(Fonte: Filippo Degasperi) – «L’assessore Zeni ha risposto alla nostra interrogazione sulla chiusura dei punti nascita negli ospedali delle valli trentine. A quanto pare di capire per Zeni va tutto bene. Nella sua risposta infatti ci comunica che per il Ministero i dati della Pat sono corretti e per la Pat i dati del Ministero sono corretti.
Ergo, i dati sono corretti a prescindere in base al principio di autorità, anche se con la nostra interrogazione abbiamo dimostrato che come minimo non sono precisi… A leggere Zeni in effetti ci sentiamo un po’ come Galileo. Speriamo non ci costringano all’abiura.
Per quanto riguarda l’informazione alle partorienti, sembra che all’assessore le cose vadano bene così come sono anche se si sta verificando la possibilità di ospitare l’eventuale accompagnatore in una qualche struttura.
Nulla viene detto in merito al sostegno economico per raggiungere i punti nascita in occasione del parto e delle visite preparatorie e/o di controllo. Oltre al disagio di arrivare fino a Trento o Rovereto ci sarebbero anche tempi addizionali e costi di trasporto da sostenere, ma quelli sono problemi a carico del cittadino. Mica glie l’ha ordinato il medico di vivere in periferia, no?
Infine, per i costi dei parti fuori Provincia l’assessore opta per il fattore sorpresa. Li si potrà conoscere solo a fatture pervenute, quindi all’anno prossimo. Evidentemente fare una richiesta agli uffici competenti delle strutture interessate per avere le spese attuali dev’ essere sembrato eccessivo. Che abbiano deciso di iniziare a risparmiare a partire dai francobolli?».
Foto: archivio Pat (ospedale Arco -Tn)