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RIFORMA ACLI: CIA, RIGETTO AULA SCHIAFFO AI CITTADINI E MOTIVO PER DIFFIDARE POLITICI

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15.57 - mercoledì 15 marzo 2017

(Fonte: Claudio Cia) – La maggioranza del Consiglio regionale rigetta con un voto il disegno di legge proposto dalle Acli impedendone la discussione in aula, e così facendo lo cestina definitivamente. A questa decisione io mi sono opposto ritenendola umiliante e lesiva della dignità di quanti si aspettano di essere presi in considerazione sul serio e ascoltati quando chiedono ai politici sobrietà nelle indennità, bando ai privilegi e una maggior aderenza alla realtà vissuta dalla stragrande maggioranza dei cittadini che dichiarano di rappresentare. Avevo già anticipato il mio voto favorevole all’iniziativa popolare durante la raccolta firme in sostegno al ddl.

Con il rifiuto a trattare questo disegno di legge, oggi noi diamo ai cittadini uno schiaffo e un ulteriore motivo per diffidare dei politici; legittimiamo quanti pensano che la politica è l’arte di servirsi delle persone facendo loro intendere di servirle. Siamo in una tale crisi che, mentre ai cittadini si continua a chiedere ti tirare la cinghia, noi politici continuano a tirare la corda. Non si fa politica con la morale, ma non la si può fare nemmeno senza.

Ogni volta che si chiedono tagli su questo fronte, non di rado i diretti interessati si giustificano appellandosi agli inevitabili “costi della democrazia” e si irritano pure se contraddetti o se i media se ne occupano dandone risalto, perché così facendo si mina la credibilità delle istituzioni.

Io non credo che a delegittimare la politica sia la rilevanza mediatica data a questi temi, ma piuttosto lo scoprire che, oltre alla corposa indennità, ci sono tante altre voci di spesa a beneficio dei politici (rimborsi, polizze…) che la stragrande maggioranza dei lavoratori non può vantare.

Il ddl proposto dalle Acli aveva l’obiettivo di togliere a Cesare ciò che non gli appartiene. Nel mio piccolo sto già cercando di attuarlo, avendo rinunciato a polizze e rimborsi di ogni sorta. Per questo sono stato accusato di “populismo”, ma è un’etichetta che sono disposto a rischiare, dopotutto quando uno non vive come pensa, finisce per pensare come vive, ed è il destino di tanti politici.

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