(Fonte: Comitato “Aiutiamoli a cambiare”) – Nel 2014 dopo la denuncia di un quotidiano dell’Alto Adige sui vitalizi d’oro dei consiglieri regionali, inizia la protesta contro la legge 6/2012 che prevedeva l’eliminazione del vitalizio a fine mandato, ma la restituzione dell’intera somma in un’unica soluzione a consiglieri e ex consiglieri con l’attualizzazione dei vitalizi a un tasso di sconto molto vantaggioso e con un aspettativa di vita di 92 anni per ciascun consigliere.
Con la legge 4/2014 dopo mesi di lettere di protesta dell’opinione pubblica e un presidio di 5 mesi sotto la Regione viene ricalcolata l’attualizzazione con uno sconto fisso più ragionevole dal 2,50 al 4%. Ne deriva una riduzione di 30 milioni (il 20%) dei 90% milioni di euro, destinati ai 130 consiglieri regionali, restituzione e recupero forzoso dei vitalizi dati in eccedenza. Ma 62 consiglieri ed ex consiglieri fanno ricorso, giustificandolo come diritti acquisiti e 37 di loro non restituiscono nulla.
Attualmente sono stati restituiti 16,8 milioni di euro, non ne sono stati restituiti 12,8. È di questi giorni la decisione del giudice Beghini di rimandare la decisione sui ricorsi alla Corte Costituzionale su una non manifesta infondata questione di incostituzionalità sull’attualizzazione dei vitalizi della legge 4/2014. Il dubbio del giudice si base sull’Art 3 della Carta fondamentale sull”uguaglianza dei cittadini, principi di costituzionalità e ragionevolezza. In base alla decisione del giudice di rimettere la sentenza alla Consulta il Presidente del Consiglio regionale blocca immediatamente la restituzione forzosa di Trentino riscossioni.
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Il 29 marzo si è tenuta un’altra udienza davanti al giudice Morandini per proporre altre questioni di incostituzionalità su:
1) Taglio del 20% dell’assegno di vitalizio per chi ha scelto il vecchio sistema senza scegliere l’attualizzazione (restituzione in blocco dei futuri vitalizi).
2) Aumento dal 4% al 12% del contributo di solidarietà.
3) Tetto di 9.000 euro per chi percepisce sia il vitalizio regionale che parlamentare. Per la Regione sarebbe un vero e proprio salasso se si riconoscesse incostituzionale il contributo di solidarietà, perché dovrebbe restituire agli ex consiglieri il contributo a partire dal 2005 con relativa ricaduta su tagli alla spesa pubblica (sanità, istruzione, interventi sociali, assistenza, cultura). Ricordo che è stato istituito il Fondo delle restituzioni per avviare progetti per l’occupazione, politiche familiari e sociali. Si parla in particolare di progetti per madri sole, lavoratori disabili, formazione per l’occupazione e cultura. A tutto ciò l’avidità della politica dice no.
Di Angelina Pisoni e Jacopo Zannini
Comitato “Aiutiamoli a cambiare”
Foto: da profilo Facebook di Jacopo Zannini