 8 canti in cimbro e uno in friulano come tributo a tutte le minoranze delle Alpi.