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LANCIO D'AGENZIA TN-AA

CONSIGLIO AUTONOMIE LOCALI – CONSORZIO COMUNI TRENTINI * SEDUTA 10/8: « PARERI POSITIVI CON OSSERVAZIONI, RETI IN FIBRA OTTICA E GESTIONE RIFIUTI URBANI »

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20.31 - mercoledì 10 agosto 2022

Reti in fibra ottica: semplificazioni per la posa dell’ultimo miglio. Parere positivo con osservazioni.

Il Cal ha preso in esame una proposta di deliberazione della Giunta provinciale concernente ‘Misure di semplificazione e agevolazione dell’infrastrutturazione del territorio con reti in fibra ottica. Individuazione delle condizioni e caratteristiche tecniche’.

Attraverso questo provvedimento, si individuano le seguenti casistiche in cui è possibile, previa sola comunicazione al Comune ed in deroga al regime ordinario di autorizzazione, procedere ai lavori di allacciamento delle utenze alle infrastrutture già esistenti su strade comunali (cd. delivery). Si tratta, quindi, della posa dell’ultimo tratto di fibra, dagli armadi/chiusini già esistenti, alle abitazioni private.

Queste le fattispecie in cui si prevede di ammettere il ricorso al regime semplificato:

– Interventi che interessano solo marciapiedi o percorsi pedonali nei centri abitati, indipendentemente dalla tecnica di scavo e posa prevista. Nel caso di utilizzo della tecnica della mini o microtrincea, il ripristino è immediato senza necessità di bitumatura. Nel caso di scavo tradizionale, l’operatore è obbligato al ripristino in accordo con l’amministrazione comunale;

– Interventi su strade comunali o poderali con pavimentazione in conglomerato bituminoso: obbligo di impiego della microtrincea (il ripristino è immediato senza necessità di bitumatura), rimanendo per quanto possibile aderenti al margine della carreggiata ed effettuando attraversamenti perpendicolari all’asse stradale. Obbligo di garantire di un franco minimo di ricoprimento di almeno 20 cm, per consentire le future manutenzioni.

– Interventi su strade comunali con pavimentazioni di pregio: utilizzo, di norma, della tecnica di scavo tradizionale. Avvio dei lavori decorsi 15 gg dalla comunicazione, al fine di recepire eventuali osservazioni da parte dell’Amministrazione. Obbligo di ripristino della pavimentazione di pregio con le medesime caratteristiche e finiture dell’esistente.

In ogni caso, l’operatore sarà obbligato a consegnare, entro 30 gg. dalla data di fine lavori una comunicazione di fine lavori corredata da cartografia dell’intervento realizzato. Entro i successivi 30 gg. l’amministrazione potrà richiedere la verifica in contraddittorio dell’esecuzione a regola d’arte del ripristino della pavimentazione.

La comunicazione funzionale all’avvio dei lavori dovrà recare la data prevista di inizio e fine lavori, l’indicazione dell’impresa esecutrice, il recapito del referente di cantiere, la planimetria dei lavori, corredata di documentazione fotografica e sezione tipo.
Resta fermo l’onere di richiedere al Comune l’ordinanza per l’adozione dei necessari provvedimenti di regolazione del traffico.
Il Cal ha espresso parere favorevole ai fini dell’adozione della delibera, esprimendo apprezzamento per gli elementi di semplificazione che si intendono introdurre.

Al fine di consentire al Comune un efficace coordinamento di tali interventi con altre esigenze di utilizzo delle aree pubbliche, e con eventuali cantieri concomitanti o di imminente realizzazione, il Cal ha chiesto che sia introdotto, anche in relazione agli interventi su aree con pavimentazione non di pregio, un termine dilatorio per la realizzazione degli interventi, di quindici giorni dalla data di presentazione della comunicazione, entro il quale il Comune possa, valutate le esigenze dell’Operatore, impartire adeguate prescrizioni rispetto all’intervento programmato. E’ stata ribadita, inoltre, la necessità che la profondità degli scavi sia sempre di almeno 10 centimetri, onde evitare danneggiamenti in caso di rifacimento della pavimentazione. Inoltre, è stato espresso l’auspicio che possa essere stipulata, con gli Operatori di rete, una convenzione finalizzata a garantire ulteriormente il corretto ripristino del manto stradale.
Reti di riserve.

 

Parere positivo.
Il Cal ha analizzato la proposta di deliberazione della Giunta provinciale concernente ‘Articoli 47 ‘Rete di riserve’ e 96 ‘Sovvenzioni per la salvaguardia e la valorizzazione del territorio dell’ambiente naturale’, esprimendo parere favorevole ai fini della sua adozione.
A margine, è stata manifestata l’esigenza di investire sulla formazione di figure professionali in grado di coordinare efficacemente le reti di riserve.

 

La delibera
La proposta di delibera riguarda l’attuazione della riforma legislativa, intervenuta nel 2021 (legge 23 aprile 2021, n. 6), sulle reti di riserve disciplinate dalla legge provinciale sulle foreste (lp 11/2007).

In Trentino le aree protette ricoprono una superficie pari al 28,37% del territorio provinciale.
Alla conservazione dei siti e delle zone protette concorrono anche i Comuni e gli altri soggetti che partecipano alla c.d. “rete di riserve” (BIM, Comunità, ASUC…).
Attualmente in Trentino, sono istituite 10 reti di riserve (fra cui il parco naturale locale del Baldo, i parchi fluviali del Noce e della Sarca), con il coinvolgimento di 89 Comuni amministrativi (e più di 140 Enti coinvolti, comprendendo fra gli altri anche le Comunità di Valle, i Bacini Imbriferi Montani, le Amministrazioni Separate di Uso Civico.

 

La riforma delle reti di riserve ha previsto:
l’attivazione della rete di riserva per il tramite di una convenzione, di durata novennale tra i Comuni e le Comunità interessate e la Provincia (ed altri soggetti, in determinati casi);
l’approvazione di un programma degli interventi di durata triennale; l’abrogazione dei piani di gestione;
un regime transitorio, in base al quale gli accordi di programma,
istitutivi delle reti di riserve, sottoscritti prima della data di entrata in vigore della nuova legge continuano a produrre effetti fino alla loro scadenza e, se scadono entro il 31 dicembre 2021, possono essere prorogati per un periodo massimo di un anno.

Per quanto riguarda il finanziamento delle reti di riserve, la Provincia finanzia gli interventi e le attività previsti dal programma degli interventi, mentre la Giunta provinciale individua i criteri per la determinazione dei finanziamenti, le tipologie di interventi e attività finanziabili, le modalità per la presentazione delle domande, la determinazione della spesa ammissibile, l’erogazione dei finanziamenti e la rendicontazione della spesa.
Gestione dei rifiuti urbani.

 

Parere favorevole con osservazioni al Quinto aggiornamento del piano provinciale di gestione dei rifiuti.

Al centro dell’attenzione del Cal, oggi, la proposta di Piano provinciale di gestione dei rifiuti – Stralcio per la gestione dei rifiuti urbani – Quinto aggiornamento. Il Piano era già stato presentato al Consiglio nella seduta del 2 febbraio scorso.
Il quinto aggiornamento del Piano presenta, nel suo insieme, degli obiettivi ritenuti condivisibili dal CAL, che – a distanza di 8 anni dall’ultimo aggiornamento della pianificazione provinciale in tema di smaltimento dei rifiuti urbani – tracciano una linea di coerenza con le politiche di riduzione della produzione del rifiuto urbano:

– aumento della raccolta differenziata, sino all’80% entro il 2028 per ogni singolo bacino di raccolta;

– individuazione di nuove forme di recupero per frazioni merceologiche (spazzamento stradale, rifiuto ingombrante);

– riduzione della presenza del rifiuto organico in discarica;

– uniformità delle modalità di raccolta dei rifiuti urbani in tutto il Trentino, con un unico regime tariffario;

– ricorso a tecnologie a basso impatto ambientale e il recupero di energia dal rifiuto.3

Le analisi contenute nel Piano delineano, per altro verso, un panorama complessivo della attuale situazione trentina, che vede ancora persistenti delle differenze di gestione tra i vari bacini di raccolta (attualmente sono 13) e tra i regimi tariffari applicati (tassa per il 23,5% della popolazione, mentre la restante parte è assoggettata a tariffa), e registrano una situazione difficile per quanto concerne la gestione del residuo indifferenziato. La chiusura progressiva di tutte le discariche presenti sul territorio, obiettivo del precedente IV aggiornamento del Piano, pone dirimente la scelta dei metodi alternativi di smaltimento del rifiuto.

Gli scenari prospettati per risolvere l’emergenza che si va profilando prevedono, in alternativa, lo smaltimento fuori dal territorio provinciale di tutto il rifiuto non conferibile a discarica locale, o di parte di esso (se si riuscirà a massimizzazione il recupero di materiale dal rifiuto residuo, al fine di diminuire la quantità di rifiuti da smaltire) oppure la realizzazione, a livello locale, di un impianto di trattamento dei rifiuti per il recupero energetico o loro conversione in prodotti di alto valore aggiunto, rispettando i limiti normativi di conferimento a discarica nel 2035. Quale che sia lo scenario, lo studio mostra che – allo stato – non è possibile la chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti urbani all’interno della PAT, con la necessità di conferire fuori dal territorio provinciale almeno una quota parte di rifiuto.

Il Consiglio delle autonomie locali reputa indispensabile che si definisca, entro breve tempo, la chiusura del ciclo della gestione del rifiuto urbano residuo sul territorio provinciale. A tal fine, prendendo atto della decisione della Giunta provinciale di definire, entro fine anno, le strategie di medio- lungo termine nella gestione della frazione indifferenziata dei rifiuti, si chiede che vengano approfonditi i seguenti aspetti:

1) individuare la localizzazione impianto: il piano apre a diversi scenari, ma non indica quale sia il Comune amministrativo che dovrà ospitare l’impianto;

2) stimare l’impatto economico, ambientale, sanitario, energetico, viabilistico sul territorio che ospiterà l’impianto e introdurre congrue forme di ristoro;

3) indicare l’adeguato-ottimale dimensionamento dell’impianto di smaltimento in base al fabbisogno del territorio trentino con le possibili conseguenze in caso di sovrastima (necessità di reperire conferimento di rifiuti da trattare dall’esterno etc..);

4) approfondire le conseguenze dello scenario alternativo alla realizzazione dell’impianto, in termini di accordi-convenzione (es. Provincia di Bolzano) o affidamento di servizi tramite appalto a impianti-discariche extra provincia e relativi effetti sulla tariffa di conferimento in discarica e, di conseguenza, sulla tariffa da riversare sull’utente finale;

5) chiarire il futuro della convenzione con Bolzano, cui attualmente sono conferiti 13.000 Ton/anno;

6) delineare nel dettaglio gli scenari e i relativi impatti economici sul territorio in fase transitoria, di gestione intermedia: in che tempi sarà realizzato ed attivo il catino nord di Ischia Podetti, per quanti anni e quale quantità di rifiuto potrà ospitare; quali e quante aree di stoccaggio dovranno essere predisposte in attesa che venga realizzato l’impianto oppure che siano affidati/conferiti all’esterno i rifiuti e quali costi, di conseguenza, si profilano. Grazie a tale approfondimento, sarà possibile raccogliere elementi analitici di comparazione tra le diverse scelte, e sarà possibile suffragare con dati attendibili le future politiche di smaltimento dei rifiuti.

Riguardo all’ipotesi di redazione di un regolamento tariffario unico per il territorio provinciale, il Consiglio delle autonomie locali richiede, invece, che tale scelta sia superata, considerati, da un lato l’autonomia organizzativa e gestionale degli Enti locali in materia, dall’altro lo spazio ormai risicato della regolamentazione comunale assegnato dai provvedimenti dell’Autorità nazionale di regolazione.

È stata richiamata, infine, su richiesta del Comune capoluogo in relazione al protocollo dallo stesso stipulato con la Provincia in merito alla gestione dei rifiuti, l’esigenza di:

a) esaminare lo stato attuale dell’arte per verificare che le prospettive indicate nel protocollo non siano ulteriormente cambiate e come capire come il Comune debba agire (piano realizzativo ed economico);

b) aprire un’interlocuzione importante sulla scelta degli impianti di trattamento con il supporto di una figura specializzata sia sul piano tecnico che delle ricadute gestionali e dei rimborsi, che agisca nell’interesse dei comuni.

In conclusione, il Consiglio ha voluto ribadire il proprio apprezzamento per la modalità di redazione del piano, che si basa su un’analisi tecnica di pregiato livello e sul successivo confronto con gli Enti locali e con i Territori. Proprio gli esiti positivi della compartecipazione, assicurata riguardo al piano, suggeriscono di prevedere sin da subito una corretta informazione agli stakeholder riguardo alla scelta che dovrà essere operata riguardo alla soluzione relativa allo smaltimento del rifiuto indifferenziato che, come anticipato, riveste carattere di urgenza

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