Rovereto alla cerimonia di inizio ministero episcopale di Monsignor Maffeis. I colori del gonfalone di Rovereto hanno accompagnato a Perugia l’inizio del ministero episcopale di Monsignor Ivan Maffeis. A rappresentare la Città della Quercia, il Sindaco Francesco Valduga, e l’assessore Mauro Previdi.
Nel discorso di Monsignor Ivan Maffeis, l’impegno rivolto verso la sua nuova Comunità e un invito ai tanti sindaci e amministratori presenti: “Perugia e le altre realtà, i comuni e i paesi che la circondano, non sono solo un insieme di palazzi, ma sono fatti da uomini e donne che condividono spazi, che vivono tante dimensioni. Sono luoghi della famiglia, luoghi del lavoro, luoghi di incontro, ascolto e accoglienza” Ha detto alla piazza gremita. Le città sono spazi di una carità operosa, dove un ruolo fondamentale gioca il buon governo.
“La città prospera quando si mettono in campo strutture e dimensioni adeguate, spazi per i giovani, spazi per i cittadini”. E ha rivolto un invito agli amministratori, chiamati alla responsabilità come alta forma di carità. Dopo il discorso tenuto in Piazza IV novembre, davanti al Palazzo dei Priori, si è tenuta la messa nella cattedrale di San Lorenzo, presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, con-consacranti l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi, e il vescovo ed amministratore diocesano Marco Salvi.
“Monsignor Maffei- ha ricordato il Sindaco Valduga, presente a Perugia a testimoniare la vicinanza e l’orgoglio della comunità roveretana – è stato stimolo a Rovereto di riflessioni alte, capace di promuovere progettualità importanti nel lenire o nel ridurre il disagio emotivo e sociale. È un uomo di relazione con la capacità di avvicinare o riavvicinare le persone. E penso in maniera particolare al grande lavoro fatto con i giovani.
E ha saputo sempre esserci, a volte anche semplicemente con una presenza fisica, con un silenzio così denso ed evocativo da essere più significativo di molti discorsi. Tanti cari auguri di buon lavoro e di buona vita a Monsignor Maffeis da parte di tutte e tutti noi”.