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SCUOLE SCI TRENTINO: CIA, PENALIZZATE DA UNA PROVINCIA CHE NEGA L’EVIDENZA?

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10.22 - giovedì 25 maggio 2017

(Fonte: Claudio Cia) – Il futuro di Trentino che io sogno è quello di un Trentino che marcia a testa alta, fiero delle proprie particolarità, delle proprie eccellenze, confrontandosi col mondo dei grandi numeri senza per questo dipendere da questo.

Sono convinto che siano i risultati qualitativi, i fatturati non solo economici ma anche di coesistenza socio-ambientale a scrivere le regole del mercato, mai dimenticandosi della necessità di non abbandonare il quadro etico del nostro intervento.

Eticità che spesso si sposa con equità e dignità. Equità di prospettiva e dignità nel rispetto di ogni soggetto.

Ciò vale per il comparto dello sci, come per quello dell’industria, della cultura, dell’agricoltura, di ogni ambito presente nel circuito sociopolitico che ci circonda.

Equità significa garantire non un risultato uguale per tutti, ma pari opportunità per tutti; dignità vuol invece assicurare corretto sviluppo ed evoluzione di un proprio diritto naturale.

La discriminante messa in campo dalla Provincia per l’esercizio dell’attività da parte dei maestri di sci nella forma (più nobile) di Scuola di Sci, anziché di Associazione riguarda criteri di tipo formale-quantitativo e non sostanziale-qualitativo.

La PAT non richiede infatti il requisito del“bene operare”, ma quello del numero minimo di operatori, del numero di giornate lavorative da dedicare, se necessario, all’attività in questione ed altro.

Il criterio del merito è quello che, di contro, dovrebbe a mio parere informare l’obbiettivo finale di un terminale normativo.

In Italia è consuetudine ritenere che il buon legislatore sia quello che norma in quantità e pone mille paletti, creando un caos normativo che non va né a favore della qualità, né a quello della certezza del diritto: le grandi democrazie puntano invece su poche norme, chiare e cogenti.

Non è quindi equo complicare la rete normativa laddove questa va ad ingarbugliare ed a impaludare un sistema che funziona. Perché in questo caso ognuno potrebbe allora offrire di questo comportamento una lettura la più disparata.

 

 

 

 

 

In allegato l’interrogazione contenuta nel comunicato stampa:

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