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RICHETTI: ASSEMBLEA NAZIONALE PD: ” ECCO IL MIO MODELLO RISPETTO ALLE PROPOSTE DI ZINGARETTI, MINNITI E RENZI “

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18.26 - domenica 18 novembre 2018

Oltre il Pd modello Minniti e Zingaretti. La proposta di Matteo Richetti. Sintesi dell’intervista rilasciata dal candidato segretario del Pd Matteo Richetti alla rivista di approfondimento politico online Formiche.net

D. Nel corso della manifestazione del Pd del 29 settembre l’ex ministro Delrio disse che per la guida del Pd si augurava un giovane, magari amministratore, simile all’ex premier Renzi. È lei quel giovane?

R. Questo lo dove chiedere a Delrio. Quando mi sono candidato alla segreteria del Pd non ho risposto a nessun identikit ma ho risposto all’esigenza di questo partito di ritrovare un’anima, una speranza, un sogno, un progetto… in tutta Italia ci sono giovani, meno giovani, amministratori, persone impegnate nell’associazionismo che hanno voglia di rimettersi in cammino per costruire una casa per un popolo che c’è ma che non ha preso il Pd a riferimento.

D. Nel caso le fosse affidata la guida del Pd dove porterebbe questo partito?

R. Lancerei subito un grande movimento di democratici italiani..e offrirei una proposta fondata su quattro punti cardinali: il contrasto alle diseguaglianze, una politica ambientalista concreta fatta di economia circolare e rispetto del territorio, un europeismo serio senza ambiguità, e, infine, un’attenzione prioritaria alle nuove generazioni. ..

D. E dal punto di vista della proposta interna al partito?
Cambierei profondamente… Nel Pd guidato da me con la tessera uno si iscrive ma non ci fa il congresso, perché sono stanco di trovare in giro giovani che vengono lasciati fuori dal capobastone che si compra con il blocchetto degli assegni le tessere e li tiene a casa. È un partito che farebbe le primarie di collegio per eleggere i suoi candidati, Un partito che spalanchi le porte ma non solo nei convegni, per davvero.

D. Lei parla del ruolo delle tessere ma il Pd è un partito fatto di correnti, storicamente. Che rapporto avrebbe il suo Pd con le minoranze interne?

R. Nel momento in cui si vince un congresso si individua una leadership e una linea politica. Dopo di che le minoranze continuano a porre elementi di discussione ma si ritrovano nella sintesi che si fa. I partiti vivono di pluralismo e confronto interno, ma questo partito ha chiuso il confronto interno e ha esasperato quello televisivo.

D.Lei è stato uno dei primi “renziani”. Nel suo modello di Pd che ruolo avrebbe quell’esperienza?

R. Porterei con me l’innovazione di linguaggio, di proposta, la rottura degli stereotipi che abbiamo provato a porre come la contrapposizione tra lavoratore e impresa, tra merito e diritti per tutti. Con Matteo (ndr Renzi) abbiamo avuto l’intuizione di portare il centrosinistra italiano fuori dalle contrapposizioni storiche….cercherei di avere più radicalità e intransigenza rispetto alle proposte che abbiamo fatto.

D. Quindi ancora più “renziano”…

R. Non è una questione di aggettivi, ma se parliamo di discontinuità non è possibile continuare a candidare figli di ex governatori, ex parlamentari. .. serviva stare sul partito, andare in prossimità delle sue realtà territoriali e fare spazio a chi vuole lavorare seriamente…. molta più cura del partito e molta meno attenzione ad un percorso strettamente legato al Governo. Io non mi candido per fare il Premier, io mi candido per fare il segretario di partito.D. Quindi deduco che per lei il ruolo di segretario di partito e di premier non sono sovrapponibili…

R. Possono essere ruoli sovrapposti fino a quando il segretario non diventa premier.

D. Al momento il candidato più accreditato è il presidente del Lazio Nicola Zingaretti. In cosa sarebbe diverso il Pd che immagina lei da quello di Zingaretti?

R. Nicola ha detto che in Campania si riparte da De Luca, io direi che possiamo partire da questo. Nel mio partito si riparte dai ragazzi di “Tempismo

Democratico”, dalle realtà giovanili, dagli amministratori..Nicola è un ottimo amministratore ma immagina un partito che chiuda la parentesi renziana e lo rimette in continuità con quello che c’era prima. Io immagino un superamento di questa stagione..

D. E invece rispetto al Pd di Marco Minniti che avrebbe accolto il sostegno di Matteo Renzi?

R. … So che Minniti ha detto che le elezioni del 4 marzo sono state una sconfitta più pesante di quelle del ’48. Ecco in quelle elezioni qualcuno ha perso ma qualcuno ha vinto e questo qualcuno è De Gasperi. Ecco questi dirigenti che citano De Gasperi, che lo mettono nel pantheon ma lo considerano la più grande sconfitta della storia tradiscono un’impostazione, non hanno alcuna intenzione di guardare avanti, vivono nel passato, sono nel passato.

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