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CISL FIM -TRENTINO – TRENTINO * UCRAINA – SITUAZIONE SINDACALE E UMANITARIA: « AUSPICHIAMO UN RAPIDO STOP DELLE OSTILITÀ, ANCHE ATTRAVERSO L’USO DEI CANALI POLITICI »

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20.20 - lunedì 18 luglio 2022

Documento Conclusivo Consiglio Generale FIM-CISL Trentino. La FIM CISL del Trentino, in occasione del Consiglio Generale allargato ai delegati provinciali convocato in data 15 luglio 2022 presso la Malga Cimana dei Presani, Villa Lagarina, ha voluto proporre, con il supporto dell’ufficio internazionale della FIM Nazionale ed i contributi e le testimonianze degli autorevoli ospiti nazionali e internazionali che hanno partecipato all’evento, un confronto aperto con i propri delegati sugli scenari determinati dall’offensiva militare russa ai danni del popolo ucraino, nello spirito di approfondire il ruolo svolto dai sindacati nazionali e internazionali e di meglio comprendere le ragioni strategiche alla base del conflitto e le sue possibili ripercussioni economiche e sociali.

Sentiti i numerosi interventi in presenza e da remoto degli ospiti: Barbara Arsieni (Resp. Ufficio Internazionale FIM CISL Nazionale), Lesia Semeniaka (Segretario del sindacato ucraino dell’industria e dell’energia nucleare), Kemal Özkan (Vice Segretario Generale aggiunto di IndustriALL Global Union) e Giuseppe Sabella (ricercatore e Direttore esecutivo di THINK-IN), a seguito dell’ampio dibattito e confronto emerso sui temi trattati e alle conclusioni di Massimiliano Nobis della segreteria nazionale FIM,

la FIM CISL DEL TRENTINO:

Esprime la propria solidarietà e vicinanza al popolo e al sindacato ucraino e condanna fermamente l’offensiva militare sferrata dalle Forze armate russe in territorio ucraino il 24 febbraio scorso, quale gravissimo atto di aggressione ai danni dell’integrità di un paese pacifico, libero e sovrano e inaccettabile attacco ai valori di democrazia, libertà e solidarietà su cui si fonda la storia contemporanea del popolo europeo.

In particolare invita Lesia Semeniaka, per la sua toccante e dolorosa testimonianza, a riportare il nostro sincero messaggio di vicinanza e solidarietà a tutti i dirigenti, operatori e militanti sindacali ucraini per l’impegno ed il sacrificio sostenuto nella strenua difesa del proprio territorio e condanna categoricamente gli episodi di violenza, tortura e distruzione inflitte al paese e alle popolazioni ucraine dall’esercito russo.

Valuta positivamente e sostiene l’avvio della procedura di ammissione dell’Ucraina all’Unione Europea e le misure di sostegno promosse dalla stessa in materia di interventi umanitari, accesso al lavoro e assistenza sociale a favore di rifugiati e profughi ucraini in territorio europeo.

Condivide le forti preoccupazioni espresse da Kemal Özkan nel proprio intervento, per gli effetti di lungo termine della vasta distruzione di infrastrutture civili ucraine dai bombardamenti russi e, più in generale, delle conseguenze del drastico rallentamento economico prodotto dalla guerra, considerando necessario e strategico pianificare e gestire efficacemente la successiva fase di ricostruzione e ripartenza del paese in modo da attenuarne il più possibile le pesantissime ricadute sociali.

Guarda con attenzione all’evoluzione dello scenario internazionale e auspica un rapido stop delle ostilità, anche attraverso l’uso di tutti i canali politici e istituzionali che possano favorire la ricerca di una soluzione diplomatica del conflitto, nel rispetto della sovranità del popolo ucraino nel valutare le condizioni di una auspicata cessazione delle ostilità.

La FIM CISL DEL TRENTINO inoltre:
esprime forte preoccupazione per le conseguenze indirette del conflitto ucraino, in Italia e in Europa, ed in particolare:

▪ per l’aumento del costo degli approvvigionamenti energetici essenziali che, oltre a pregiudicare i margini di competitività del nostro sistema industriale ed economico, contribuiscono pesantemente all’aumento dell’inflazione e alla conseguente significativa erosione del potere di acquisto dei redditi di lavoratori e pensionati, nei confronti dei quali considera necessari maggiori sforzi a tutela delle classi sociali maggiormente esposte a rischio di povertà e a garanzia della stabilità sociale del paese in questo delicato e difficile momento storico;

▪ rispetto a tali impellenti necessità, guarda con preoccupazione alla fase di incertezza e instabilità politica aperta all’interno dell’attuale maggioranza parlamentare, in particolare rispetto al rischio che una eventuale crisi di Governo possa pregiudicare o rallentare l’apertura di un efficace tavolo di confronto con le parti sociali per una rapida implementazione dei necessari interventi legislativi a favore dei cittadini;

▪ per le possibili conseguenze di una possibile ulteriore contrazione, o addirittura interruzione, dei flussi di gas russo all’Europa, necessari per il funzionamento del sistema industriale nazionale e per il regolare sostentamento delle utenze pubbliche e private del paese in vista dell’inverno;

▪ per le potenziali conseguenze umanitarie e impatti migratori di una prolungata sospensione delle filiere alimentali globali in conseguenza al blocco delle esportazioni di mais e grano dall’Ucraina, che rischiano di esporre le popolazioni più fragili a crisi alimentari di scala globale con possibili gravi implicazioni anche nel continente europeo, già segnato da una fase di precaria stabilità sociale.

Valuta positivamente e si impegna a promuovere e supportare per quanto di propria competenza, la prosecuzione dell’importante lavoro svolto dalla FIM Nazionale attraverso il proprio Ufficio Internazionale coordinato da Barbara Arsieni, nella costruzione di una solida rete di contatti e collaborazioni con diverse articolazioni del sindacato internazionale e, in particolare durante questo delicato momento storico, con il sindacato ucraino, coerentemente con i valori di solidarietà e mutualità che da sempre muovono e ispirano il movimento sindacale.

Nell’ottica di una più generale analisi e valutazione della crisi ucraina nel contesto internazionale, anche in relazione agli elementi e ai numerosi spunti di riflessione apportati dal confronto con Giuseppe Sabella nella presentazione del suo recente libro “La guerra delle materie prime e lo scudo ucraino: ecco perché l’Europa è nel mirino di Putin”, la FIM CISL del Trentino considera opportuno affrontare la questione ucraina, oltre che dal contingente e prioritario punto di vista umanitario e sociale, anche da quello economico e geopolitico, nell’ottica di una migliore comprensione e previsione dei possibili scenari futuri, anche per il mondo del lavoro, derivanti da una possibile revisione del consolidato scenario di globalizzazione economica che ha caratterizzato, in particolare a partire dagli anni ’90, gli equilibri mondiali degli ultimi decenni. In particolare ritiene che tra i possibili fenomeni che potrebbero avere significative ripercussioni sugli assetti dei mercati economici e del lavoro nazionali ed europei, andranno tenuti in debita considerazione:

▪ il possibile (e da diversi osservatori previsto) disaccoppiamento delle catene del valore dei mercati occidentali e asiatici, attualmente fortemente integrati con le relative implicazioni di mutua dipendenza nelle diversi fasi del processo produttivo, distributivo e di vendita di beni e servizi;

▪ le conseguenze, anche in termini di rapporti politici ed economici tra le principali potenze economiche, di una disomogenea presenza nei rispettivi territori geografici delle materie prime necessarie a garantire il regolare funzionamento delle produzioni industriali. Anche in tal senso riteniamo vada letto il conflitto ucraino, considerata la strategicità del territorio in termini di presenza di importanti giacimenti di litio e terre rare, necessari all’approvvigionamento della crescente industria informatica, elettronica e delle batterie per alimentazione nel settore automotive, ormai prossima ad una radicale transizione dal motore termico a quello elettrico;

▪ le possibili criticità ed opportunità di un nuovo scenario economico che preveda, nell’ottica di una maggiore indipendenza dal sistema produttivo orientale, un ritorno nel continente europeo di produzioni progressivamente delocalizzate nei decenni passati mercati orientali a basso costo del lavoro;

▪ guarda con fiducia al rafforzamento e all’accelerazione del percorso di integrazione politica europea, rilanciato dal PPNR e ulteriormente incoraggiato dalla crisi pandemica e dal conflitto ucraino, ritenendolo un presupposto essenziale per il rafforzamento e la difesa delle prerogative e dei valori su cui si fondano i sistemi liberali socialdemocratici europei, in particolare nell’ambito delle profonde trasformazioni in atto nel contesto internazionale e geopolitico.

 

 

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