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SCUOLA: BOTTAMEDI BEZZI, PAT ATTIVI NUOVE SEZIONI CON METODO MONTESSORI

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17.37 - lunedì 6 marzo 2017

(Fonte: Manuela Bottamedi – Giacomo Bezzi) – Il metodo di insegnamento Montessori, riconosciuto ed applicato in tutto il mondo, si basa sul rispetto per il naturale sviluppo fisico, psicologico e sociale del bambino, protagonista di una pedagogia centrata sulla libertà di pensiero e azione e sulla sperimentazione e la scoperta attiva.

A livello mondiale le scuole Montessori sono più di 66.000. In Europa sono circa 2800, maggiormente diffuse negli Stati anglosassoni e scandinavi, che da sempre investono nell’educazione e nella formazione dei bambini. In Asia sono presenti scuole Montessori in Turchia, Arabia Saudita, Cina, Giappone, India (dove merita una citazione il Tibetan Children Village che adotta il metodo Montessori nella Casa dei Bambini). Sono diffuse anche in Australia e in Africa, dal Marocco al Senegal, Nigeria, Tanzania, Sud Africa. In America, dislocate da nord a sud, operano oltre 20.000 scuole.

Uno studio americano del 2006, pubblicato sulla rivista “Science”, mette in luce che gli alunni delle scuole Montessori ottengono risultati più elevati sul piano cognitivo, sul piano della socialità, delle capacità relazionali e della creatività rispetto ad allievi non montessoriani.

Nell’era digitale che stiamo vivendo, caratterizzata da una realtà “liquida”, iperstimolante e dagli aspetti fortemente collegati ed interconnessi, continuano purtroppo a susseguirsi fatti che dimostrano come, rispetto alla precedente, la generazione dei bambini di oggi è emotivamente più fragile ed i giovani risultano più inclini a farsi dominare dagli impulsi e dall’ aggressività.

Agli educatori oggi viene richiesto di preparare un individuo in grado di gestire il cambiamento, di far fronte con successo alle sfide ma soprattutto di comprenderne e utilizzarne a proprio vantaggio le potenzialità. Sempre più genitori, consapevoli della necessità di una preparazione alla vita più ampia di quella offerta dai programmi scolastici tradizionali, principalmente incardinati sull’ acquisizione di abilità cognitive, chiedono agli educatori di operare una vera e propria alfabetizzazione emotiva, oltre che culturale, e questo già dalla fase cruciale dell’età prescolare, poiché l’intelligenza emotiva è ormai essenziale tanto quanto le capacità intellettive.

In questo contesto sociale la pedagogia montessoriana sta vivendo un momento di significativa rivalutazione perché, come confermato anche dalle più recenti scoperte, è in grado di valorizzare e sviluppare il potenziale umano, non più unicamente attraverso l’istruzione” ma “e-ducando” le potenzialità individuali nel pieno rispetto del piano di sviluppo emozionale.

Spesso il principio dell’ ”auto-insegnamento” è stato confuso con il pregiudizio per cui “alle Montessori non si fa niente e i bambini possono fare quello che vogliono”. Le brillanti testimonianze degli ex montessoriani raccontano esattamente l’opposto. Testimonial prestigiosi sono ad esempio i fondatori di Amazon, Google, Wikipedia i quali sostengono che avere avuto un insegnamento basato sul “fare” ha stimolato in loro l’autocontrollo, la consapevolezza, il senso di responsabilità, le capacità di pensiero critico, l’autonomia e l’indipendenza.

La validità di questo metodo è stata confermata anche dalle neuroscienze, che ne hanno studiato e dimostrato l’efficacia sullo sviluppo del cervello. Tuttavia questa metodologia di insegnamento fatica non poco ad imporsi nelle aule italiane, dove si contano meno di 200 scuole, quasi tutte private.

Il decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 (Testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado) prevede, nell’ambito del sistema scolastico nazionale, che sezioni di scuola materna e classi di scuola elementare possano essere strutturate secondo la metodologia pedagogica “Montessori”.

La Provincia di Trento, con deliberazione n. 1641 del. 28 settembre 2015, ha costituito uno specifico gruppo di lavoro istituzionale, al quale è stato affidato il compito di elaborare un piano di fattibilità per l’attivazione di sezioni di scuola dell’infanzia e di classi di scuola primaria ad indirizzo montessoriano.

Con la deliberazione n. 2445 del 30 dicembre 2015, la Giunta provinciale ha autorizzato l’attivazione di tre esperienze nella scuola dell’infanzia e due esperienze nella scuola primaria, tenendo conto delle località che hanno evidenziato maggiori richieste da parte delle famiglie e che corrispondono con i centri aventi maggior numero di abitanti in ambito provinciale, vale a dire Trento, Rovereto e Pergine Valsugana. Più dettagliatamente:

 

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-) Scuola dell’infanzia equiparata “G. B. Zanella” di Trento;

-) Scuola dell’infanzia equiparata “G. B. Chimelli 1” di Pergine Valsugana

-) Scuola dell’infanzia provinciale Rione Sud “Giardino incantato” di Rovereto

-) Istituto comprensivo Trento 6

-) Istituto comprensivo Rovereto Est.

 

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Con deliberazione n 2466 del 29 dicembre 2016 la Giunta provinciale ha attivato presso l’Istituto comprensivo Pergine 2 una sezione sperimentale Montessori. Presso questo Istituto per l’anno scolastico 2017-18 ci saranno due classi: una classe prima e la pluriclasse seconda/terza Montessori proveniente dall’istituto comprensivo Trento 6.

La Provincia di Trento è tuttavia in ritardo rispetto ad altre Regioni italiane, quali ad esempio la Lombardia o la vicina Provincia di Bolzano, dove è stata aperta anche la scuola media Montessori e dove i test Invalsi hanno dimostrato che questo metodo prepara i bambini in modo eccellente. Ritenuto che il pluralismo didattico ed educativo e la libertà di scelta pedagogica debbano trovare pieno rispetto e piena accoglienza da parte della Provincia autonoma di Trento.

 

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Considerato che:

-) sull’intero territorio provinciale (in particolare nell’Alto Garda, Valli di Non e Sole, Rotaliana) sempre più genitori si stanno organizzando per chiedere l’apertura di classi pubbliche montessoriane;

-) laddove esistono già delle sezioni si sono registrate richieste di iscrizione molto più elevate rispetto alle capacità di assorbimento (vedi Rovereto);

-) l’attivazione di sezioni Montessori non debba essere in contrapposizione col metodo tradizionale di insegnamento, ma debba anzi trasformarsi in una preziosa occasione di arricchimento per entrambe le realtà, in un’ottica di osmosi benefica e virtuosa tra pedagogie differenti,

 

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il Consiglio della Provincia autonoma di Trento impegna la Giunta a:

-) attivare un ampio confronto con i soggetti accreditati e interessati all’apertura di nuove sezioni a metodo Montessori (Associazioni, famiglie, insegnanti), all’interno del Tavolo di lavoro già costituitosi allo scopo e fornendo al medesimo organismo effettive funzioni di indirizzo, coordinamento e di armonizzazione rispetto alle sperimentazioni attivate o delle quali si prevede l’avvio;

-) procedere gradualmente all’attivazione di nuove sezioni pubbliche ad indirizzo montessoriano negli asili nido, nelle scuole dell’infanzia e primarie della Provincia, inserendole istituzionalmente nel sistema scolastico provinciale;

-) attivare nuovi corsi di formazione e aggiornamento (Iprase per la fascia 6-14 anni e Servizio Istruzione e Infanzia per la fascia 0-6 anni in collaborazione con i soggetti accreditati Onm e Miur) per formare educatori e insegnanti Montessori

 

Cons. Manuela Bottamedi

 

Cons. Giacomo Bezzi

 

 

 

In allegato la mozione contenuta nel comunicato stampa:

[pdf-embedder url=”https://www.agenziagiornalisticaopinione.it/wp-content/uploads/2017/03/proposta-di-mozione-metodo-Montessori.pdf” title=”proposta di mozione metodo Montessori”]

 

 

Foto: da comunicato stampa

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